Archivio mensile per settembre, 2011

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Olimpiadi Europee per atleti master

Si stanno svolgendo in questi giorni gli European Master Games che riguardano 20 discipline sportive e mi sembra una buona opportunità per chiedersi quali siano i fattori psicologi che spingono queste persone a impegnarsi in unaattività agonistiche. Anche perchè non si tratta di poche decine di persone, perchè insieme ai World Master Games costituiscono le manifestazioni sportive con il maggior numero di partecipanti. A Sydney nel 2009 furono 28.089 gli atleti in gara provenienti da 95 nazioni. L’atleta più anziano è stata una donna di 101 anni. Lo studio condotto con i partecipanti ai mondiali ha dimostrato che i fattori motivazionali più significativi riguardavano: l’ambiente socializzante dello sport, l’essere fisicamente in forma e il miglioramento delle proprie prestazioni sportive. Al contrario fattori quali: perdita del peso, miglioramento salute mentale e vivere più a lungo non sono emerse come rilevanti in questo gruppo di atleti. Dal mio punto di vista ritengo che queste ultime motivazioni potrebbero essere più evidenti in un gruppo di persone sedentarie o che svolgono attività in maniera saltuaria, mentre dagli atleti potrebbero essere considerate come delle precondizioni, date per acquisite, necessarie per sviluppare le altre motivazioni che sono state identificate. Per approfondimenti leggi “Sport psychological constructs related to participation in the 2009 World Masters Games” di Heazlewood et al., mail: Ian.Heazlewood@cdu.edu.au

 

L’importanza di avere fame … di vittorie

Conte vuole che la Juventus mangi il campo. Anche Berruto ai suoi durante un time out di Italia-Serbia dice “abbiamo fame”. Pure gli atleti spesso dicono: “Se facciamo ancora un errore quelli ci mangiano”. E’ necessario avere fame di vittorie e non sentirsi invece sazi, come ha ricordato il portiere del Milan dopo la partita persa contro il Napoli: “Loro hanno avuto più fame di noi”. La lotta sul campo attimo dopo attimo o colpo su colpo è il modo in cui si manifesta a se stessi e agli altri che si è dentro la dimensione mentale dell’affamato. Non è certamente vietato pensare in grande (ad esempio vincere lo scudetto o i campionati europei) ma queste idee vanno lasciate fuori dalla competizione, perchè in quei momenti bisogna avere pensieri semplici e concreti che permettano di fare in quell’istante la cosa migliore. Avere fame vuol dire essere costantemente concentrati sul presente o meglio ancora su ciò che sta per accadere fra un istante. Quindi tenacia e consapevolezza del momento di gioco sono gli strumenti mentali utilizzati da chi ha fame.

L’Italia è seconda agli europei di pallavolo

Mi è piaciuta la partita dell’Italia di pallavolo che ha mantenuto una tensione giusta in tutti set. Dal punto di vista della mentalità a mio avviso sono stati troppi gli errori in battuta e poi nell’ultimo set due punti sono stati persi per incomprensione tra due giocatori del tipo “la prendo io o la prendi tu” e poi l’ultimo punto dell’incontro con la palla giudicata fuori mentre era dentro. Quando si gioca punto su punto sono mancanze gravi, attribuibili all’approccio mentale di quei momenti. Non a caso l’allenatore italiano durante i time out ha spesso incitato la squadra a mantenere una costante attenzione e determinazione su ogni palla. Squadra che deve continuare a crescere soprattutto sul versante agonistico in vista del traguardo olimpico e guidata sul campo da Mastrangelo.

Dedicato a chi ha paura di sbagliare

“Nella mia carriera ho sbagliato più di 9.000 tiri. Ho perso circa 300 partite. Per 26 volte ho creduto di fare il tiro-partita e l’ho sbagliato. Nella mia vita ho fallito spesso e ho continuato a sbagliare. Ed è per questo che ho avuto successo” (Michael Jordan ).

Dov’è la forza di Gasperini?

La domanda che mi pongo è la seguente: “Qual è stata la preparazione di Gasperini alle difficoltà che avrebbe incontrato all’Inter?” Partiamo da due aspetti che chiunque conosce. Il primo, si dice spesso che questa società trita ed espelle rapidamente i suoi allenatori. Il secondo, cosa fare se la squadra, di cui si conosceranno i membri definitivi solo alla fine del mercato, non dovesse rispondere immediatamente alle aspettative di gioco? In una squadra come l’Inter non ci si può nascondere dietro i “se”. Mi chiedo ma una persona che viene pagata così tanto perchè non si pone queste domande e invece va a prendere schiaffi solo basandosi sulla speranza che i calciatori seguano le direttive date loro dall’allenatore? La comprensione delle dinamiche psicologiche della squadra nonchè della psicologia dei suoi calciatori più significativi è decisiva, altrimenti i tuoi bei ragionamenti tattica non servono a niente, perchè i giocatori si comporteranno in modo diverso. Un altro esempio di allenatore preda delle sue idee e con una scarsa comprensione di ciò avviene nella testa delle persone. Ci vuole equilibrio tra questi due aspetti.

Alpinisti e esploratori italiani

Luigi Amedeo Duca degli Abruzzi, Riccardo Cassin, Walter Bonatti, Reinhold Messner e Simone Moro una sequenza lungo un secolo di esploratori e alpinisti italiani forti, preparati, determinati, retti e creativi.

Cosa ci lascia Walter Bonatti

Bonatti mi ha sempre entusiasmato da bambino quando leggevo le sue avventure su Epoca, e così è diventato parte del mio mondo emotivo. Ha insegnato tanto e voglio ricordarmi di una sola ma fondamentale idea che diceva sempre e cioè che senza una grande preparazione il coraggio diventa solo un atto temerario senza scopo. Ai nostri tempi di ladri, furbetti e raccomandati, credo che questo insegnamento dovrebbe essere il faro che guida chiunque voglia sentirsi realizzato attraverso le su azioni nello sport come nel lavoro e nello studio. “Sono la mente retta e il cuore saldo che portano lontano, non certo la sola forza atletica” (da I miei ricordi, p.266)

Perché seguire un programma di allenamento mentale

1. Quando le prestazioni in allenamento sono migliori di quelle fornite in gara.
2. Quando ci si trova in una fase di passaggio di carriera: da junior a senior, la prima volta nella squadra nazionale, una società sportiva molto più importante, fine carriera sportiva, ricerca di un nuovo lavoro al di fuori dello sport, cambio di allenatore.
3. Quando non ci si diverte e l’allenamento è solo stress e fatica.
4. Quando si è infortunati, per mantenere un approccio attivo al rientro in gara.
5. Quando si hanno problemi con l’allenatore, i compagni di squadra o con la famiglia che non si sa come risolvere.
6. Quando si vuole migliorare abilità psicologiche specifiche (gestione stress agonistico, attenzione).
7. Quando si vuole gestire con più efficacia le emozioni che si provano prima e durante le competizioni.
8. Quando si vuole aumentare la fiducia in se stessi come atleta.

Allenatori di calcio

E’ stato appena aperto un nuovo sito dedicato agli allenatori di calcio delle squadre dilettantistiche con lo scopo di fornire informazioni specifiche non solo di tipo tecnico e tattico, ma anche di aree delle scienze dello sport. Un ampio spazio è dedicato alla psicologia dello sport con brevi articoli su tematiche dell’attività giovanile e dell’attività dilettantistica così da raccogliere idee e suggerimenti da proporre agli allenatori. L’indirizzo del sito è: www.AllenatoriCalcio.it

 

Quale sport per i figli

Per i genitori settembre è il momento delle scelte : quale sport per i propri figli? Intanto la domanda così posta è sbagliata, perchè le bambine e i bambini almeno per tutto il periodo della scuola elementare dovrebbero svolgere non un sport ma più sport. In questa età bisogna principalmente divertirsi, fare attività emotivamente coinvolgenti, essere fisicamente attivi per la maggior parte del tempo, imparare a rispettare le regole, sentirsi continuamente stimolati a impegnarsi, sentirsi incoraggiati dopo un errore a provare e riprovare.
Tutte le attività sportive vanno bene, i bambini e le bambine devono scegliere e hanno il diritto di smettere se non si divertono. I genitori devono non  fare solo i taxisti ma soprattutto incoraggiare i propri figli e verificare se sono contenti di quello che fanno. Purtroppo oggi i ragazzi non sono più liberi di fare/non fare perchè praticano sport solo se sono iscritti a un’organizzazione sportiva e non con gli amici che noi trovavamo all’oratorio o al parco, che potevamo abbandonare quando volevamo, senza che i nostri gentori fossero coinvolti o interessati a queste scelte. Quindi i genitori devono accettare le scelte dei figli e soprattutto passare con loro del bel tempo facendo insieme dell’attività fisica.