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Nel tennis è decisivo accettare le sconfitte

Non sono un esperto di statistica del tennis però mi è venuta la curiosità di sapere quante partite si perdono in una carriera comunque vincente. Ho condotto questa ricerca  solo su alcune ragazze, anche se mi auguro che qualcuno abbia fatto studi approfonditi sul rapporto tra partite vinte e perse. I risultati sono stati per me interessanti per comprendere le situazioni che tenniste si trovano a vivere più di frequente e quali possano esserne le implicazioni psicologiche.

tenniste           giocate    vinte   perse   %

Camila Giorgi   322        193    129    59

Karin Knapp    519        314    205    60

F. Schiavone    902        526    376    58

Sara Errani      617        368     249    59

R. Vinci           843         520    323    61

S. Williams      764         650     114    85

M. Sharapova  672         535     137   79

Emerge che fatta eccezione per le prime al mondo e vincitrici di almeno un torneo del Grande Slam, come la Williams e la Sharapova, che perdono in media 2 partite su 10 giocate. Per le altre pur se fra le migliori al mondo la percentuale di partite perse è molto elevata, mediamente ben 4 su 10. Il tennis, forse più di ogni altro sport visto anche l’elevato numero di tornei giocati ogni anno, richiede la capacità di sapere ammortizzare le sconfitte poiché sono un evento frequente e ripetitivo. Solo pochissime atlete al mondo non rientrano in questa categoria poiché hanno una percentuale di successo estremamente elevata, per tutte le altre è necessario risollevarsi immediatamente da una sconfitta altrimenti si rischia di cadere in una serie negativa, data l’alta probabilità di perdere che è sempre presente.

Sulla base di queste considerazioni risulta evidente la necessità da parte delle tenniste di migliorare molto dal punto di vista della reazione mentale agli insuccessi, altrimenti corrono il rischio di entrare in una spirale negativa da cui è più difficile uscire.

Motivazione e riduzione della prestazione

Negli sport in cui si gioca punto su punto (il tennis) o in quelli di precisione dove ogni tiro è importante è facile avere dei cali di motivazione mentre si gareggia. Questi episodi hanno quasi sempre un esito negativo, determinando così il presentarsi di altri errori che peggiorano la prestazione.  I cali di motivazione sono dovuti al fatto che si ricerca la perfezione e l’eccellenza ma che è difficilissmo da raggiungere, a quel punto non riuscendoci  vengono scelte due vie inefficaci. La prima consiste nel ridurre l’impegno perchè tanto non è servito per produrre il massimo del risultato. La seconda consiste nel provare a concentrarsi ancora di più, con l’effetto di perdere la fluidità e la prontezza dell’esecuzione tecnica. Questo problemma può presentarsi a chiunque, alla Schiavone nel tennis che sta passando un periodo di difficoltà,  agli atleti del tiro a volo con cui sto lavorando in questi giorni o alle squadre che, come la Roma, quando sono in svantaggio hanno problemi a reagire.

W i campioni

W la Schiavone e Rossi due modi diversi di vincere ma uguali per determinazione, talento e intelligenza. Trascinatori di entusiasmo, guardiamoli finchè ci sono. Li ringrazio per darci queste boccate di ossigeno.