Archivio mensile per luglio, 2011

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Impegno e dedizione

Ieri ho dato i numeri per il successo. Partendo da quelli voglio mettere in evidenza che sono 817 gli atleti USA che hanno fatto parte della squadra olimpica che hanno identificato questa dimensione come quella decisiva per il loro successo. Ed è giusto che questa scoperta l’abbia commissionata il comitato olimpico della nazione da battere nello sport. Perchè? Perchè i forti sviluppano attività efficaci come quella d’intervistare i loro campioni e di domandargli quali sono i fattori alla base del loro successo. In Italia questo non è mai stato fatto perchè le ricerche sul talento prevedono solo la ricerca di dati antropometrici o fisiologici, siamo dominati da queste figure professionali. Peccato perchè resteremo indietro.

I numeri per il successo

Semplifichiamo anche noi e diamo i numeri per avere successo:
3 – sono le chiavi del successo: impegno e dedizione, famiglia e amici, allenatori eccellenti.
4 – sono le abilità psicologiche di base: imparare dall’esperienza, rilassarsi, self-talk positivo e ripetere mentalmente.
6 – sono le fasi della carriera dell’atleta: divertirsi muovendosi, imparare a allenarsi, allenarsi ad allenarsi, imparare a competere, imparare a vincere, ritiro e passaggio di carriera.
7 – sono le abilità psicologiche avanzate: goal setting, gestione dello stress, concentrazione, gestione della gara, valutazione delle prestazioni, gestione della vita extra-sportiva, rapporto allenatore-atleta.
1.200 – sono le ore di allenamento annuali di un atleta di livello assoluto.
10.000 – sono le ore necessarie per diventare atleti esperti.

Perchè l’estremo

Ho appena terminato di leggere il libro che racconta della tragedia sul K2 del 2008 in cui perirono molti alpinisti dopo averne raggiunta la cima. E’ una storia di coraggio, morte e sopravvivenza, come sono spesso quelle di montagna, da cui sorge sempre puntuale la solita domanda: perchè questo desiderio di mettersi alla prova in situazioni estreme. La risposta degli alpinisti è anche nota e rieccheggia ogni volta quella che diede Mallory, più di 70 anni fa, quando gli chiesero che cosa lo spingeva sull’Everest e lui disse “Perchè è là.” Scartata la tesi che sostiene che sono dei suicidi, penso che sia una bella sfida per uno psicologo per giunta che si occupa di sport quella di darsi una spiegazione sulla motivazione alla ricerca dell’estremo. L’essere umano ha sempre voluto spingersi oltre e probabilmente l’alpinismo rappresenta una delle ultime opportunità per noi contemporanei di vivere questa sfida. Consiglio la lettura di questo libro: No way down e di visitare il sito per vedere i video del K2, cosìcche chi mai è andato oltre le colline può iniziare a farsi un’idea anche solo visiva di un ambiente estremo: http://www.nowaydownthebook.com

I giovani laureati e la negoziazione

In questi giorni ho incontrato molti giovani laureati nelle più diverse discipline e nella maggior parte dei casi ho riscontrato un problema comune nella progettazione delle proposte lavorative. La loro attenzione è quasi esclusivamente dedicata alla realizzazione del progetto e scarsa attenzione pongono a pianificare le eventuali obiezioni che potrebbero venirgli rivolte, alla realizzazione di un piano B più ristretto, a preparare un budget in modo da poterlo ridurre se necessario, a negoziare sulle difficoltà che dovranno affrontare. Hanno insomma un approccio di tipo universitario centrato solo sul contenuto della proposta ma che non prevede abilità di confronto con l’interlocutore. E’ un problema direi grave per chi intende proporsi sul mercato in modo competitivo

La concentrazione della Sharapova

Venti secondi è il tempo permesso nel tennis per riprendere il gioco. La routine della Sharapova prevede di andare a fondo campo e stare qualche secondo rivolta verso pubblico, lo sguardo dritto davanti, per poi ritornare sulla linea di fondo campo. Pochi secondi possono sembrare nulla a chi non è esperto a vivere situazioni di stress intenso. Sono invece sufficienti a ritrovare la propria condizione ottimale e svuotare la mente da quanto è successo immediatamente prima.

Tennis: Perchè i campioni ritardano il servizio

Leggete questo interessante articolo sul perchè i campioni di tennis ritardano il servizio: http://www.nytimes.com/2011/07/01/sports/tennis/in-tennis-idea-of-shot-clock-has-some-momentum.html?_r=1&adxnnl=1&ref=tennis&adxnnlx=1309546919-efDPd2iZJ1JjNwv5H+D7Qg