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Uscire dalla malattia con il gioco di squadra

Sintini con la moglie al Giro d'Italia

Giacomo Sintini è un giocatore di pallavolo, alzatore della squadra campione d’Italia. Ma lo scorso anno la situazione era molto diversa. Jack non è più quello di prima, ha continui dolori a livello delle costole e della scapola. Bastano pochi esami per capire che la situazione è davvero grave. «I forti dolori che sentivo -spiega Jack- erano dovuti a delle continue microfratture nelle costole. Ma i traumi dello sport non c’entravano nulla. All’interno di un osso era presente una lesione tumorale in continua crescita capace di assottigliarmi sempre di più le costole e causarmi forti dolori. Si trattava di un linfoma al IV stadio di sviluppo». Una diagnosi spietata capace di mettere KO chiunque, anche un tipo forte come Giacomo Sintini. «E’ tutto finito. Non puoi che pensare così quando ti dicono che hai un cancro. Gli ematologi mi avevano confermato che la situazione era abbastanza grave. Io e la mia famiglia rimanemmo pietrificati, completamente in preda allo sconforto» spiega Sintini. Oggi ha sconfitto questa malattia, grazie alle cure ricevute ma è lui stesso a affermare che è stato un vero proprio lavoro di squadra quello fatto insieme ai medici e alla sua famiglia, che gli ha impedito anche nei momenti più dolorosi di non perdere la speranza di potere guarire. (www.fondazioneveronesi.it/la-tua-salute/giro-d-italia/guarire-grazie-alla-ricerca-il-cancro-si-pu-sconfiggere-parola-di-giacomo-sintini/4504)

La spettacolarità del Badminton uno sport poco diffuso in Italia

Il badminton è uno sport quasi sconosciuto alla maggior parte degli italiani. E’ uno sport olimpico in cui primeggiano gli asiatici, gli inglesi e i danesi. Oltre all’abilità tecnica richiede prontezza fisica e mentale. E’ uno sport che permette di raggiungere l’alto livello internazionale anche se viene iniziato tardi, tra 16-20 anni.

In questo caso può essere praticato soprattutto da tennisti e pallavolisti che decidano di cambiare sport perchè non sono più soddisfatti di quel gioco o perchè non hanno ottenuto i risultati che speravano. Ad esempio, in relazione alla pallavolo ho in mente quei giovani che sono competitivi ma che se pur dotati fisicamente non hanno però raggiunto l’altezza necessaria per giocare in una squadra di alto livello, ecco che il badminton potrebbe rappresentare per loro un’opportunità per esprimere il loro talento agonistico e magari ottenere anche un posto in nazionale. Dico questo perchè molte esperienze effettuate in altre nazioni dimostrano come gli atleti evoluti imparano molto rapidamente uno sport che ha delle affinità con quello di origine (ad esempio pallavolo/tennis e badminton)  e se vi dedicano un tempo significativo nel giro di 3/4 anni possono partecipare a gare internazionali. 

Questo non significa sottrarre atleti ad altri sport ma permettere ai giovani che lo vogliono di valorizzare il loro talento sportivo in discipline in cui possono ottenerlo lasciando quelle in cui, per motivi diversi, non sono riusciti a emergere come avrebbero voluto.

Chi vuole avere notizie di questo progetto può scrivere a: http://www.badmintonitalia.it/la-federazione/contatti.html

Non va dimenticato che il badminton è pure molto spettacolare e adrenalinico come si può vedere in questo video:

Julien Maio badminton amazing shot

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=4r6H9mUgcA8

 

Un altro allenatore si dimette per stress

Scrivo spesso della difficoltà di gestire lo stress. Questo è un problema non solo per gli atleti ma lo sta diventando sempre più anche per gli allenatori. Guardiola si è dimesso perchè sentiva il bisogno di prendersi un periodo di riposo. L’allenatore del Sydney con l’arrivo di Del Piero ha vissuto un periodo di stress intenso e anche lui si è dimesso. Ora è stato il turno di Alekno, ct della nazionale russa di volley  oro a Londra: anche lui si dimesso per troppo stress. Mi auguro che queste storie insegnino agli allenatori a formarsi maggiormente dal punto di vista psicologico.

Pessima la prima della pallavolo

La nazionale di pallavolo maschile ha giocato una pessima partita contro la Polonia, soprattutto ha perso la testa. Il giocatore più esperto, Mastrangelo, ha litigato con l’arbitro e la squadra nel quarto set si è sciolta. L’allenatore non è stato capace nei time out di trasmettere voglia di giocare. Questa sconfitta non compromette il percorso olimpico ma l’assenza di una reazione positiva della squadra deve essere compresa e risolta, altrimenti accompagnerà la squadra come un fantasma pronto a rovinare il gioco in qualsiasi momento del torneo.

Testa, cuore, gambe

Testa, cuore e gambe. Ha detto Conte che sono queste e in questo ordine le caratteristiche della Juventus che ha vinto lo scudetto. E’ importante che un allenatore lo riconosca perché spererei diventi una moda a cui tutti gli allenatori dei giovani vogliano riferirsi. Abbiamo vissuto forse almeno 15 anni in cui ciò che contava era lo schema, la tattica insegnata già ai bambini e mai un esercizio per insegnargli a ragionare con la propria testa e farsi guidare dal cuore.

Non è un’idea certamente nuova, nel 1984 quando ho seguito per la prima volta una nazionale, quella femminile di pallavolo, l’allenatore cinese diceva le stesse cose: prima testa e cuore e poi la tecnica. La sua idea era che le riserve dovevano essere molto motivate e brave nell’impegnarsi a mettere in difficoltà le titolari, perché solo in questo modo chi avrebbe alla fine giocato sarebbe stata pronta a affrontare qualsiasi avversaria, proprio perché in allenamento avevano dovuto sempre usare la testa e il cuore.

L’importanza di avere un progetto

L’Iran di pallavolo ha battuto ieri la Serbia, dopo avere vinto il campionato asiatico di pallavolo. Significa che quando si costruisce un programma di sviluppo e si sceglie un grande allenatore, in questo caso è Julio Velasco, magari non si vincerà il campionato del mondo ma si dà l’opportunità di fare un salto di qualità enorme e di ottenere successi impensati sino a quel momento. Fare parte di un programma fornisce energie eccezionali all’impegno e alla dedizione, l’allenatore che sa sfrutttare questa condizione mentale di gruppo otterrà in breve tempo risultati che in altri ambienti ne avrebbero richiesto di più e con maggiori attriti con la squadra.

L’Italia è seconda agli europei di pallavolo

Mi è piaciuta la partita dell’Italia di pallavolo che ha mantenuto una tensione giusta in tutti set. Dal punto di vista della mentalità a mio avviso sono stati troppi gli errori in battuta e poi nell’ultimo set due punti sono stati persi per incomprensione tra due giocatori del tipo “la prendo io o la prendi tu” e poi l’ultimo punto dell’incontro con la palla giudicata fuori mentre era dentro. Quando si gioca punto su punto sono mancanze gravi, attribuibili all’approccio mentale di quei momenti. Non a caso l’allenatore italiano durante i time out ha spesso incitato la squadra a mantenere una costante attenzione e determinazione su ogni palla. Squadra che deve continuare a crescere soprattutto sul versante agonistico in vista del traguardo olimpico e guidata sul campo da Mastrangelo.

Non dare nulla per scontato

Nello sport l’errore è sempre in agguato. Frase scontata solo all’apparenza perchè altrimenti non ci stupiremmo quando le cose non vanno come avrebbero dovuto. L’Inter, è una squadra fortissima e vincente ma in questo momento non lo è più. La Ferrari: errore banale e perde il mondiale. La nazionale di pallavolo femminile ai mondiali non ha funzionato. Non si vuole analizzare le cause ma sottolineare che non è scontato ripetersi: “Abbiamo vinto e allora vinceremo un’altra volta.” E’ molto più probabile l’opposto: “Giacchè abbiamo vinto, non vinceremo”, perchè può essere che non si abbia più voglia di vincere o di continuare a fare gli stessi sacrifici. Perchè i giocatori sono stanchi e meno motivati o perchè la sicurezza di raggiungere il risultato fa affrontare le situazioni con più superficialità. La presunzione è il punto debole dei forti, perchè non si ha più voglia di fare tutte quelle cose che non piacciono ma che sono necessarie per vincere.

E’ mancato un giocatore: l’entusiasmo

Le sconfitte hanno molti padri, nonostante la buona volontà dimostrata dai protagonisti. Dal punto di vista della componente mentale la nazionale di pallavolo non ha retto l’urto della sconfitta di ieri con il Brasile. Oggi come ha detto Lucchetta è mancato l’entusiasmo, la gioia di stare in campo nonostante le difficoltà. Perchè questa è una componente essenziale delle squadre che da se stesse pretendono il massimo. Forse la Serbia avrebbe vinto lo stesso, ma non bisogna lasciarsi andare a errori banali solo perchè il morale sta calando. Giocare punto a punto richiede uno sforzo mentale immenso, ma solo se si è predisposti a farlo si può conoscere i propri limiti. E’ mancato un leader in campo che durante i cali di rendimento fornisse, anche con un urlo, una ragione per non subire e per fare esattamente quello che si è capaci di fare se si è pronti mentalmente. Questo è lo scalino, a mio avviso, che divide quelli che sono forti dai fortissimmi. Sotto con l’allenamento mentale.

Lo stile costruttivo di Anastasi

Anastasi, allenatore della nazionale di pallavolo, nell’intervista televisiva data al termine della partita con gli USA ha fornito una dimostrazione di come un allenatore vincente possa rispondere alle domande, anche tecniche e sulle sue scelte, in modo chiaro e comprensibile, senza mostrare la presunzione di altri, che invece si dimostrano offesi e stupiti quando gli si rivolgono domande sulle decisioni prese durante l’incontro, rimandandole ad altri momenti pubblici, che ovviamente non ci saranno mai. Sono anche questi i fatti che ci fanno amare lo sport e apprezzare i protagonisti, molto più di qualsiasi Operazione simpatia.