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Gli arbitri NBA favoriscono la squadra di casa?

“Nello sport il vantaggio di giocare in casa è una dato universale. Le squadre di baseball squadre vincono costantemente il 54% delle loro partite casalinghe, mentre nell’hockey questo dato è oltre il 60%.

In molte partite NBA le squadre di casa vincono di norma 66% il degli incontri casalinghi. Ma perché?  Forse a causa del tifosi? Forse perché gli stadi di casa sono di maggiore gradimento per la squadra? Forse il jet lag ostacola le prestazioni?

O forse, sotto la pressione dei tifosi gli arbitri commettono degli errori?

Da marzo 2015, la NBA ha cominciato a valutare le chiamate degli arbitri nei due minuti finali di tutte le partite in cui le due squadre sono divise da cinque punti, postando report giornalieri sul suo sito Web. Il mese scorso, The Pudding ha pubblicato i dati portandoli a conoscenza del pubblico.

La squadra di casa riceve un arbitraggio favorevole? Questo dato spiega il vantaggio di giocare in casa nel campionato NBA?

Le chiamate dell’arbitro sono state suddivise in tre categorie: chiamate corrette, non-chiamate e chiamate non corrette: In ogni categoria, la squadra di casa ha avuto beneficio. Negli ultimi anni, nel basket e negli altri sport, questo vantaggio si è ridotto. Nel secolo scorso nel calcio inglese il calo è stato lento e costante. Nel baseball, dove il vantaggio casalingo è stato ridotto al minimo, si è attuata una più stretta vigilanza sugli arbitri.

E forse sarà lo stesso nell’NBA, se gli arbitri saranno esaminati in modo più accurato. Il database relativo agli ultimi due-minuti continuerà a crescere, e noi continueremo a saperne di più su come l’arbitraggio influenza i risultati”.

(By Oliver Roeder)

Home Court Advantage by Referees’ Calls

Team benefiting from correct calls

(Refs correctly called an infraction against the other team)

Home team - 51%________________49% - Away team

 

Team benefiting from missed calls, an incorrect no-call

(Refs let team get away with infraction)

Home team - 52%_______________48% - Away team

 

Team benefiting from incorrect calls

(Refs screwed up – called an infraction on the other team)

Home team - 56%_______________44% – Away team

Cos’è la motivazione per Arrigo Sacchi

Sentiamo cos’è la motivazione, l’allenamento e avere un sogno per Arrigo Sacchi

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Ferrari: una vittoria di squadra

Competenza, aggressività e condivisione. E’ stato questo il mix vincente della Ferrari e di Vettel.

  • La squadra – In questi mesi, è stata calma e concentrata sul valorizzare le proprie competenze. “Ci siamo concentrati su quello che dovevamo fare di volta in volta senza guardarci intorno…specie negli ultimi due mesi siamo rimasti calmi e abbiamo lavorato”.
  • Il pilota – Vettel è stato aggressivo nei riguardi di Hamilton, lo pressato e lui ha ceduto. Emanuela Audisio ha scritto che ha seguito il consiglio che Rocco dava ai suoi difensori: “Seguilo anche in bagno”.
  • La squadra e il pilota – In tutto questo periodo Vettel e la squadra si sono ascoltati, hanno condiviso le idee e questo atteggiamento comune. Vettel ha detto: “La felicità in particolare. A Maranello la gente era felice di lavorare insieme. Gli uni con gli altri. Non c’erano scorciatoie del resto, bisognava lavorare tanto, pensare tanto a quello che si faceva; e tutto quel sacrificio lo sai fare solo se ti spinge la passione, la voglia”.

Cosa fai quando la tua squadra fa goal?

Cosa fai  quando la tua squadra segna una rete? Se sei un tifoso di hockey su ghiaccio è il momento di lanciare degli orsacchiotti di peluche.

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Scuola calcio per bambini con disabilità intellettive

«AS Roma è lieta di annunciare che, a partire da gennaio 2016, la Società promuove e sostiene il progetto “Calcio insieme”, un programma nato dalla collaborazione tra la Fondazione Roma Cares e l’Associazione dilettantistica “Calcio integrato: i campi di allenamento del Centro Olimpico Giulio Onesti sono stati messi a disposizione di bambini e bambine, tra i sei e i dodici anni, affetti da disabilità psicomotorie di vario livello, sostenuti da un pool di medici, logopedisti e istruttori specializzati.

Obiettivi dell’iniziativa sono lo sviluppo del benessere fisico e psicosociale dei bambini, la riduzione dello stress connesso alla loro condizione di vita, l’aumento della capacità di autovalutazione e l’incremento della motivazione all’attività motoria.

Un team di tecnici dell’AS Roma, accompagnati da psicologi dello sport, ha elaborato metodologie didattiche ed educative su misura, al fine di creare un ambiente sicuro, confortevole e mai noioso.

Tra i risultati perseguiti, vi è lo sviluppo della cultura dell’integrazione e dell’educazione ai valori dello sport attraverso il calcio.

“La Roma rappresenta una grande piattaforma sociale e siamo consci della responsabilità che ne deriva – sottolinea il direttore generale dell’AS Roma, Mauro Baldissoni –. Spero che questo sia uno dei tanti esperimenti che metteremo in piedi con concretezza. Lo sport è da sempre un aggregatore e insieme uno strumento motivazionale per superare i propri limiti, mettere su un campo di calcio bambini affetti da difficoltà intellettive rappresenta per loro una possibilità di miglioramento”.

Gli istruttori sono stati affiancati da un’intera équipe medica, coordinata dal professor Alberto Cei, responsabile scientifico di “Calcio insieme”, che osserva da vicino i progressi dei piccoli atleti, deducendone anche eventuali miglioramenti nella coordinazione dei movimenti, nella coscienza del sé o, più semplicemente, nel vissuto quotidiano.

“Il calcio può essere uno strumento fondamentale per aiutare i bambini affetti da disabilità mentali a sviluppare se stessi – spiega Patrizia Minocchi, presidente ASD Calcio Integrato – . Quello strumento magico che è la palla ha già dato i primi risultati, i bambini stanno imparando a relazionarsi”.»

La Roma, una squadra schiacciata dalle responsabilità

Le squadre positive sono più produttive

In un articolo pubblicato sul Journal of Applied Behavioral Science Kim Cameron e i suoi colleghi  hanno scoperto che un ambiente di lavoro caratterizzato da pratiche positive e virtuose eccelle in vari campi.

Le pratiche positive e virtuose includono:

  • Prendersi cura di e interessarsi degli altri.
  • Fornire supporto all’altro, inclusa la gentilezza e compassione quando gli altri sono in difficoltà.
  • Evitare d’incolpare e perdonare gli errori.
  • Sostenersi a vicenda sul lavoro.
  • Sottolineare la significatività del lavoro.
  • Trattarsi con rispetto, gratitudine, fiducia e integrità.

Cameron ei suoi colleghi spiegano che ci sono tre ragioni per cui queste pratiche sono utili per l’azienda e queste pratiche positive sono:

  • Aumentano le emozioni positive che ampliano le risorse e le capacità dei dipendenti, migliorando i rapporti delle persone tra loro e amplificando la loro creatività e la capacità di pensare in modo creativo.
  • Sono da cuscinetto contro eventi negativi come lo stress, migliorando le  capacità dei dipendenti di riprendersi dalle sfide e dalle difficoltà.
  • Motivano e rafforzano dipendenti, rendendoli più fedeli e pronti a tirar fuori il meglio di loro.

First International Conference in Sport Psychology and Embodied Cognition
UAE University–Abu Dhabi Sports Council
24th-­‐27th February 2014,
Emirate of Abu Dhabi, UAE

This academic conference aims at exploring important points of connection between the empirical studies of sport psychology and the embodied approach to the cognitive sciences. It will offer a unique occasion of interdisciplinary collaboration, and foster opportunities of reciprocal learning between theoretical and applied sport scientists, exercise and performance psychologists, cognitive neuroscientists, psycholinguists, philosophers of mind, phenomenologists, and practitioners who work in the sport environment, including coaches, trainers, and athletes of various disciplines.

Embodied cognition theory offers the most suitable paradigm to pursue this integration and cross-disciplinary collaboration: successful sport psychologists recognize that the results and the models of embodied cognitive science can allow them develop more effective training methods; reciprocally, attentive cognitive scientists can’t overlook sport and exercise psychology, as this field is one of the richest terrains for empirical exploration, experimental discovery, and epistemological validation of models and theories. Cooperation between these two fields promises immediate and tangible benefits, as it allows proving the correctness of the theoretical models by testing how effectively they can improve the athletes’ performances; at the same time, it raises the value of sport science for cognitive science, proving how the empirical study of athletic performance can inspire and validate new explanatory models of sensorimotor capabilities, control, attention, memory, and language-action interfaces. Sports can provide invaluable insights for the sciences of mind, telling how skills are actually enacted and controlled, through the body, defining dynamic boundaries between mind and world.

I will be there with a keynote entitled “Improving concentration in football teams.”