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Che atleta voglio diventare?

E’ importante e utile porsi la domanda: Quanto voglio diventare bravo/a?
Non è presunzione porsi questa domanda, serve a stabilire un obiettivo e capire quanto devo impegnarmi per raggiungerlo.
Per un giovane non basta avere deciso d’intraprendere la carriera di atleta. La domanda successiva riguarderà quale atleta voglio diventare.
  • Il migliore della mia città?
  • Il migliore in Italia?
  • Un atleta di livello internazionale?
  • Il campione del mondo?
Se non rispondo a queste domande come faccio a sapere se il percorso sportivo in cui sono coinvolto è adeguato per raggiungere il mio obiettivo? Per capire che futuro vogliamo proviamo a rispondere a queste domande ristorate qui sotto.
… siamo motivati alla eccellenza se vogliamo:
  • Portare a termine qualcosa di difficile. 
  • Sentirci pieni di energia.
  • Guidare persone o guidarci con efficacia, efficienza e etica. 
  • Andare oltre gli ostacoli e mantenere elevati standard.
  • Eccellere per noi stessi. 
  • Incrementare la consapevolezza con l’osservazione delle nostre esperienze di successo. 
Per saperne di più su come fare a raggiungere i propri obiettivi e superare le difficoltà scrivetemi tramite questo sito.

Master per Allenatori in Tecniche di Ottimizzazione della Performance Sportiva

Nello sport si parla molto di come sviluppare le competenze psicologiche degli atleti. In questi ultimi 30 anni sono stati formulati programmi che prevedono l’apprendimento delle abilità mentali di base a partire dalla fine dell’infanzia, per poi giungere negli anni dell’adolescenza a piani di allenamento specifici per ogni disciplina sportiva e, infine, a programmi altamente personalizzati per gli atleti di livello assoluto. Un programma così diversificato non è stato invece proposto per chi ricopre la responsabilità di guidare i giovani attraverso queste fasi della loro vita sportiva: gli allenatori.

Le ricerche evidenziano che gli atleti vincenti richiedono allenatori che siano eccellenti, non solo per i programmi di allenamento che propongono ma come leader che li guidano con competenze tecnica e psicologica. Lo stesso sostengono allenatori come José Mourinho quando afferma che chi conosce solo di sport non sarà mai un allenatore di successo, o Jurgen Klopp quando dice che: “Bisogna servirsi della tattica con il cuore. La partita va vissuta intensamente altrimenti è noia”. O Pierluigi Pescosolido, Fiamme oro e allenatore di molti campioni del tiro a volo, con cui da molti anni ci confrontiamo per migliorare continuamente l’allenamento di questi atleti di livello assoluto parlando della gestione della loro vita, della concentrazione nei momenti decisivi, delle competizioni ma anche di come insegnare queste competenze ai giovani junior che si affacciano per la prima volta al mondo competitivo.

Emerge così con forza la rilevanza della dimensione psicologica del lavoro dell’allenatore a livello giovanile e assoluto. Sono queste le ragioni che mi hanno convinto ad accettare l’invito di Psicosport, l’organizzazione che da 28 anni realizza il più longevo e di successo Master in Psicologia dello Sport, a promuovere insieme a un gruppo di esperti un Master TOP per allenatori in Tecniche di Ottimizzazione della Performance Sportiva. L’obiettivo è duplice:

  • Migliorarne le competenze psicologiche in qualità di specialisti della Prestazione.
  • Ottimizzare le loro abilità nel supportare gli atleti a costruire un profilo vincente in ogni impegno della vita sportiva.
Il Master prevede tre moduli formativi:
  1. Auto-sviluppo – Sviluppare le risorse dell’allenatore e la sua comprensione psicologica degli sport.
  2. Eccellenza – Identificare le aree di miglioramento dell’allenatore e sviluppare un piano di azione personale.
  3. Leadership – Conoscere e applicare gli stili di leadership più efficaci.
E’ l’inizio di una nuova impresa. Chi desidera avere più informazioni può visitare il sito di Psicosport.

Quanto tempo spendi per migliorare?

Aristotele diceva che “Noi siamo ciò che facciamo costantemente. L’eccellenza quindi non è un atto ma una abitudine”.

L’eccellenza nasce dall’abitudine a voler migliorarsi con una dedizione pressoché totale. Chi non capisce che questa è la strada da percorrere quotidianamente crede di sopperire con le conoscenze e competenze che già possiede.

Come professionista – allenatore, medico, psicologo, preparatore fisico – quanto tempo spendi per il tuo miglioramento continuativo?

Cosa è per il miglioramento? Imparare nuove competenze? Migliorare l’attuazione di quello che sai già fare? Valutare gli effetti del tuo lavoro  in modo più professionale? Con quale frequenza rifletti su questi aspetti del tuo lavoro?

La valutazione dell’attenzione

Quando si analizzano le cause per cui individui anche molto esperti, come gli atleti di livello assoluto non raggiungono gli obiettivi che si erano prefissati oppure sotto stress non forniscono le prestazioni di cui invece sono capaci, l’importanza del fattore umano prende il sopravvento rispetto al fattore tecnico e professionale.

Cos’hanno in comune i manager e i leader migliori con gli atleti di élite e i corpi speciali dell’esercito?

L’abilità a prestare attenzione, a non farsi distrarre e a rimanere focalizzati su un compito alla volta. 

Quindi il sapere organizzare la propria attenzione è una delle componenti critiche del successo.

In particolare dall’analisi delle dimensioni attentive e delle caratteristiche dei processi decisionali si ottengono informazioni che riguardano:

  1. Percezione immediata dell’ambiente – Si evidenzia quanto un individuo si ritiene abile nel comprendere cosa sta accadendo o sta per succedere nel suo ambiente lavorativo e in che misura si percepisce consapevole di quali sono gli stati d’animo delle persone con cui entra in contatto.
  2. Abilità di analisi e ad avere un pensiero strategico – Si evidenzia quanto un individuo si ritiene abile ad organizzare la propria attività e quella dei collaboratori, se la persona attribuisce responsabilità ai collaboratori e se verifica con regolarità e tempestività i risultati in corso d’opera e  finali.
  3. Abilità a perseguire con efficacia i propri compiti – Si evidenzia quanto un individuo si ritiene abile a perseguire in modo accurato gli obiettivi che si è posto o che gli sono stati forniti dall’azienda, agendo nel modo previsto.
Per ulteriori informazioni scrivere all’indirizzo del blog.

Cristiano Ronaldo è come Michael Jordan

Intervenuto ai microfoni di Juventusnews24 Alberto Cei ha chiarito alcuni aspetti psicologici del mondo del calcio, tra vittorie e sconfitte, soprattutto alla vigilia della ripresa delle attività in Italia, fissata per il 12 giugno.

Leggi l’intervista.

Cristiano Ronaldo appunto, la personificazione del successo attraverso il lavoro costante sul campo e il sacrificio negli allenamenti. La sua etica ricorda un po’ quella del compianto Kobe Bryant, leggenda del basket e dello sport a livello globale. Sono nella stessa sfera di competitività?

«Secondo me qui si parla di voler eccellere. Si usa spesso a sproposito la parola eccellenza: l’eccellenza è una cosa rara, altrimenti non sarebbe tale. È un po’ come quando Sacchi dice che i giocatori che cercava lui dovevano avere una motivazione straordinaria. Secondo me quei livelli di professionismo, come quello di Cristiano Ronaldo e di tanti altri campioni, richiedono quell’approccio altrimenti non stai lì, puoi essere un professionista valido ma è diverso. Abbiamo tutti visto ultimamente “The Last Dance” con la storia di Michael Jordan: Cristiano Ronaldo mi sembra molto simile, ovviamente ci sono le differenze di carattere delle persone ma credo che l’approccio di chi vince le Olimpiadi, come ho potuto constatare nella mia esperienza, sia molto simile. In psicologia dello sport, questo atteggiamento si chiama “perfezionismo positivo” ed è la ricerca di tutto quello che può avvicinare alla perfezione, che è una cosa che ovviamente non esiste, però è positivo perché è funzionale al raggiungimento degli obiettivi, sennò sarebbe un disturbo psicologico».

Cos’è l’eccellenza

 ECCELLENZA

10% Talento & 90% Sudore

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Giusto per ricordarlo a chi l’avesse dimenticato per un momento 

I 10 segreti delle prestazioni eccellenti

  1. Focus solo su quello che stai per fare.
  2. E’ facile ma è difficile farlo con continuità, bisogna allenarsi
  3. Il focus è sul timing dell’azione e mai sull’esecuzione tecnica
  4. L’esecuzione avviene in modo naturale e automatizzato, non è analitica
  5. Cancellare gli errori ritornando ogni volta con la mente al timing dell’azione successiva
  6. Respiro profondo per ridurre tensione eccessiva
  7. Incitamento per aumentare la tensione utile all’azione
  8. Visualizzare l’azione sportiva per eliminare dubbi e preoccupazioni
  9. Divertirsi e avere piacere per quello che si sta facendo
  10. Usare le pause per ristabilire l’energia fisica e mentale per l’azione seguente

 

Eccellenza: fra follia e ambizione di superare i limiti

ricercare l’Eccellenza è una Follia distruttiva

se non si è disposti a Essere Felici per non averla raggiunta.

serve l’Equilibrio della Ragione

perché l’Ambizione a Superare ogni Limite non si trasformi da Prodezza eccellente in pericoloso Eccesso.

Le tre regole d’oro dell’eccellenza

In qualsiasi tipo di prestazione ciò che conta veramente è:

sapere come s’impara,

sapere come si correggono gli errori

e

praticare questi due principi ogni giorno in modo incessante

 

Cos’è la competitività per Errani e Vinci

“Portare a termine qualcosa di difficile. Padroneggiare, manipolare o organizzare oggetti fisici, esseri umani o idee. Farlo il più rapidamente e autonomamente possibile. Andare oltre gli ostacoli e mantenere elevati standard. Eccellere per se stessi. Rivaleggiare e superare gli altri. Incrementare la consapevolezza attraverso l’osservazione delle proprie esperienze di successo frutto del proprio talento.” L’ha scritto H.A. Murray nel 1938. Questo è quanto ci hanno fatto vedere oggi Sara Errani e Roberta Vinci, incredibili vincitrici di Wimbledon.