Archivio mensile per dicembre, 2013

Cosa impariamo da Schumacher

Noi che crediamo nell’infallibilità del corpo e nella forza della mente siamo schiacciati dall’incidente di Schumacher e dalla sua condizione di stare lottando per mantenersi in vita. Non è certo la prima volta che questa nostra convinzione viene messa alla prova, E’ già successo centinaia di volte nel passato ma ogni volta ci convinciamo che non si ripeterà di nuovo e invece puntualmente ecco un nuova vittima. Non c’è niente di così pericoloso come coltivare la propria invincibilità, perchè viene sempre quel giorno in cui si supera quella linea che divide il rischio accettabile da quello inaccettabile e allora è finita.  A un certo punto bisogna esplorare altri ambiti, diversi da quelli del rischio fisico, altrimenti è solo questione di tempo, si deve uscire dal campo in cui il rischio fisico è il motore principale della nostra vita e scegliere un altro ambito di rischio, magari più mentale ma certamente non meno entusiasmante se si accetta questa logica. Bisogna sapere che prima o poi il fisico chiederà il conto e purtroppo può essere molto salato come la vicenda di Schumacher c’insegna.

La motivazione alle attività outdoor

I giovani che praticano attività all’aria aperta  sono motivati dal desiderio di trascorrere del tempo con la famiglia e gli amici. Mentre una parte degli adolescenti sono motivati ​​da godere del tempo con i propri cari, in questa fascia di età un numero maggiore è motivato dallo svolgere queste stesse attività outdoor. I giovani adulti sono motivati ​​dall’ esercizio fisico e molto meno motivati ​​dalla famiglia e dagli amici.
Cosa ti spinge a partecipare alle attività all’aria aperta?

 

Age 6-12 13-17 18-24
Be with family/friends 77% 69% 49%
Get exercise 66% 72% 74%
Experience excitement/adventure 54% 46% 52%
Develop my skills/abilities 51% 51% 43%
It is cool 45% 31% 18%
Be with people who enjoy the same things  41% 45% 25%
Keep physically fit 36% 55% 59%
Be close to nature 32% 30% 44%
Develop a sense of self-confidence 26% 31% 33%
Enjoy the sounds/smells of nature 26% 27% 39%
Observe the scenic beauty 22% 26% 43%
Gain a sense of accomplishment 22% 31% 39%
Get away from the usual demands 18% 34% 49%
Be with people who share my value 14% 22% 17%
Talk to new/varied people 12% 13% 11%
Experience solitude 5% 11% 26%

 

Un grande umorista per finire l’anno: Beppe Viola

Un allenatore di calcio intervistato alla radio subito dopo la partita: “… e ringrazio tutto il pubblico di Firenze per la sua capienza”.

Un allenatore di calcio: “nel calcio non si può mai dire chi vincerà, perchè c’è sempre quel quiz d’imponderabile”.

Il presidente, non sapendo a quale partita assistere, disse ai giornalisti: “in questi casi mi piacerebbe avere il dono dell’ambiguità”.

Renato Dall’Ara, indimenticato presidente del Bologna, aveva un debole per il latino. “E si ricordi”, disse un giorno, “che per ogni evenienza sine qua non, siamo qua noi!” A un dirigente che voleva assumere un’iniziativa, disse decisamente: “Fiat lux, faccia lui!”

Un capitano della Nazionale rifiutò una coppa di champagne dicendo: “Grazie sono analcolico”.

(Tratte da Beppe Viola, Quelli che …, Baldini e Castoldi, 1992)

 

Top 10 giornalisti sportivi in pericolo

Top 1o giornalisti in pericolo: molto divertenti

Grazie ai miei lettori

Finisco l’ anno con 30.000 contatti in questo blog . Per me è una grande soddisfazione raggiungere tutte queste persone interessate a un settore molto specifico, che riguarda la psicologia della performance. Rappresenta un ampio concetto di performance, perché comprende quelli che camminano o praticano qualche forma leggera di attività fisica, motivati a raggiungere il benessere attraverso il movimento . Riguarda però anche quelli che sono coinvolti in attività più intense, fino agli esploratori e agli atleti. All’interno di questo campo le persone credono che il loro benessere e la soddisfazione personale siano determinati anche dall’attività fisica o sportiva. Parlando ogni giorno su questi argomenti ho trovato che ci sono così tanti temi coinvolti, che mi è diventato evidente che il movimento è una delle attività più importanti degli esseri umani. Non è solo un’attività di svago come abbiamo pensato in passato, ma è un bisogno fondamentale per essere sani e per alimentare positivamente l’autostima. Per queste ragioni ritengo che sia importante parlare di questo argomento ogni giorno, perché dobbiamo praticare su base quotidiana e dobbiamo essere supportati dal nostro network sociale per mantenere un elevato livello di motivazione interiore. Infine, vorrei ringraziare i miei lettori sparsi in tutto il mondo, infatti i più assidui provengono dalla Cina , Stati Uniti, Italia, Australia, Canada e Ukraina . Grazie e Felice Anno Nuovo !

 

Shan, Charlotte e Petra: le donne che vincono gli uomini

Shan Zhang, Charlotte Dujardin e Petra Zublasing sono tre donne che hanno battuto gli uomini nelle più importanti gare internazionali. La prima nel 1992 alle olimpiadi di Barcellona nel tiro al piattello, la seconda alle olimpiadi Londra nel dressage (ed è l’ultima di una lunga serie di vincitrici, poichè agli uomini la vittoria manca dal 1988) e la terza, italiana, ha appena stabilito il record del mondo nella carabina. Nel tiro a volo, perchè ciò non avvenisse più, dalle olimpiadi successive donne e uomini hanno gareggiato separatamente. Niccolò Campriani (oro e argento a Londra nel tiro) e fidanzato di Petra sintetizza così le qualità delle atlete: “Alle olimpiadi se vuoi sapere chi è il più veloce devi vedere i 100 metri maschile, se vuoi sapere chi è il più forte devi vedere la boxe maschile. Ma se vuoi vedere chi è il più forte di testa, devi andare alla finale di tiro. E guardare le ragazze”. Nel medagliere italiano molte atlete sono fra coloro che hanno più vinto: dai dream team della scherma, al tennis femminile, al windsurf con Alessandra Sensini, la canoa con Josefa Idem e il nuoto con Federica Pellegrini che hanno conquistato una numero di titoli che nessun collega maschio ha mai ottenuto. Purtroppo sono poche le ragazze che fanno sport rispetto ai ragazzi, bisognerebbe invertire la tendenza per cui il picco di partecipazione si ha a 11 anni e poi è una costante decrescita. Non vi sono politiche sportive per favorire la partecipazione delle ragazze allo sport e ridurre il fenomeno della dispersione dei talenti. Come in tanti altri campi domina “il fai da te”.

 

Simone Moro di nuovo sul Nanga Parbat

“L’alpinista tedesco David Goettler e il freerider bergamasco Emilio Previtali. Ecco chi ci sarà con Simone Moro nel tentativo di prima salita invernale al Nanga Parbat, 8126 metri, che prenderà ufficialmente il via il prossimo 21 dicembre.

Simone, raccontaci finalmente i dettagli di questa spedizione.
Parto il 21 dicembre, non è un giorno casuale. Come faccio di solito non voglio mettere piede in Pakistan prima che inizi ufficialmente l’inverno perchè secondo me una spedizione per essere definita invernale deve svolgersi completamente durante quella stagione. Voglio insomma tener fede a quello che ho sempre fatto. Saremo in 3. Due alpinisti e uno story teller”, che si occuperà della comunicazione, ma che avrà la possibilità di arrivare comunque in cima se lo vorrà. Gli alpinisti saremo io, capospedizione e organizzatore, e David Goettler, guida alpina e alpinista tedesco di ottime capacità che per anni ha scalato con Gerlinde Kaltenbrunner. Il terzo sarà Emilio Previtali, che avrà il compito di raccontare nel modo più competente e autentico possibile la spedizione. E’ comunque inserito anche lui nel permesso di scalata, potrà salire fin dove se la sentirà.

Tutti aspettavano il nome di Denis Urubko, con cui avevi tentato la salita due anni fa…
Denis non ci sarà. Ha paura di possibili attentati terroristici, dopo quello avvenuto quest’estate al campo base della Diamir, in cui sono morti 11 alpinisti. Ho provato a convincerlo, visto che eravamo stati al Nanga insieme due anni fa, e la via ci era piaciuta. Ma ha preferito evitare, proprio per una questione di rischio. Mi dispiace davvero per Denis. Ma ci tengo a sottolineare che David non è un rimpiazzo.Vado con un tedesco ed è la montagna dei tedeschi, e per loro è un conto aperto. Quindi David sarà motivatissimo.

A te non impensierisce la questione sicurezza?
Devo essere sincero, sarà la prima volta che andò ad un campo base armato. Ho chiesto una scorta armata che spero mi diano, altrimenti mi arrangerò in qualche modo. Ma è solo per precauzione, grandi paure non ne ho: non si rapina due volte la stessa banca. Credo che non correremo pericoli al Nanga Parbat… però meglio essere preparati.

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The line of ascent on Nanga Parbat
UKC News, 05 Dec 2013
© Simone Moro

Ormai tre prime invernali e diversi tentativi all’attivo sugli 8000. E’ più dura in Himalaya o in Karakorum?
Potrei dire che il Karakorum ha un clima più severo dell’Himalaya, dove forse sei forse anche più tranquillo a livello psiologico: sai che esiste un soccorso, la situazione sociale e è diversa. Il clima in Karakorum è più duro. Il Nanga Parbat però è un caso a sè: è in Pakistan ma fa parte dell’Himalaya. E’ un massiccio isolato, è mostruosamente grande, è la montagna più grande della Terra. Non è riparato, i venti saranno opiù cattivi e le finestre di bel tempo più instabili. Il meteo è più bastardo. Non per niente è rimasto l’ultimo da salire in invernale insieme al K2. Io comunque ci provo…. se va questa…”

Intervista di   per montagna.tv

Le migliori immagini di sport del 2013 da Red Bull

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