Archivio mensile per dicembre, 2013

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Elimina il cattivo umore

Abbiamo bisogno di Gattuso

In un periodo in cui i grandi ideali sono scomparsi, i nostri principali punti di riferimento  sono di nuovo le singole persone che con le loro azioni dimostrano che impegno, sacrificio, spirito di collaborazione, responsabilità, tenacia e senso di appartenenza non sono parole vuote ma hanno un senso profondo, sulla cui pratica si fonda la vita della società. Il tributo che tutto il mondo ha voluto dare a Nelson Mandela ne è un esempio, abbiamo bisogno di identificarci in qualcuno di più grande di noi, per sostenerci nel tentativo quotidiano di resistere e mantenere la speranza nella possibilità che ci sia un mondo migliore. Perchè le vite di queste persone da Gandhi a Kennedy a Martin Luther King sino a Mandela sono la testimonianza che si può osare. Come tutti i miti sono anche percepiti come inarrivabili, hanno condotto vite eccezionali e hanno pagato duramente l’adesione totale ai loro ideali. Sappiamo che non saremo mai come loro, ci fa bene tenerli negli occhi e nel cuore ma per vivere   il nostro quotidiano con coscienza abbiamo bisogno anche di altri esempi più vicini a noi, che non brillino solo ma che  mostrino anche i loro difetti. Fra quanti seguono lo sport e il calcio, Rino Gattuso rappresenta una di queste persone. Il suo soprannome è “Ringhio” e ha sempre rappresentato l’anima della squadra, il gran lavoratore, colui che lotta sino alla fine, svolgendo la funzione di permettere ai campioni di essere liberi di esprimersi, perchè c’è lui a sostenerli. E’ lo scudiero che è al servizio del cavaliere. Gattuso non è di certo un mito ma ha rappresentato come calciatore quelle qualità positive che sono alla base della vita di una comunità. Ecco perchè abbiamo bisogno di Gattuso e di tanti altri come lui. Il sostegno pubblico che ha ricevuto in questi giorni mi sembra un segno di questa considerazione della persona, che è manifesto anche nelle parole del procuratore di Cremona Roberto Di Martino:  ”A me personalmente Gattuso sta anche molto simpatico, ho tifato per lui in nazionale quando giocava, ma avrei fatto onore al mio mestiere se avessi avuto per lui un trattamento diverso da quello di un qualsiasi altro cittadino? Gattuso è campione del mondo per la storia. Ma non può esserlo per la giustizia”. Abbiamo bisogno che Gattuso sia innocente perchè se cadono quelli come lui, che non sono i pochi grandi banchieri e amministratori corrotti, ma sono le tante persone che ci sono più vicine, non i grandi miti inarrivabili ma chi conosciamo, pensare di costruire una società migliore sarà dura. Gattuso innocente mi permette di credere che anche il mio vicino di casa sia onesto e questo mi aiuta a esserlo anche a me.

Leggilo anche su: Huffington Post

Cosa facciamo per controllare lo stress?

Sappiamo che lo stress è qualcosa che prima s’insinua dentro di noi e poi esplode impadronendosi delle nostre emozioni e del nostro modo di pensare. Lo stress è dei campioni e degli allenatori ma anche di chiunque voglia migliorare e che ogni giorno vive lo stress della competizione quotidiana. Oggi non c’è tempo per rilassarsi siamo spesso arrabbiati, delusi o stanchi. Rilassarsi viene visto come un altro impegno, una fatica aggiuntiva; oppure come impossibile prima di avere risolto i problemi del momento, o ancora come qualcosa che può fare chi a tempo perdere. Non si capisce che è proprio nei momenti di difficoltà o d’impegno frenetico che è importante trovare del tempo per ridurre lo stress. Non basta l’esperienza per non essere stressati, bisogna agire attivamente per ridurlo. Questa idea non è invece diffusa e per questa ragione siamo sempre più stressati.

Il primo passo che chiunque può fare per ridurre il proprio stress consiste nel camminare mezz’ora tutti i giorni e trascorrere quando possibile del tempo a chiacchierare con persone amiche.

I numeri da rispettare per eccellere

Lo sport si compone di statistiche che permettono di spiegare il livello di forma di un atleta, piuttosto la qualità del suo gioco e delle su prestazioni. Da psicologo dello sport voglio fornirne alcuni per mettere in evidenza cosa bisogna fare per aspirare a cotruirsi una mentalità vincente:

  • 3 – sono le chiavi del successo: impegno e dedizione, famiglia e amici, allenatori eccellenti.
  • 4 – sono le abilità psicologiche di base: imparare dall’esperienza, rilassarsi, self-talk positivo e ripetere mentalmente.
  • 6 – sono le fasi della carriera dell’atleta: divertirsi muovendosi, imparare a allenarsi, allenarsi ad allenarsi, imparare a competere, imparare a vincere, ritiro e passaggio di carriera.
  • 7 – sono le abilità psicologiche avanzate: goal setting, gestione dello stress, concentrazione, gestione della gara, valutazione delle prestazioni, gestione della vita extra-sportiva, rapporto allenatore-atleta.
  • 700 – sono le ore di allenamento di un atleta junior.
  • 1.200 – sono le ore di allenamento annuali di un atleta di livello assoluto.
  • 10.000 – sono le ore necessarie per diventare atleti esperti.
  • molte migliaia – sono gli errori commessi da accettare.

 

The Dan Plan e le 10.000 ore per diventare progolf

The Dan PlanDan Laughlin, il trentenne fotografo, che tre anni fa a deciso di diventare golfista professionista partendo da zero sta mettendo alla prova la teoria dello psicologo Anders Ericsson secondo cui è possibile se si impiegano 10.000 ore di pratica. Dan dopo tre anni e 5.000 ore ha ottenuto un handicap di 5,2 e gli resta ancora da percorrere quasi metà del cammino. Ce la farà a ottenere questo risultato su cui nessuno avrebbe mai scommesso? Quello che è certo è che sinora ha raggiunto un risultato già  importante, dimostrare che una persona adulta, priva anche di qualsiasi precedente esperienza sportiva agonistica, grazie solo al suo impegno può ottenere un risultato sorprendente, per il basso handicap raggiunto in così poco tempo.

Seguitelo su: http://thedanplan.com/

Abilità, motivazione e atteggiamento

Per ritornare a riflettere su cosa sia l’eccellenza questo pensiero di Lou Holtz, allenatore di football americano, può essere utile

“L’abilità è cosa sei capace a fare. La motivazione determina cosa fai. L’atteggiamento determina quanto bene lo fai”.

Qual è il tuo atteggiamento mentre ti alleni?

Noi siamo ciò che facciamo quotidianamente

Aristotele diceva che “Noi siamo ciò che facciamo costantemente. L’eccellenza quindi non è un atto ma una abitudine.” Infatti lo sport è pieno di storie di giovani che sono stati rovinati dal loro talento (fisico e tecnico), perchè hanno pensato che questo dono fosse sufficiente per avere successo e quando poi la vita li ha messi di fronte alle prove decisive loro hanno perso e sono scomparsi. Perchè noi siano ciò che facciamo quotidianamente, studio, lavoro e per gli atleti allenamento. Quindi l’eccellenza nasce dall’abitudine a allenarsi con una dedizione pressochè totale. Chi non capisce che questo è la strada da percorrere quotidiamente crede di sopperire con il proprio talento naturale; purtroppo è solo un’illusione che alle prime asperità verrà demolita.

Giovani professionisti dello sport: quale futuro nel Lazio

Le donne lottano da sempre contro quel soffitto di cristallo fatto di consuetudini e discriminazioni, molto spesso indirette, che rende difficile per loro l’accesso ad alcune professioni, la progressione nelle carriere o l’assunzione di ruoli di responsabilità, a prescindere dalle capacità professionali. Ciò è particolarmente evidente nello sport dove donne in posizione di responsabilità sono quasi del tutto assenti. Nel contempo viviamo in un periodo in cui l’abilità a fornire prestazioni di alto livello, prendere decisioni adeguate e nei tempi richiesti, senza perdere di vista la visione globale e gli obiettivi a lungo termine sono competenze necessarie e critiche. Infatti, una delle sfide più significative che le imprese si trovano a fronteggiare riguarda proprio l’identificazione, la selezione e lo sviluppo degli individui in grado di lavorare con successo a livello di management intermedio e senior. Per vincere questa sfida nello sport non è possibile relegare buona parte delle risorse umane a ruoli secondari e meno remunerativi, le organizzazioni sportive devono quindi selezionare i loro talenti senza effettuare discriminazioni di genere.
Devono, quindi, pianificare con anticipo lo sviluppo delle donne che ritengono possano giungere a ricoprire ruoli di leadership, servendosi di maggiore immaginazione nel trattenere le migliori.
A questo riguardo si sono conclusi i Corsi di formazione relativi a “Il valore della differenza nella gestione dell’organizzazioni sportive” e “Il direttore sportivo: una nuova figura professionale per i giovani” implementati all’interno del Progetto PERCORSI EUROPEI PER LO SPORT – Azioni di formazione per una cultura d’impresa nello sport, promossi dall’Università di Tor Vergata, Federculture e Sportlink, cofinanziati dall’Unione Europea e approvati dalla Regione Lazio.

Tale Progetto, che ha coinvolto 34 giovani donne e uomini aspiranti imprenditori e professionisti del settore sportivo, stimola inevitabilmente una seria riflessione sulla situazione attuale delle politiche per lo sport, italiane e regionali, a partire dalle istanze avanzate dai protagonisti dei percorsi formativi e dalla valutazione delle potenzialità del settore. Il prossimo passo è il 20 dicembre con l’incontro, tra i giovani coinvolti nel Progetto e la Regione Lazio, che rappresenta momento di confronto e di stimolo per una progettazione condivisa sul futuro dello sport nel Lazio, nei suoi aspetti materiali e immateriali: dall’impiantistica alla valorizzazione delle risorse umane impiegate. Condivisione che tenga conto di tutti i principali attori sociali interessati: istituzioni, università, associazionismo e giovani, futuri professionisti del settore.

Per saperne di più: www.federculture.it

 

Prendiamoci una pausa dallo stress

Stremati da un’ambiente circostante che ci chiede continuamente risposte

prendiamoci una pausa

e riflettiamo su questo pensiero che Marco Aurelio espresse migliaia di anni fa

“Si ha potere sulla propria mente, non sugli eventi esterni. Realizza questo e troverai la tua forza.” 

Sono in Vietnam

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