Archivio mensile per dicembre, 2013

Pagina 3 di 3

Capello: parole chiare e semplici che nessuno dice

Ci vuole un grande allenatore all’estero per dire come stanno le cose.

“Perche’ non voglio piu’ tornare in Italia? Perche’ siamo un paese che cerca sempre scuse per non trovare soluzioni ai problemi, – lo ha dichiarato Capello in esclusiva a RaiSport – noi siamo un popolo che rimedia, che non decide, siamo dei politicanti che non fanno nulla con una certa decisione, che guarda sempre alla propria poltrona e al proprio orto”. Sulle critiche di Antonio Conte per la multa inflitta alla sua Juventus per i cori del bambini contro il portiere dell’Udinese Brkic, il tecnico della nazionale russa dice: “Quello che ha detto Conte non mi interessa. Noi dobbiamo educare i bambini, portarli allo stadio e insegnargli a non fare quelle cose. La colpa e’ di chi accompagna quei bambini, persone preposte ad impedire che certe cose avvengano. Lo speaker dello stadio, per esempio, poteva fare qualcosa”.

Invictus

Sono il capitano della mia anima

Nelson Mandela

“During my lifetime I have dedicated myself to this struggle of the African people,” Mandela said. “I have fought against white domination, and I have fought against black domination. I have cherished the ideal of a democratic and free society in which all persons live together in harmony and with equal opportunities. It is an ideal which I hope to live for and to achieve. But if needs be, it is an ideal for which I am prepared to die.”

Gli errori possono essere i nostri migliori alleati

Chi vuole migliorare in qualsiasi attività dovrebbe essere consapevole che se vuole raggiungere questo obiettivo deve assolutamente imparare dagli errori. E’ una frase che viene spesso ripetuta da coloro che sono responsabili della formazione dei giovani, ma più raramente viene spiegato come fare e più spesso ho sentito dire da un allenatore “Tu non impari mai”. L’atleta ha due alleati importanti: le abilità che possiede e gli errori che commette, ambedue sono estremamente significativi per il suo miglioramento.

Tutti sono convinti che le abilità di un giovane rappresentino i suoi punti di forza, sono le competenze che mette in campo ogni che si allena o gareggia.

Ma gli errori possono essere considerati come alleati?

Certamente che sì! Poichè sbagliare è l’unico modo per allenarsi a uscire dalle difficoltà e per allenare l’attenzione e le emozioni a restare positivamente orientate al successo anche in quei momenti.

I giovani atleti e atlete vanno mentalmente educati ad assumere questo atteggiamento, senza il quale non potranno realizzare appieno il loro potenziale.

Le regole etiche sono troppo vecchie?

Almeno 10 anni fa in una pubblicazione del settote giovanile e scolastico della FIGC dedicata a calcio, scuola e educazione abbiamo scritto.

Qualunque sia il mio ruolo nello sport, anche quello di spettatore, mi impegno a:

  • Fare di ogni incontro sportivo, poco importa la posta in palio e la rilevanza dell’avvenimento, un momento privilegiato, una sorta di festa
  • Conformarmi alle regole e allo spirito dello sport praticato
  • Rispettare i miei avversari come me stesso
  • Accettare le decisioni degli arbitri e dei giudici sportivi, sapendo che, come me, hanno diritto all’errore ma fanno di tutto per commetterlo
  • Evitare l’aggressione nei miei atti, nelle mie parole e nei miei scritti
  • Non usare artifizi nè inganni per ottenere il successo
  • Restare degno nella vittoria come nella sconfitta
  • Aiutare gli altri sportivi, con la mia presenza, la mia esperienza e la mia comprensione
  • Soccorrere ogni sportivo ferito, la cui vita è in pericolo
  • Essere realmente ambasciatore dello sport, aiutando a far rispettare intorno a me i principi qui affermati

Ora invece si sente dire che dire “M….a” è solo una parola come un’altra perchè è ampiamente usata nel linguaggio comune e quindi non è offensiva. E’ chiaro, i ragazzi che insultano i giocatori non sono deliquenti come quelli  che il calcio ci ha abituato a vedere e che non vengono perseguiti. Ciò non toglie che ai bambini vada insegnata l’educazione e a comportarsi in pubblico, in primis dai genitori.

La felicità dell’olimpionico Tom Daley

L’olimpionico inglese di tuffi Tom Daley ha rivelato la sua relazione con un altro uomo in un video emotivamente intenso su YouTube. Daley, 19 anni spiega: “E’ arrivata la primavera quest’anno, la mia vita è molto cambiata da quando ho incontrato qualcuno e ciò mi ha fatto sentire così felice, così sicuro e ogni cosa sembra meravigliosa. E questo qualcuno è un uomo”.

 

E’ questo il rispetto che insegnamo ai nostri bambini?

Durante Juventus-Udinese “per una volta, niente cori discriminatori, né petardi o fumogeni. Ma non sono mancate le note stonate, tra i 12 mila giovanissimi delle scuole piemontesi e delle scuole calcio. A dimostrare che i cattivi esempi hanno contagiato i giovanissimi, si sono uditi distintamente i fischi – anche dalle curve  dei piccoli – quando lo speaker ha letto la formazione dell’Udinese. E poi, con maggior frequenza, ecco il poco simpatico ‘Oooooooh, merda!’ che ha accompagnato molti rinvii del portiere dell’Udinese, Brkic. In particolare, dalla curva Sud, ‘regno’ degli ultras bianconeri”.

Questi episodi raccontano di una cultura sportiva negativa che si va diffondendo già fra i bambini e questo mi spaventa perchè evidentemente gli adulti hanno difficoltà a insegnare valori quali il rispetto dell’avversario e un tifo che sostiene la propria squadra senza esprimersi contro l’altra squadra. Scuola, calcio e genitori dovrebbero affrontare con serietà e in modo concreto e sistematico questo problema anzichè andare ognuno per la propria strada o fare finta di nulla criticandosi vicendevolmente.

12.000 bambini allo stadio contro la violenza

In attesa di prendere in posto in curva Nord, dove contribuiranno a comporre l’incredibile numero di 12.200 bambini che assisteranno a Juve-Udinese, gli alunni di alcune scuole medie della cintura torinese sono stati accompagnati al J-Museum. La casa che raccoglie la storia della Juventus. Una giornata speciale, per questi giovani studenti che si sono aggirati a bocca spalancata tra i vari ambienti dello Stadium. Un bagno nell’epopea bianconera seguita all’incontro con Mariella Scirea e Fabio Grosso. “Datevi sempre degli obiettivi - ha consigliato l’ex terzino e attuale allenatore della Primavera juventina assieme ad Andrea Zanchetta -. Se riguardo al mio percorso professionale ringrazio proprio quei maestri di vita che, da ragazzino, hanno sempre insistito sul concetto di obiettivi da perseguire. E grazie a quegli insegnamenti, se prima ho esordito in A, quindi conquistato la Nazionale e quindi vinto un mondiale. E ancora siate umili, consapevoli dei vostri limiti, ma anche dei vostri talenti”. Mariella Scirea ha invece ricordato quelle serate trascorse a studiare con Gaetano: “Dopo cena ci mettevamo davanti a un testo di Pascoli o Leopardi, anche quando Gaetano era molto stanco dopo un allenamento. Lo stimolo a proseguire gli studi era venuto dall’esigenze di esprimersi al meglio con i giornalisti, e più in generale diceva sempre che l’istruzione è importante”“Consente di esprimere la propria idea, in qualsiasi contesto ci si possa trovare”, ha completato Grosso.

Hai competenze per essere uno psicologo dello sport?

Spesso mi viene chiesto cosa deve sapere fare uno psicologo per definirsi esperto in psicologia dello sport. Allora propongo un elenco di conoscenze e abilità che dovrebbe conoscere e le persone mi guardano stupite come se dovesse essere più facile e invece gli complico la vita mettendo in luce la complessità e le tante sfaccettature di questo lavoro. Altre volte dico più semplicemente di ritornare quando saranno in grado di citare almeno 10 nomi di esperti in psicologia dello sport e di raccontare cosa propongono. Tutti pensano di essere in grado di lavorare in psicologia dello sport, dai motivatori che conoscono a malapena alcuni aspetti della psicologia, agli allenatori che si sentono psicologi, agli psicologi che non hanno voglia di investire su una formazione specifica. Viviamo in una giungla professionale in cui chiunque può fare tutto ma dobbiamo resistere e costruire una professionalità che abbia solide basi scientifiche e sia collegata a quanto viene svolto nel mondo. A questo riguardo l’American Psychological Association ha proposto sul sito della Div 47 relativo alla Psicologia dello sport e dell’esercizio un breve questionario per valutare se stessi e prepararsi a un futuro in questo settore, leggetelo e capirete cosa serve per svolgere questo lavoro con competenza.