Archivio mensile per agosto, 2020

La motivazione a iniziare la nuova stagione sportiva

In molti sport questo momento dell’anno è di solito un periodo di ripresa dell’attività, mi riferisco agli sport di squadra come il calcio, basket e volley e a molti sport individuali. Ciò accade anche quest’anno con una variante, che in diverse discipline è da febbraio che non si gareggia oppure si è gareggiato ma solo in competizioni svolte in Italia, spesso prive dell’appeal del confronto con gli atleti migliori. Non è facile quindi riprendere ad allenarsi, quando non si è fatto altro da mesi o si sta gareggiando in competizioni che sino a pochi mesi fa gli atleti di livello assoluto consideravano del tutto secondarie.

In questi giorni ho parlato con atleti che vivono in prima persona questa situazione e il loro allenamento e la loro stessa vita quotidiana soffrono di questa situazione. E’ in questi momenti che tutti ci accorgiamo dell’importanza delle competizioni. Non solo perchè rappresentano la prova in cui dimostrare il proprio valore di atleta, ma soprattutto la loro assenza determina una disaffezione dall’allenamento, dal desiderio di correggersi. Parliamo di atleti che si allenano circa 1.400 ore l’anno. Questo impegno è finalizzato a fornire prestazioni al proprio meglio ma se mancano le occasioni, non è così semplice trovare la motivazione tutti i giorni dentro se stessi.

Il lavoro con lo psicologo dello sport può essere molto utile per sostenere l’atleta in questo suo impegno e nello stabilire obiettivi e sistemi di valutazione all’interno dei cicli di ‘allenamento che gli consentono di mantenere elevata la qualità e l’intensità dell’allenamento.

Banchi in palestra: la fine dello sport

Si sta affermando l’idea che le palestre non saranno a disposizione delle associazioni sportive perché diventeranno delle aule e per problemi di sanificazione. Questo vuol dire uccidere le società sportive dilettantistiche, creare disoccupazione e impedire la pratica sportiva dei giovani. Comporta anche la riduzione del benessere e della salute di tutti, atleti e operatori dello sport. Infatti, le società sportive si aggiudicano l’uso delle palestre e la quasi totalità dello sport giovanile e amatoriale che si svolge al coperto, a eccezione del nuoto, è all’interno della palestre delle scuole. Se questi spazi diventeranno delle aule o se i costi della loro sanificazione quotidiana saranno eccessivi un pezzo importante del mondo sportivo italiano avrà perso il luogo dove allenarsi e gareggiare.

Molti amministratori pubblici hanno fatto dichiarazioni in tal senso, con la scusante di non poter garantire la salute all’interno delle scuole. Queste dichiarazioni confermano ancora una volta la superficialità di chi, invece, dovrebbe fornire soluzioni che non discriminino un’attività (lo sport) rispetto alle altre. E’ chiaro nella loro mentalità che lo sport è un’attività non significativa sia dal punto di vista professionale (i lavoratori del settore) che di chi la pratica (gli atleti). Proprio perché se ne può fare a meno non si pensa concretamente a soluzioni e a circa due settimane dall’inizio dell’anno scolastico si cerca una soluzione alla carenza di aule nell’uso delle palestre. Lo sport giovanile non ha mai suscitato grande interesse fra i nostri politici e il Covid-19 mette in luce che questa concezione continua a essere ben consolidata e diffusa. Vivere una situazione di emergenza come quella attuale nonché i problemi creati dal distanziamento fisico e dall’uso di mascherina e dalla mancanza di spazi nelle scuole non giustifica comunque un approccio così poco curante nei confronti dello sport. Lo sport è necessario per il benessere dei giovani così come imparare la matematica e l’italiano, quindi questo approccio non ha alcuna ragione di esistere e di essere proposto da chi svolge una funzione pubblica. La questione della scuola va risolta ma senza lasciare indietro nessuna attività tra quelle svolte all’interno degli istituti. Non ho letto dichiarazioni che sottolineano un senso di comunità tra chi lavora all’interno delle scuole ma solo affermazioni categoriche, in cui si dice che le palestre non saranno più disponibili per far praticare sport alle varie associazioni perché diventeranno aule.

Siamo abituati a trovare soluzioni all’ultimo momento e non programmate in anticipo, mi auguro che questa sia una di quelle situazioni in cui ciò potrà avvenire. Sono convinto che in condizione di emergenza anche le soluzioni devono essere meno stereotipate come lo sono quelle di occupare le palestre e le biblioteche scolastiche. Mi sono sempre chiesto perché non si usano le caserme come aule, o perché non si posso fare lezioni al pomeriggio certamente trovando le risorse economiche necessarie o assumendo nuovi insegnanti a tempo determinato.  Non è mio compito trovare soluzioni, ho voluto evidenziare un problema di cui sento parlare quotidianamente da chi lavora nello sport ma di cui non ho trovato proposte da chi ha il compito di consentire lo svolgimento dell’anno scolastico in modo regolare e l’utilizzo degli spazi scolastici senza escludere nessuno.

Idee per il nuovo anno sportivo

Ho ripreso lo scorso sabato l’attività di quella che considero la nuova stagione sportiva. Sono partito con tennis, tiro a volo, pallamano, la revisione di un articolo sull’insegnamento del calcio  ai bambini con autismo e la lettura di una decina di progetti tesi in fase di realizzazione. Non è stato un inizio soft ma mi sta fornendo un senso di normalità di lavoro, in un momento che ovviamente non è così. Come tutti convivo con questa percezione d’incertezza e con il non sapere cosa succederà nei prossimi mesi.

Il mio lavoro è piuttosto pianificato e senza questa pandemia sarebbe vario e interessante. Nel frattempo si fa “come se” dovesse procedere come previsto, con la consapevolezza che ci si deve preparare agli adattamenti e cambiamenti necessari in funzione di come la situazione sanitaria evolverà. Penso, ad esempio, al progetto “Calcio Insieme” con i nostri 80 giovani con autismo che giocano a calcio. Con la AS Roma e l’Accademia di calcio integrato ci stiamo organizzando per potere svolgere l’attività di allenamento nel rispetto delle norme e in sicurezza per tutti.

Il mio lavoro è con gli atleti adolescenti che aspirano all’eccellenza ma non sanno se raggiungeranno questi livelli prestativi e con gli atleti di livello assoluto che si preparano per affermarsi a livello internazionale. In larga parte, sono consapevoli della rilevanza della componente mentale della loro attività e sanno che devono impegnarsi anche in un lavoro psicologico, che non è certamente facile da fare. In un periodo di crisi come è l’attuale, il supporto psicologico diventa ancora più essenziale per imparare ad accettare le paure, l’ansia verso il futuro e le limitazioni richieste per garantire la propria salute e quella delle persone con cui si lavora quotidianamente.

Ho vissuto le loro paure durante il lockdown, quando lasciati da soli a casa, molti hanno rischiato di vivere nell’angoscia e di subire passivamente quel periodo. Il supporto psicologico svolto con loro è stato, a mio avviso, indispensabile per consentirgli di prendere in mano la loro vita anche in quei momenti così negativi. Ora le limitazioni si sono fortemente ridotte, ma le paure restano finché non avremo il vaccino. Lo psicologo resta l’unica persona con cui condividere queste preoccupazioni e per migliorare la resilienza e la fiducia.

Le nostre principali organizzazioni sportive, rispetto a quelle di altri paesi europei, non si sono occupate in modo evidente di queste problematiche e lo stesso vale per le organizzazioni degli psicologi dello sport. Non sono stati prodotti documenti condivisi e specifici e, quindi, la responsabilità è stata lasciata alle singole iniziative dei professionisti.

Che dire, mi auguro di realizzare insieme a tutte le persone con cui lavoro i progetti che abbiamo pianificato. Quello che è certo è che noi non molliamo mai, siamo stati e saremo sempre pronti a risolvere i problemi che si presenteranno. Il mio motto è: “una cosa fatta bene, può essere fatta meglio” (Gianni Agnelli).

In bocca al lupo a tutti gli ottimisti!!

Come allenare il riscaldamento mentale

Nella preparazione alla competizione la fase del riscaldamento rappresenta un’opportunità per prepararsi mentalmente all’inizio della gara, dando il tempo agli atleti di concentrarsi sul compito che li attende. È riconosciuto che molti atleti completano una qualche forma di preparazione mentale prima delle gare. Le strategie tipiche includono:

  1. la visualizzazione della prestazione
  2. la ripetizione di parole chiave
  3. la ricerca dell’attivazione ottimale tramite esercizi fisici e tecnici
  4. la rapidità e precisione
COME TI PREPARI ALLA GARA? AL VIA SEI SEMPRE PRONTO?
HAI MAI PENSATO DI EFFETTUARE UNA ROUTINE MENTALE E NON SOLO FISICA?
VUOI SAPERNE DI PIU’ E ALLENARTI A ENTRARE SUBITO IN GARA?
SCRIVIMI E LO FAREMO INSIEME

 

Mental coaching in India

Spesso il nostro lavoro non viene riconosciuto apertamente dagli atleti, che considerano il lavoro con lo psicologo come qualcosa da nascondere.

Per questo ringrazio il tiratore indiano, Ankur Mittal, con cui ho lavorato stabilendo un rapporto di grande collaborazione e di successo.

Infatti, oggi ho postato questo twitter,

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Come riprendere le attività a settembre?

Difficile prevedere con certezza come inizierà il nuovo anno sportivo ma anche come sarà l’inizio dell’anno scolastico e il rientro nelle aziende. Abbiamo però alcuni punti fermi:

  • chiunque non segua le regole può trasformarsi in un’arma di diffusione del Covid-19
  • molti non seguono le regole se sono lasciati liberi di comportarsi come credono
  • questa consapevolezza aumenta in chi le segue preoccupazione e ansia nel futuro
  • non possiamo vivere nell’attesa che tutto ritorni come prima perché è falso
  • dobbiamo essere consapevoli, invece, che le nostre vite e il nostro modo agire quotidiano saranno diversi
  • stiamo vivendo un’occasione di cambiamento da costruire insieme nel nostro ambiente e non da negare
Dobbiamo quindi:
  • comprendere quali sono i nostri obiettivi
  • sviluppare idee, progetti e azioni adeguati al momento che stiamo vivendo
  • fare meglio e in modo diverso e non fare come prima
  • considerare la tecnologia come un mezzo indispensabile per raggiungere i nostri obiettivi
  • mai smettere di aggiornarsi, inteso come processo continuativo e non occasionale
  • aumentare la nostra rete sociale e professionale per aumentare l’impatto delle nostre attività
  • mantenere un elevato livello di comunicazione interpersonale, condividendo scopi e azioni
  • mantenere il distanziamento fisico ma ricercare la prossimità intellettuale
  • sapere che sarà difficile e impegnativo ed è per questa ragione che ci stiamo preparando
  • essere consapevoli che il risultato non sarà garantito, ma d’altra parte questo valeva anche prima!

 

S’impara solo sbagliando

Jason Brown (@FundyTD) | Twitter

Gioca la partita nel modo giusto

“Obsessing about winning is a loser’s game.

The most we can hope for is to create the best possible conditions for success, then let go o/t outcome.

What matters most is playing the game the right way and having the courage to grow,as human beings as well as players.”

Phil Jackson

 

 

La storia delle Paralimpiadi

Netflix ha diffuso oggi il trailer di Rising Phoenix: la storia delle Paralimpiadi, il nuovo docufilm originale Netflix dedicato alle Paralimpiadi e alla loro storia, che debutterà in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo il prossimo 26 agosto.

Atleti straordinari e addetti ai lavori riflettono sui Giochi paralimpici e su come trasformino a livello globale la nostra idea di disabilità, diversità ed eccellenza.

Rising Phoenix | Official Trailer | Netflix - YouTube

Le montagne sono lì indifferenti a noi