Archivio mensile per novembre, 2023

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Mindfulness e consapevolezza positiva di se stessi

La pratica della mindfulness può essere estremamente utile nel focalizzarsi sulle qualità positive di sé stessi e nel mantenere la concentrazione su ciò che è bello e significativo nella propria vita. Ecco un possibile programma di mindfulness per restare concentrati sulle cose belle di sé stessi:

  1. Consapevolezza del respiro - Inizia con una pratica di respirazione consapevole. Trova un posto tranquillo, sediti o sdraiati comodamente e porta l’attenzione al respiro. Nota come l’aria entra ed esce dal tuo corpo. Questo aiuta a calmare la mente e ad entrare in uno stato di presenza nel momento presente.
  2. Riconoscere i pensieri positivi - Durante la giornata, presta attenzione ai pensieri positivi su te stesso. Quando emergono pensieri di apprezzamento, gratitudine o amore verso te stesso, prenditi un momento per riconoscerli senza giudizio. Potresti annotarli in un diario per mantenere traccia di essi.
  3. Pratica della gratitudine verso se stessi - Dedica del tempo ogni giorno per riflettere su almeno tre cose che ami di te stesso o di cui sei grato. Potrebbero essere abilità, qualità personali, relazioni o anche piccoli successi quotidiani. Focalizzati su come queste cose positive influenzano la tua vita.
  4. Ascolto attivo e compassione - Quando interagisci con gli altri, pratica l’ascolto attivo. Presta attenzione a ciò che dicono di positivo su di te o sulle tue azioni. Anche se potrebbero essere piccole cose, accoglile con gratitudine e compassione verso te stesso.
  5. Mindfulness nel movimento - Durante le attività quotidiane come fare una passeggiata, fare stretching o svolgere lavori domestici, sii consapevole dei movimenti del tuo corpo e delle sensazioni che provi. Questo ti aiuta a mantenere la consapevolezza del momento presente e ad apprezzare la tua capacità fisica.
  6. Mindfulness nel tempo libero - Quando hai tempo libero, dedica del tempo a te stesso senza distrazioni esterne. Puoi praticare la meditazione guidata, ascoltare musica rilassante, leggere un libro che ti ispira o fare attività che ti mettono in contatto con te stesso e le tue passioni.
  7. Auto-riflessione giornaliera - Prima di andare a letto, prenditi alcuni minuti per riflettere sulla giornata appena trascorsa. Osserva e riconosci i momenti in cui hai coltivato pensieri positivi su te stesso o hai praticato la gratitudine. Questa pratica può aiutare a consolidare una mentalità positiva.
  8. Visualizzazione positiva - Dedica del tempo ogni giorno alla visualizzazione di te stesso in situazioni positive e gratificanti. Immagina te stesso mentre realizzi i tuoi obiettivi, mentre ti senti pienamente felice e realizzato. Questa pratica può aiutarti a creare una connessione emotiva con i tuoi desideri e obiettivi, rinforzando una mentalità positiva.
  9. Cultivare la gentilezza verso sé stessi - Pratica la gentilezza verso te stesso come faresti con un amico caro. Quando ti trovi ad affrontare difficoltà o momenti di auto-critica, sii compassionevole e gentile verso te stesso anziché giudicarti severamente. Usa frasi rassicuranti e amorevoli per supportarti in momenti di sfida.
  10. Creare uno spazio sicuro interno - Dedica del tempo ogni giorno per creare uno spazio interno di calma e serenità. Questo può essere fatto attraverso la meditazione, la visualizzazione o la ripetizione di affermazioni positive. Questo spazio interno diventa un luogo dove puoi ritirarti quando hai bisogno di rinnovare la tua energia e rafforzare la tua fiducia in te stesso.

Ricorda che la pratica della mindfulness richiede tempo e costanza. Mantenere un atteggiamento gentile e compassionevole verso te stesso è fondamentale. Questo programma può essere adattato e personalizzato in base alle tue esigenze e preferenze individuali.

Marie-Louise Eta allenerà in Bundesliga

Novità storica per il calcio professionista, Marie-Louise Eta,  sarà la prima donna su una panchina della Bundesliga nel ruolo di vice di Marco Grote nuovo allenatore dell’Union Berlino.  E’ stata centrocampista di Potsdam, Amburgo, Cloppenburg e Werder Brema, Eta, 32 anni, è entrata la scorsa estate nello staff tecnico dell’Union, fino a scalarne velocemente le gerarchie. Mai una donna ha allenato in Bundesliga,

Non è la prima volta che una donna allena gli uomini, non solo nel calcio. In Germania era già accaduto con Inka Grings, che ha guidato al’Al-Ahly di Al-Gadaref. Così come Helena Costa, portoghese, che in Francia è stata lè stata l’allenatrice del Clermont o Milagros ‘Mila’ Martinez, prima in Giappone e poi in Messico.

In Italia, Patrizia Panico, ex attaccante di Lazio e Nazionale (110 gol in 204 partite), allenatrice fella Fiorentina, femminile,  dal 2017 al 2021 si è occupata delle squadre azzurre maschili, a volte come vice altre come titolare della panchina.

Nell’NBA  Becky Hammon è diventata allenatrice e Paul Gasol ha così commentato: «In 72 anni non c’è mai stata una donna allenatrice capo in NBA… Becky Hammon può allenare in NBA. Punto. L’ho visto in allenamento quando ha notato problemi e punti più di altri coach, dopo non ho più avuto un passaggio sbagliato in tutta la stagione».

Notevole la risposta di Imke Wübbenhorst, durante la sua esperienza sulla panchina del Bv Cloppenburg (Germania), ai giornalisti che le chiedevano se i giocatori indossassero i pantaloni prima che lei entrasse nello spogliatoio: «Certo che no – disse –. Sono una professionista. Scelgo i calciatori per le dimensioni del loro pene».

Cosa pensi prima di una gara?

Volere passare tutto il tempo a pensare a quello che farai, non a quello che succederà. Questo funziona. Sono sicuro che funziona.

Troppo spesso gli atleti pensano al risultato che vogliono raggiungere, si dicono “salterò quella misura, farò quel tiro, farò quel punto, farò un goal”. Questi pensieri strutturano il futuro ma non dicono nulla su cosa l’atleta farà.

Lo scopo è concentrarsi su ciò che si vuole fare, che corrisponde a fare ciò che si sa fare.  Questo approccio mentale stimola la convinzione, che a sua volta è  basata proprio sulle esperienze passate positive. Quindi, l’allenamento nel periodo di gara deve riguardare il ripetere in prevalenza quello che si sa fare, non ci si vuole di certo mettere dei dubbi prima di una gara.

Quanti lavorano in questo modo  e quanti invece sino all’ultimo giorno s’impegnano a fare delle correzioni? Come si può avere una forte convinzione nelle proprie competenze se fino all’ultimo si lavora sui difetti?

Si migliora non solo perfezionando le proprie competenze ma anche facendo sempre più spesso quello che si sa fare. E come può avvenire questo, se l’allenamento pone sempre nuove sfide e mai pone l’accento sulla continuità?

Spero di avere fornito alcuni spunti di riflessione.

L’importanza della coesione di squadra

Gli allenatori vengono esonerati sulla base di risultati deludenti ma non sempre c’è una risposta univoca per identificare le ragioni che hanno determinato le prestazioni negative di una squadra, che in questo caso corrisponde al Napoli. Nelle aziende è risaputo che le performance migliori sono prodotte da individui e team che sono motivati e ben pagati. Nelle squadre professionistiche la dimensione economica non rappresenta un problema invalicabile mentre la carenza di motivazione rappresenta un problema grave.
La motivazione mostrata in campo dalla squadra è la rappresentazione del rapporto allenatore-calciatore positivo o negativo. Vi sono dei modi per favorirla che ogni allenatore dovrebbe conoscere, fra questi: favorire la partecipazione, ascoltando le indicazioni dei giocatori, premiare i comportamenti altruistici e di collaborazione,  attribuire a ognuno obiettivi sfidanti e raggiungibili, richiedere e favorire l’impegno massimo e rinforzarlo costantemente, sostenere sempre la squadra quando è in difficoltà pur impegnandosi al massimo, spendere del tempo per valutare con i giocatori l’impegno dato in allenamento e partita.
Se questo approccio non viene seguito è facile che i calciatori comincino a non giocare come sanno, riducendo il loro impegno. I grandi obiettivi vengono perseguiti solo in un ambiente in cui la collaborazione in campo è coltivata come un bene prezioso. quando alcuni giocatori significativi si sentono esclusi dall’allenatore di solito tutto il sistema si ribella, ancor più quando si viene da una stagione prodigiosa come quella passata. L’allenatore è il capo assoluto della squadra ma non può imporre le sue idee servendosi del meccanismo di esclusione di alcuni giocatori.
La nazionale femminile di pallavolo è un altro recente esempio di questo approccio. Non si ottiene coesione e tantomeno vittorie ridimensionando il ruolo dei giocatori più importanti. Questa formula, di affermazione a qualsiasi costo della propria mentalità, è un esempio perdente di leadership.

Necessità di gestire i problemi post-olimpici

Holly Bradshaw, Karen Howells & Mathijs Lucassen (2022) Abandoned to manage the post-Olympic blues: Olympians reflect on their experiences and the need for a change, Qualitative Research in Sport, Exercise and Health, 14:5, 706-723.

Il periodo post-Olimpico è complesso e angosciante per molti atleti olimpici; prepararsi agli impatti probabili dei Giochi Olimpici tra gli atleti che ritornano è fondamentale per gestire le risposte negative espresse come il malinconico periodo post-Olimpico.

Consapevoli della necessità di sviluppare interventi che possano sostenere gli atleti, questo studio ha coinvolto atleti olimpici nel: (a) discutere le loro esperienze legate ai periodi olimpici e post-olimpici e, (b) informare i ricercatori sulle opinioni degli olimpionici sulla gestione del malinconico periodo post-Olimpico. Quattordici atleti olimpici del Regno Unito hanno partecipato a gruppi di discussione che sono stati analizzati utilizzando l’Analisi Tematica.

L’analisi ha prodotto sei temi mutuamente esclusivi: Il Sogno Olimpico, L’Incubo Olimpico, Comodificazione, Percezioni del Supporto Sociale, Preparazione Limitata e Gestione e Superamento. Attraverso questi temi, gli olimpionici hanno fornito suggerimenti su come il contenuto e la potenziale facilitazione di futuri interventi potrebbero supportare meglio gli atleti attraverso le loro esperienze.

I risultati sono stati chiari, gli atleti olimpici, indipendentemente dal fatto che avessero già gareggiato in Giochi Olimpici in precedenza, hanno espresso il desiderio di ricevere supporto nella preparazione per l’esperienza post-Olimpica. Hanno espresso che questo dovrebbe essere principalmente fornito dopo i Giochi Olimpici, con diversi atleti che hanno sottolineato il valore di una sessione di sensibilizzazione preventiva. Gli atleti hanno proposto di passare da un intervento di consegna di psicologia dello sport da parte di esperti a favore di un programma pragmatico in termini di contenuto e consegnato da ex olimpionici.

Come l’ansia aiuta a diventare più resilienti?

L’ansia è spesso percepita come un’emozione negativa, ma in certi contesti può contribuire alla crescita personale e alla resilienza. Ecco alcuni modi in cui l’ansia potrebbe essere correlata alla resilienza:

  1. Sensibilizzazione al pericolo - L’ansia può rendere una persona più consapevole e attenta ai potenziali pericoli. Questa iperattivazione può essere utile in situazioni in cui è necessario reagire rapidamente e adattarsi a nuove circostanze.
  2. Miglioramento delle prestazioni - In alcune circostanze, un livello moderato di ansia può migliorare le prestazioni. L’ansia può fungere da stimolo per affrontare sfide e compiti, spingendo le persone a dare il massimo di sé stesse per superare le difficoltà.
  3. Sviluppo di strategie di coping -L’esperienza dell’ansia può portare le persone a sviluppare strategie di coping più efficaci. Queste strategie possono includere l’apprendimento di tecniche di gestione dello stress, il potenziamento delle abilità di problem solving e l’adozione di atteggiamenti più positivi di fronte alle sfide.
  4. Aumento della consapevolezza emotiva - L’ansia può rendere le persone più consapevoli delle proprie emozioni e delle situazioni stressanti. Questa consapevolezza può essere un passo importante verso la gestione emotiva e la costruzione della resilienza.
  5. Sviluppo di adattabilità - L’ansia può essere associata a esperienze di incertezza. Attraverso la gestione di tali situazioni, le persone possono sviluppare una maggiore flessibilità e adattabilità, due caratteristiche chiave della resilienza.

Tuttavia, è importante sottolineare che non tutte le persone rispondono alla stessa maniera all’ansia, e un eccesso di ansia può avere effetti negativi sulla salute mentale e fisica. La chiave è trovare un equilibrio sano e imparare a gestire l’ansia in modo costruttivo. L’aiuto di professionisti della salute mentale può essere prezioso per sviluppare strategie di coping adeguate e migliorare la resilienza.

Sinner è già un campione?

Dal 2022, Jannik Sinner, giovane tennista italiano, ha continuato a fare progressi significativi nella sua carriera nel tennis. Già a un’età relativamente giovane, aveva dimostrato un talento straordinario e aveva guadagnato consensi a livello internazionale per le sue abilità e il suo potenziale.

A quel tempo, Sinner aveva vinto diversi tornei ATP e si era classificato tra i primi 10 giocatori al mondo nel ranking ATP. Tuttavia, definirlo “campione di tennis” potrebbe richiedere un po’ più di tempo e vittorie significative nei tornei del Grande Slam, come Wimbledon, gli US Open, gli Australian Open o Roland Garros.

Il passaggio da un tennista talentuoso a un vero e proprio campione richiede costanza, risultati eccellenti nei tornei più importanti e una continua crescita nel ranking mondiale. Sebbene Sinner abbia dimostrato un enorme potenziale e abbia avuto successi significativi nel circuito ATP, l’etichetta di “campione di tennis” può essere assegnata a un giocatore quando raggiunge traguardi di alto livello e costanza nelle prestazioni in diverse condizioni e tornei.

Sinner ha sicuramente il talento e il potenziale per raggiungere il livello di campione nel tennis, ma solo a gennaio 2022, era ancora considerato un giovane tennista in ascesa con grandi prospettive per il futuro della sua carriera sportiva.

Sedentarietà dilaga

Garcia-Hermoso A, López-Gil JF, Ramírez-Vélez R, Alonso-Martínez AM, Izquierdo M, Ezzatvar Y. Adherence to aerobic and muscle-strengthening activities guidelines: a systematic review and meta-analysis of 3.3 million participants across 32 countries. Br J Sports Med. 2023 Feb;57(4):225-229.

Questa indagine ha stimato la prevalenza globale del rispetto delle linee guida dell’OMS per le attività aerobiche e di rafforzamento muscolare (MSA) nelle popolazioni di età ≥5 anni e, ove possibile, ha posto questa prevalenza in relazione a fattori socio-demografici e di stile di vita

Sono stati inclusi 21 studi che comprendevano 3 390 001 individui provenienti da 32 Paesi (Australia, Europa, Repubblica di Korea e Usa). L’adesione complessiva alle linee guida per l’aerobica e l’MSA è stata del 17,12% (95% CI 15,42%-18,88%) negli adulti ≥18 anni (n=3 346 723). Tra gli adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni, l’adesione a entrambe le linee guida è stata del 19,74% (95% CI 14,72%-25,31%) (n=43 278). Nessuno studio ha riportato dati per i bambini di 5-11 anni. Le donne, l’età avanzata, i livelli di istruzione medio-bassi, il sottopeso o l’obesità e la scarsa e moderata autovalutazione della salute sono stati associati a una minore aderenza alle linee guida sull’attività fisica (p<0,001) tra gli adulti, sebbene la prevalenza sia rimasta molto bassa in tutti i casi. Non sono state condotte analisi di sottogruppo su bambini e adolescenti per mancanza di studi.

Conclusioni Solo un adolescente e un adulto su cinque ha rispettato le linee guida raccomandate per l’attività fisica aerobica e MSA combinata. Sono necessari interventi di salute pubblica su larga scala che promuovano entrambi i tipi di esercizio per ridurre il carico associato di malattie non trasmissibili.

Attività motoria come farmaco antidepressivo

Interessante manifesto di sintesi sull’utilità dell’attività motoria nel trattamento della depressione a cura della del British Journal of Medicine.

In che modo l’ansia aumenta la resilienza?

L’ansia è spesso percepita come un’emozione negativa, ma in certi contesti può contribuire alla crescita personale e alla resilienza. Ecco alcuni modi in cui l’ansia potrebbe essere correlata alla resilienza:

  1. Sensibilizzazione al pericolo: L’ansia può rendere una persona più consapevole e attenta ai potenziali pericoli. Questa iperattivazione può essere utile in situazioni in cui è necessario reagire rapidamente e adattarsi a nuove circostanze.
  2. Miglioramento delle prestazioni: In alcune circostanze, un livello moderato di ansia può migliorare le prestazioni. L’ansia può fungere da stimolo per affrontare sfide e compiti, spingendo le persone a dare il massimo di sé stesse per superare le difficoltà.
  3. Sviluppo di strategie di coping: L’esperienza dell’ansia può portare le persone a sviluppare strategie di coping più efficaci. Queste strategie possono includere l’apprendimento di tecniche di gestione dello stress, il potenziamento delle abilità di problem solving e l’adozione di atteggiamenti più positivi di fronte alle sfide.
  4. Aumento della consapevolezza emotiva: L’ansia può rendere le persone più consapevoli delle proprie emozioni e delle situazioni stressanti. Questa consapevolezza può essere un passo importante verso la gestione emotiva e la costruzione della resilienza.
  5. Sviluppo di adattabilità: L’ansia può essere associata a esperienze di incertezza. Attraverso la gestione di tali situazioni, le persone possono sviluppare una maggiore flessibilità e adattabilità, due caratteristiche chiave della resilienza.

Tuttavia, è importante sottolineare che non tutte le persone rispondono alla stessa maniera all’ansia, e un eccesso di ansia può avere effetti negativi sulla salute mentale e fisica. La chiave è trovare un equilibrio sano e imparare a gestire l’ansia in modo costruttivo. L’aiuto di professionisti della salute mentale può essere prezioso per sviluppare strategie di coping adeguate e migliorare la resilienza.