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Nel tiro a volo l’umore dell’atleta determina la prestazione

Le ultime due domeniche sono stato con ragazzi/e del tiro a volo di 16/19 e mi sono reso conto di quanto sia importante per loro anche in allenamento essere sostenuti da un umore sereno e tranquillo. Il tiro al piattello è un sport che richiede prima del tiro una condizione di concentrazione totale seguita subito dopo da una fase di distensione e di attesa di circa 40 secondi prima del tiro successivo e questa ituazione psicologica si ripete per 25 volte, che costituisce il numero di tiri da eseguire per ogni prova. La convizione di eseguire con efficacia la propria azione sportiva e di conseguenza di rompere il piattello, si basa su uno stato mentale di serenità che quando viene a mancare apre la strada a mille dubbi che ostacolano la prestazione. A questi giovani atleti viene, quindi, richiesto di mettersi per 25 volte in questo stato mentale e soprattutto dopo avere commesso un errore non è facile allontanare i pensieri critici che appaiono alla mente e rimettersi concentrati sul tiro successivo. Eseguire questo compito, di ritrovare rapidamente la serenità dopo un errore è un esercizio che educa la loro mente a reagire sempre in positivo, pena altrimenti la possibilità molto concreta di commetterne subito dopo un altro. Cosa che d’altro canto può accadere, poichè è impossibile non sbagliare. Quindi questo esercizio di rilassarsi e concentrarsi deve essere eseguito ogni volta, sapendo che in ogni caso qualche piattello non verrà ugualmente colpito, chi è più costante in questo esercizio migliorerà più rapidamente degli altri. Ci si allena così a mantenere un umore sereno e tranquillo nella consapevolezza che è alla base della convinzione di sapere affrontare il prossimo bersaglio.

Giovanni Pellielo: gli insegnamenti di un campione

Giovanni Pellielo, 25 anni di tiro a volo, tre campionati del mondo vinti nella fossa olimpica, tre medaglie olimpiche per ricordare solo i successi più importanti. Con questa storia avrebbe potuto smettere e intraprendere un’altra carriera, diventando il personal coach di qualche giovane talento su cui riversare le sue competenze. Ma non ha scelto questa strada. Ha Londra non è entrato in finale, certamente la sua prestazione era stata positiva con 121 piattelli centrati su 125 ma inutile per entrare in finale. Nel mondo rarefatto dei campioni del piattello si è così cominciata a diffondere l’idea che Pellielo fosse finito, altri erano ora i vincitori. Pellielo, come prima di lui Tiger Woods e Federica Pellegrini, non c’è stato a questa idea ed è tornato a prepararsi. I risultati, alla prima importante gara nazionale ha vinto con 124 piattelli presi su 125 e alla successiva prova di Coppa del Mondo ha pensato bene di migliorarsi prendendone 1 in più 125 presi su 125. Ora può stare tranquillo che nessuno più pensa che è finito. Tenacia, fiducia, orgoglio? Non si diventa campioni per nulla!

Sei capace a mettere da parte le brutte prestazioni?

Sono qui a Malta per seguire la gara di un amico del tiro a volo. Oggi a fatto 23 su 25 la prima serie e poi ha fatto 19 e 23. Domani ha ancora due prove per mostrare che il 19 è stato solo un incidente di percorso. Altra storia, la Juventus sta giocando con il Pescara, partita sulla carta facile ma che è indispensabile vincere per mantenere elevato l’umore e la fiducia della squadra e per  mostrare a se stessi che la sconfitta con il Bayern è stato un incidente di percorso il cui impatto psicologico può essere recuperato con una bella prestazione.

Cosa c’entrano questi due esempi così distanti fra loro per livello e interessi coinvolti: che in ogni caso quando si gareggia non importa cosa hai fatto prima, conta solo riuscire a fornire la migliore prestazione di cui si è capaci alla prossima occasione. Ciò che è stato è solo una storia che bisogna riuscire a mettere da parte.

99/100 = Jessica Rossi

Jessica Rossi ha vinto l’oro nella tiro a volo, fossa olimpica, con un punteggio incredibile di 99 su 100, nuovo record del mondo e olimpico. Rossi ha venti anni ed è un talento dello sport italiano. E’ la dimostrazione che investire sui giovani è un investimento efficace e da fare anche in uno sport in cui si può gareggiare sino a oltre 40 anni. Ha dimostrato che calma e concentrazione non sono abilità che si acquisiscono solo in età più avanzate ma possono già guidare a una grande impresa una giovane atleta.

Non sempre i miracoli riescono

Seguire le ultime fasi della preparazione psicologica di un atleta di livello mondiale assoluto è difficile quando si è a migliaia di km di distanza. E’ stato il caso del lavoro svolto con la squadra italiana di double trap, purtroppo non sono entrati in finale. Più amaro questo risultato per Francesco D’Aniello che ha mancato questo obiettivo per un solo piattello. Non è bastato sentirsi mezz’ora prima dell’inizio della gara o scambiarsi in questi giorni dei messaggi. Lo stesso vale per Daniele Di Spigno, un atleta ritornato a ottimi livelli mondiali, ma che come ha detto “non sono riuscito a cavalcare l’onda,” Perché lo stress agonistico in queste gare si manifesta all’improvviso, spesso proprio quando si sta facendo bene. In questi casi bisogna avere accanto persone di fiducia e esperte che possano aiutare a superare questi momenti. Non sempre si riesce, ma perché rinunciare a questa opportunità quando l’obiettivo è quello di vincere. Non sempre i miracoli riescono.

Londra 2012: ormai ci siamo

Gli atleti che preparo mentalmente all’impegno olimpico sono ormai pronti, si tratta di fare passare questi 10 giorni che li separano dall’arrivo a Londra, dove inizierà l’ultima e breve fase di adattamento al campo in cui si svolgerà la gara. Il 26 luglio saranno chiusi e da quel momento ci sarà solo più un giorno di allenamento ufficiale e poi la gara. Questo è il momento della calma, la preparazione è stata ultimata, si deve smaltire la fatica e lo stress di una preparazione durata almeno due anni. Ora bisogna fare come i cammelli che si preparano a un viaggio nel deserto, accumulare energia, riposare il fisico ma soprattutto la mente, stare con le persone di cui si ha fiducia e con cui è facile trascorrere il tempo. La tensione salirà da due/tre giorni prima e si dovrà parcheggiarla nel fondo della mente e svegliarsi il giorno della gara con la sensazione profonda di essere pronti a dare il meglio di sé.

Tiro a volo: soddisfazioni alla preolimpica di Londra

Il tiro a volo è uno sport di cui poco si parla ma che ha dato molte soddisfazioni alle olimpiadi. In questi giorni è in corso la gara preolimpica sul campo di Londra ed è la prima e unica occasione in cui è possibile conoscere il campo e capirne le caratteristiche. Le condizioni atmosferiche sono piuttosto negative, fa freddo e i piattelli che escono a più di 100km orari sono soggetti all’influenza del vento. E’ un gara importante, non solo perchè qualifica per la finale di coppa del mondo ma soprattutto perchè ottenere una buona prestazione determina una condizione mentale positive e ottimista in relazione alla gara per cui ci si sta preparando da 4 anni. Francesco D’Aniello, argento a Pechino, e Daniele Di Spigno, atleti che seguo da anni, sono arrivati secondo e terzo. La vittoria è mancata per un piattello a D’Aniello che al termine della finale era a pari merito con un avversario e che nello spareggio che ne seguito è stato per il primo fra i due a sbagliare. Anche Di Spigno si è trovato nella stessa condizione ma ha vinto il suo spareggio per il terzo e quarto posto. E’ uno sport in cui si perde o si vince per un piattello (su 200 bersagli), la padronanza tecnica è fondamentale ma se a questa non si associa le voglia di vincere non si riesce a gestire la tensione che si prova quando si è consapevoli che un singolo errore può determinare prima l’esclusione dalla finale a sei tiratori e poi il podio.

Motivazione e riduzione della prestazione

Negli sport in cui si gioca punto su punto (il tennis) o in quelli di precisione dove ogni tiro è importante è facile avere dei cali di motivazione mentre si gareggia. Questi episodi hanno quasi sempre un esito negativo, determinando così il presentarsi di altri errori che peggiorano la prestazione.  I cali di motivazione sono dovuti al fatto che si ricerca la perfezione e l’eccellenza ma che è difficilissmo da raggiungere, a quel punto non riuscendoci  vengono scelte due vie inefficaci. La prima consiste nel ridurre l’impegno perchè tanto non è servito per produrre il massimo del risultato. La seconda consiste nel provare a concentrarsi ancora di più, con l’effetto di perdere la fluidità e la prontezza dell’esecuzione tecnica. Questo problemma può presentarsi a chiunque, alla Schiavone nel tennis che sta passando un periodo di difficoltà,  agli atleti del tiro a volo con cui sto lavorando in questi giorni o alle squadre che, come la Roma, quando sono in svantaggio hanno problemi a reagire.

L’importanza della mente dai numeri

Giacchè sono ai campionati del mondo di tiro a volo: qualche numero per spiegare quanto la mente sia decisiva nelle prestazioni sportive, proprio di quelle dei fortissimi. Una gara si svolge su cinque serie da 25 piattelli, in due giorni, per un totale di 125 piattelli, che se vengono presi tutti corrisponde al punteggio massimo. I primi nove atleti hanno preso 122 piattelli su 125 e il 47% degli errori li hanno fatti nella prima e nell’ultima serie. Quindi all’inizio perchè non hanno saputo gestire lo stress dovuto al cominciare bene un mondiale e nell’ultima serie perchè, anche in questo caso, dovevano controllare la tensione della fase finale in cui è sempre crescente, soprattutto quando stai fornendo un’ottima prestazione. Lo stesso andamento ha avuto chi ha sbagliato 4/5 piattelli su 125, questi atleti nella prima e nell’ultima serie hanno accumulato il 48% degli errori. Lo stesso fenomeno si è verificato con quelli che sono stati leggermente meno bravi, sbagliando 6/7 piattelli, anche per loro il 48% degli sbagli è andato sempre in queste due serie. Al contrario nelle seconda e nella terza serie sono stati compiuti da tutti un numero minore di errori. Partendo dai numeri di chi commette pochi errori, ne deriva che le fasi iniziali (prima serie) e finali (quinta serie) sono quelle in cui il controllo dello stress viene messo maggiormente a dura prova. Inoltre, fra i sei atleti che sono andati in finale solo tre non hanno fatto errori nell’ultima serie, mentre due ne hanno fatto uno e un altro ne ha fatti due. Possono sembrare insignificanti questi errori, ma valgono oro per chi su 125 colpi ne sbaglia al massimo tre, e  i numeri aiutano a capire come ci si deve allenare.

Lo sport è in decadenza

Sulla Repubblica di oggi Fabrizio Bocca si pone la questione se lo sport italiano sia in decadenza visti i recenti risultati di calcio, basket e atletica. Ovviamente in relazione a queste discipline non si può certo dire che siamo ai vertici. La questione è comunque complessa e una risposta risiede di certo nella possibilità di fare lavorare allenatori capaci. A tale scopo faccio un esempio che conosco direttamente in uno sport, il tiro a volo in cui siamo fra le nazioni più forti. Ebbene in questo sport vi è da noi mancanza di allenatori, abbiamo bravi istruttori che insegnano la tecnica ma quasi nesun allenatore fatta eccezione per quelli della nazionale. Ci salviamo perchè chi è forte ha davanti una carriera molto lunga potendo vincere un’olimpiade anche oltre i 40 anni. Il punto è che gli allenatori italiani esperti ci sarebbero ma allenano all”estero. Infatti siamo un paese esportatore di competenza e alleniamo in Brasile, Cipro, India, Iran, Danimarca e Turchia, perchè si dice che da noi non ci sono i soldi. Allora un aspetto dello sport italiano è di non fare fuggire i migliori allenatori e di fornirgli opportunità vantaggiose di carriera, altrimenti è scontato che, proprio perchè sono bravi, non rimarranno qui a perdere tempo.