Archivio mensile per novembre, 2020

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10 punti chiave del tennis tavolo

10 caratteristiche di cui essere consapevoli e sapere accettare nel tennis tavolo per essere vincenti.

  1. Il tennis tavolo è uno sport in cui ogni giocatore commette molti errori
  2. Si può vincere sino all’ultimo punto
  3. La concentrazione deve essere elevata e costante in ogni punto e sino all’ultimo
  4. Bisogna reagire in modo positivo subito dopo ogni singolo errore
  5. Il servizio è decisivo
  6. E’ necessario avere una routine pre-gara specifica
  7. E’ necessario avere una routine tra i punti
  8. Anche i campioni vanno in difficoltà ma sanno cosa fare per uscirne
  9. In difesa: gioca una pallina in più!
  10. Chen Bin, coach di Ding Ning, oro olimpico: “Il tennis tavolo  non è solo colpire la palla sul tavolo, devi restituire la palla, devi avere la sensazione di come la palla viene verso di te, e visualizzare come la tua palla finirà sul tavolo dell’avversario quando la colpisci di nuovo“.

Storia degli inizi della consulenza psicologica nello sport

I primi programmi di consulenza psicologica nell’ambito dello sport possono già essere rintracciati durante gli anni 20 del secolo scorso grazie al lavoro pionieristico di Coleman Griffith negli Stati Uniti e di Avksentii Puni in Unione Sovietica, ma bisogna giungere sino agli anni 70 perché le scienze dello sport siano riconosciute come un ambito conoscitivo in grado di fornire informazioni utili a migliorare l’allenamento e la prestazione sportiva e considerate ,nello stesso tempo, come un ambito di ricerca interessante per il mondo accademico (Weinberg e Gould, 2019; Ryba, Stambulova, e Wrisberg, 2005).

Nello sport di livello assoluto le prime esperienze codificate di preparazione psicologica risalgono al 1962 quando il comitato olimpico giapponese in preparazione delle Olimpiadi di Tokyo istituì al suo interno un settore dedicato ad affrontare la tematica dell’allenamento mentale degli atleti (Tomita, 1975).  La prima massiccia presenza di psicologi ai giochi olimpici si è avuta comunque solo a partire dalle Olimpiadi di Los Angeles dove per il Canada vi parteciperanno ben 20 psicologi dello sport. E’ dal 1988, Olimpiadi di Seul, che la maggior parte dei paesi industrializzati ma anche nazioni in via di sviluppo (Nigeria, Cuba, Colombia, e Algeria) ha iniziato a servirsi in maniera sistematica di servizi di consulenza psicologica (Salmela, 1992).

Inizialmente, a partire dagli anni 60, l’allenamento mentale si è prefigurato come sistema basato sull’uso di tecniche per la gestione dell’ansia agonistica e sull’utilizzo della ripetizione mentale per migliorare la prestazione sportiva. In Nord America i primi programmi sono stati realizzati a partire dal 1971 da Richard Suinn con la squadra di sci alpino, elaborando un programma di preparazione psicologica proprio basato sull’integrazione tra tecniche di rilassamento e d’immaginazione mentale.

In Europa, le ricerche iniziali relative all’allenamento psicologico sono state condotte, così come in Nord America, sul ruolo della ripetizione mentale a opera degli studiosi tedeschi, dandogli il nome però di allenamento ideomotorio, ed evidenziando che nella regolazione psicologica dell’azione sportiva questo tipo di attività svolge tre funzioni (Frester, 1985). La prima è una funzione programmante l’azione motoria che si manifesta attraverso le ripetizioni effettuate; la seconda è rappresentata dalla funzione allenante, poiché favorisce il processo di perfezionamento e stabilizzazione della prestazione; la terza è la funzione regolante che favorisce il processo di controllo e correzione dell’azione motoria. Viene riconosciuto, analogamente a quanto proposto da Suinn, che la riproduzione ideomotoria è migliore se la disponibilità alla rappresentazione mentale viene incrementata in precedenza con metodi di rilassamento.

L’allenamento psicologico avanzato

La costruzione di un programma di allenamento psicologico avanzato richiede la conoscenza delle implicazioni psicologiche tipiche di una determinata disciplina sportiva. Di seguito una descrizione sintetica

  1. Gli sport di resistenza (e.g., fondo, maratona, canottaggio, nuoto) – richiedono di tollerare la fatica fisica e di saperla gestire nei momenti in cui si presenta in gara. Necessitano di una notevole consapevolezza delle sensazioni corporee così da potere riconoscere e anticipare eventuali momenti critici durante la gara.
  2. Gli sport di precisione (e.g., tiro con l’arco, tiro a volo, tiro a segno, golf) – richiedono di coniugare insieme precisione dell’azione sportiva e velocità, per cui la concentrazione è totalmente orientata all’esecuzione tecnica.
  3. Gli sport di coordinazione del corpo nello spazio (e.g., ginnastica artistica, pattinaggio artistico, nuoto sincronizzato, tuffi) – in queste discipline sportive l’atleta tende a fornire la prestazione ideale ma sa anche che è quasi impossibile da raggiungere. Anche un minimo errore porta alla riduzione della qualità della prestazione e, quindi, anche del punteggio che la giuria gli attribuirà.
  4. Gli sport di velocità (e.g., 100 e 200 metri, staffette, 400 metri, nuoto) – richiedono una concentrazione totale per l’intera durata della prova. Decisiva è l’abilità a gestire efficacemente l’impulsività e la tendenza a reagire in modo troppo anticipato che si prova negli istanti che precedono la partenza.
  5. Gli sport di combattimento (e.g., scherma, boxe, arti marziali) – richiedono un livello elevato di reattività mentale e fisica per tutta la durata del combattimento. Notevole importanza ha la capacità di sapere anticipare le mosse dell’avversario. Data la brevità dello scontro è decisiva l’abilità a sentirsi in gara sin dai primi secondi.
  6. Gli sport di squadra (e.g., calcio, pallavolo, pallacanestro, rugby) – Richiedono lo sviluppo del pensiero tattico in un contesto di collaborazione con i propri compagni di squadra. Le punizioni nel calcio, il servizio nella pallavolo, i tiri liberi nella pallacanestro e i calci nel rugby richiedono un tipo di concentrazione molto simile a quello degli sport di precisione.

15th Congresso Mondiale di Psicologia dello Sport

E’ da oggi possibile inviare gli abstract per il 15th Congresso Mondiale di Psicologia dello Sport, organizzato da International Society of Sport Psychology (ISSP) a Taipei, Settembre 30 – Octobre 04, 2021.

Sito web:  https://issp2021.com/Page/Submission%20Guideline

Per informazioni scrivere a email: issp2021.reg@elitepco.com.tw

Come allenarsi mentalmente in questa nuova fase di lockdown

Ci troviamo di nuovo a vivere un periodo di difficoltà ad allenarsi e a fare gare, inoltre per molti sport queste opportunità sono state totalmente annullate e gli atleti sono a casa o al massimo nei parchi ad allenarsi solo fisicamente.

Questa situazione genera preoccupazione e angoscia in tutti e negli atleti l’assenza della loro attività e delle competizioni crea ancora di più emozioni negative. Si rischia così di credere che non ci sia altro da fare che subire il presente e aspettare!

Non c’è errore più grande che pensare in questo modo. Da soli però è difficile reagire a questi pensieri che s’insinuano nella mente.

Per questa ragione ho costruito un sistema di allenamento mentale per ritrovare la fiducia e il controllo dei pensieri e delle emozioni. E’ un sistema pratico, composto da esercizi che migliorano l’auto-controllo personale. certamente richiede tempo, 30 minuti ogni giorno, ma è un allenamento e i risultati come per ogni altra abilità si ottengono solo con la pratica quotidiana.

Chi vuole ricevere più informazioni su questo sistema, sulla sua durata, attività da svolgere e risultati raggiungibili può scrivere a questo blog e sarà contattato.

Suggerisco di astenersi a quelli che pensano che sarà facile e non richiede tempo.

Nadal, fare le azioni semplici

Una domanda a Nadal: “Perché non getta mai la racchetta?”.

Risposta: “Perchè da piccolo mi hanno insegnato che non si fa. Sono io che sbaglio; non la racchetta”.

Talvolta le risposte più semplici sono quelle più giuste!