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L’importanza dell’umore nelle prestazioni degli atleti

La prestazione agonistica è molto influenzata dalle variabili emotive percepite dagli atleti che praticano sport di squadra o individuali. L’umore è quella condizione emotiva fluttuante che è associata a qualsiasi azione umana. Ogni atleta sperimenta stati d’animo dominati da vigore, rabbia, depressione, fatica, confusione e tensione che possono succedersi durante una competizione. Alcune di queste emozioni sono utili mentre altre altre ostacolo la prestazione.

Un studio recente ha indagato su come questi stati d’animo si manifestano n giovani atleti adolescenti che praticano sport di squadra e individuali, di seguito riporto in sintesi i risultati e le raccomandazioni per gli allenatori.

Ladiun, S.D., Abu Talip, N.K., Nikol, L., Kram, S., Mon, D.D. Comparison of Mood State between Team Sports and Individual Sports among Young Athletes. Jurnal Psikologi Malaysia. 2021; 35(2):23-33.

La rabbia è uno degli stati più frequenti negli sport agonistici. In questo studio, non è stata riscontrata una differenza significativa tra la rabbia negli sport di squadra e negli sport individuali. La rabbia provoca negli atleti fastidio, amarezza e malumore. I risultati ottenuti sia negli sport individuali che in quelli di squadra, causati dagli spettatori e dal forte tifo dei sostenitori della squadra rivale, sono gli stessi tra i due sport.

Nonostante la differenza non significativa di rabbia tra i due tipi di sport, gli sport di squadra hanno mostrato una media superiore dello 0,02% rispetto agli sport individuali. Si può concludere che gli sport individuali utilizzati nel presente studio (tiro con l’arco e il bowling) probabilmente richiedono maggiore concentrazione e precisione con un livello di rabbia più basso per ottenere prestazioni ottimali, mentre gli sport (rugby, karate e taekwondo) che richiedono maggiore forza fisica possono avere dei vantaggi se gli atleti hanno un punteggio più alto di rabbia prima della competizione.

Alcuni studi hanno rilevato che gli atleti di sport con maggiore contatto fisico tendono a essere più aggressivi. L’aggressività può portare alla rabbia, che può migliorare la forza fisica dell’atleta. La rabbia può portare a un aumento del vigore e quindi a una maggiore motivazione. Ad esempio, nel rugby, la rabbia può portare all’aggressività. quindi, aumenta la forza fisica e può aumentare anche le prestazioni. Ad esempio, la rabbia nelle karateka vincenti viene utilizzata per aumentare la fiducia in se stesse.

Quando gli atleti sperimentano la confusione, si percepiscono anche incerti. Vi è una differenza significativa di confusione tra gli sport di squadra e gli sport individuali. Ciò può essere dovuto alla mancanza di riconoscimento degli atleti nei confronti degli avversari. Gli atleti di sport individuali tendono a sentirsi più nervosi e incerti nell’esecuzione perché non conoscono le prestazioni degli avversari. Pertanto, questo rende più difficile per i singoli atleti pianificare una strategia per la competizione. D’altra parte, i membri di uno sport di squadra riconoscono con più facilità le strategie tattiche e tecniche più appropriate e migliori per affrontare i rivali in gara. Questo può spiegare la sensazione di confusione che provano gli atleti individuali rispetto agli sport di squadra.

Quando gli atleti sperimentano fatica, si sentono esausti, esausti, assonnati e stanchi. I risultati hanno mostrato una differenza significativa tra i due tipi di sport. Gli sport individuali hanno mostrato una percezione più alta di fatica rispetto agli sport di squadra. Gli atleti individuali sentono significativamente la fatica perché si allenano da soli con gli allenatori e lottano individualmente con altri atleti.

La tensione è legata alla sensazione di panico, ansia, preoccupazione e nervosismo. I risultati hanno mostrato che non c’è una differenza significativa nella tensione tra gli sport di squadra e gli sport individuali. Ciò dimostra che tutti gli atleti, indipendentemente dal tipo di sport, sperimentano la stessa quantità di tensione. Oltre a ciò, è emerso anche che gli allenatori e i preparatori mettono la stessa quantità di concentrazione e attenzione sia per gli atleti degli sport di squadra sia per quelli degli sport individuali, poiché lo scopo della partecipazione a una competizione è quello di dare il meglio personale dell’atleta o di vincere. Questo produce una grande tensione negli atleti.

E’ stato riscontrato che la media tra confusione, stanchezza e depressione è più alta negli sport individuali. Nel frattempo, lo sport di squadra permette agli atleti di condividere, discutere i problemi e sostenersi a vicenda all’interno della squadra, con il risultato di una minore confusione, stanchezza e depressione. Ciò contribuisce a rafforzare la fiducia e lo spirito di squadra.

Vigore e rabbia erano più alti negli sport di squadra perché la rabbia può aumentare il vigore e quindi produrre una migliore forza fisica negli sport di squadra.

E’ fondamentale valutare gli stati d’animo degli atleti prima della gara. Gli allenatori dovrebbero concentrarsi sulla psicologia degli atleti oltre che sulla preparazione fisica, perché si ritiene che la psicologia includa il 10% dell’allenamento, mentre in gara la psicologia dichiarata può influenzare il 90% della prestazione.

Raccomandazioni

I futuri ricercatori dovrebbero approfondire l’argomento integrando l’effetto degli stati d’animo con i risultati (vittoria o sconfitta). Questo aiuterà a indagare o a rivedere l’effetto e la relazione tra gli stati d’animo e il risultato della prestazione (vincere/perdere). Ciò sarà significativamente utile per gli allenatori, gli atleti e gli scienziati dello sport per regolare e impostare l’umore appropriato prima e durante la competizione.

I risultati dello studio possono essere applicati come riferimenti dello stato d’animo prima della gara. Pertanto, i risultati presentati consentono agli allenatori, agli psicologi dello sport e agli atleti di riconoscere gli stati psicologici degli atleti prima della partita e di preparare i metodi o le soluzioni psicologiche necessarie, tra cui l’immaginazione, il self-talk e il peep-talk, al fine di regolare lo stato d’animo appropriato per migliorare le prestazioni/la forza fisica dell’atleta nello sport.

Questi risultati possono contribuire ad allenare gli atleti con una migliore capacità di controllare le emozioni, soprattutto prima e durante la competizione.

Cambiare l’umore della squadra per tornare a vincere

Solskjær è il nuovo manager del Manchester United che sta ottenendo una serie di risultati positivi incredibili con una squadra presa in piena crisi. Non poteva di certo cambiare il gioco da una settimana all’altra e si è concentrato sull’unica cosa che poteva fare: si è posto l’obiettivo di cambiare la mentalità, lavorando sull’umore dei calciatori.

Ha dichiarato: “il mio lavoro è stato parlare con i giocatori, conoscere i loro sentimenti, i loro livelli di fiducia e come si sentivano a riguardo alla loro situazione”. Di conseguenza “ho dato loro alcune linee guida, naturalmente, abbiamo parlato della libertà di espressione … sono dei bravi giocatori e sta a loro usare la loro immaginazione, la loro creatività e divertirsi a giocare per questo club, perché stanno vivendo il tempo migliore della loro vita”. Questo approccio mentale gli ha consentito di giocare con energia, entusiasmo e responsabilità, ma ancor di più, ha riportato il sorriso sui volti dei giocatori a cui è stato ricordato di giocare divertendosi.

Bisogna lavorare bene per sviluppare quella condizione di prontezza mentale di squadra che consenta at team nel suo complesso di entrare in campo con la convinzione che qualsiasi cosa possa succedere in campo, la squadra si esprimerà sempre al suo meglio.

Magic Johnson e la coesione di squadra: una storia vecchia ma sempre vera

Le squadre di basket devono essere unite per realizzare il loro obiettivo prioritario: affrontare gli avversari in modo sicuro e determinato. La rivalità interna, se non limitata a episodi circoscritti fa sprecare inutili energie agli atleti e li tiene impegnati in attività che hanno un’influenza disgregante sull’allenamento e sulla partita. La squadra deve sempre ragionare in termini di NOI. Il coach deve: favorire la partecipazione dei giocatori, cercando di accoglierne le indicazioni, trattare tutti con gli stessi criteri ed evitare favoritismi, premiare i comportamenti altruistici e ridurre i comportamenti individualistici.

La storia di Magic Earvin Johnson è un esempio di come anche un campione deve passare da comportamenti troppo individualistici a una maggiore condivisione con i suoi compagni. Infatti, quando Magic giocava nei Los Angeles Lakers si distingueva anche per la sua dedizione al gioco di squadra: passava e difendeva anziché pensare a segnare punti. E’ stato Magic a spiegare al suo allenatore Pat Riley come si era affermato in lui questo atteggiamento collaborativo verso la squadra.

Quando giocava nella Lega Giovanile di pallacanestro, a East Lansing, Michigan, il suo allenatore gli diceva che lui era il migliore giocatore della squadra e che doveva tirare in continuazione.  Magic Johnson obbediva a questa richiesta e segnava la maggior parte dei canestri della sua squadra, che così vinceva in continuazione. Nonostante queste vittorie gli altri compagni di squadra si sentivano incapaci, erano depressi e nessuno lo ringraziava o si mostrava contento per quello che lui faceva. Decise che quella situazione per lui era insopportabile. Da quel momento il suo comportamento in campo cambiò e mise le sue capacità al servizio della squadra. L’umore dei compagni cambiò completamente e furono molto più motivati. incrementarono le loro abilità e continuarono ugualmente a vincere.

Com’è la tua squadra, i giocatori riescono a mettere da parte il loro ego e giocano in modo coeso indipendentemente dal momentum di gioco?