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Quanto tempo spendi per migliorare?

Aristotele diceva che “Noi siamo ciò che facciamo costantemente. L’eccellenza quindi non è un atto ma una abitudine”.

L’eccellenza nasce dall’abitudine a voler migliorarsi con una dedizione pressoché totale. Chi non capisce che questa è la strada da percorrere quotidianamente crede di sopperire con le conoscenze e competenze che già possiede.

Come professionista – allenatore, medico, psicologo, preparatore fisico – quanto tempo spendi per il tuo miglioramento continuativo?

Cosa è per il miglioramento? Imparare nuove competenze? Migliorare l’attuazione di quello che sai già fare? Valutare gli effetti del tuo lavoro  in modo più professionale? Con quale frequenza rifletti su questi aspetti del tuo lavoro?

Noi siamo ciò che facciamo quotidianamente

Aristotele diceva che “Noi siamo ciò che facciamo costantemente. L’eccellenza quindi non è un atto ma una abitudine.” Infatti lo sport è pieno di storie di giovani che sono stati rovinati dal loro talento (fisico e tecnico), perchè hanno pensato che questo dono fosse sufficiente per avere successo e quando poi la vita li ha messi di fronte alle prove decisive loro hanno perso e sono scomparsi. Perchè noi siano ciò che facciamo quotidianamente, studio, lavoro e per gli atleti allenamento. Quindi l’eccellenza nasce dall’abitudine a allenarsi con una dedizione pressochè totale. Chi non capisce che questo è la strada da percorrere quotidiamente crede di sopperire con il proprio talento naturale; purtroppo è solo un’illusione che alle prime asperità verrà demolita.

L’eccellenza è un’abitudine

Aristotele diceva che “Noi siamo ciò che facciamo costantemente. L’eccellenza quindi non è un atto ma una abitudine.” In semifinale vincerà la squadra che si sarà più allenata a gestire lo stress agonistico e a lottare in ogni momento di gioco fino alla fine, indipendentemente dal risultato parziale che si andrà manifestando.