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“Estate Insieme”: calcio per giovani con disabilità intellettiva

E’ iniziato il campo “Estate Insieme” promosso da Roma Cares in collaborazione con Accademia Calcio Integrato con giovani dai 6 ai 18 anni con disabilità intellettiva che giocano a calcio. Seconda giornata, i ragazzi/e arrivano al campo e iniziano a giocare nel campo grande. Ambiente sereno, tirano in porta. Questo avviene in attesa che arrivino gli altri compagni. Poi al completo ascoltiamo e cantiamo l’inno d’Italia tutti insieme.

Inizia l’allenamento con esercizi di coordinazione conduzione della palla, divisi in due gruppi da 5. Ci sono 3 allenatori della Roma che li seguono, fornendo istruzioni tecniche e incoraggiandoli a mantenere un ritmo continuo di esercitazione.

Tiri in porta di diversa grandezza su postazioni, si ruota ogni tot minuti.

Sono giovani che si allenano con noi da molto tempo, alcuni da 6 anni altri da quattro. Il campo estivo è di 5 ore su 5 giorni per settimana (il gruppo in totale è di 90 giovani per 3 settimane) . Il gruppo di 10 di cui sto parlando è composto da giovani con disabilità intellettiva con un buon funzionamento motorio anche se qualcuno ha difficoltà a correre, altri prevalentemente camminerebbero e corrono per pochi passi, altri invece sono molto rapidi. Alcuni hanno più bisogno di altri di alternare minuti di attività con una fase di pausa (in ogni caso fa molto caldo qui a Roma).

Per questi ultimi avere molte ore a disposizione per allenarsi è importante, poiché in questo modo hanno modo di allenarsi comunque per un periodo di tempo complessivamente lungo mentre durante le sedute di allenamento settimanali fermarsi 20 minuti significa perdere quasi il 40% del tempo di allenamento che è di 50 minuti.

Naturalmente vi sono anche momenti di tensione, qualche ragazzo si mostra irrequieto, qualcun altro litiga con un compagno, qualcuno risponde in modo impulsivo o si offende perché non gli passano la palla, altri si stancano e tendono a isolarsi.

Queste difficoltà si risolvono con la pazienza dei Mister che capiscono queste problematiche ma soprattutto grazie anche al fatto che il gioco continua e questi episodi non disturbano quelli che giocano. In tal senso la continuità dell’attività è da stimolo a quelli che si allontanano per ritornare a giocare. Questo perchè in ogni caso, l’obiettivo è mantenere un clima sereno e piacevole che alla fine sovrasta ogni difficoltà che s’incontra.

Con un’immagine si può dire che il fiume scorre, quando un ragazzo/a vive un momento più critico, il suo scorrere aiuta a risolvere i problemi individuali perché il collettivo continua l’attività, quindi tutto scorre e poi si arriva al mare dove tutto finisce.

Gli allenatori svolgono il ruolo ruolo di guida con comprensione e vicinanza ma in modo fermo. Questo loro atteggiamento costituisce il cardine essenziale per cui tutto scorre, nonostante si stia allenando giovani con disabilità intellettiva.

Si lavora molto per dare valore all’allenamento. Ecco quindi la ragione per cui ascoltare e cantare insieme l’inno d’Italia e prima della partita finale quello della Champions League sono momenti che precedono momenti significativi dell’allenamento. E’ ovvio, infine, che vestire la divisa della AS Roma è un altro fattore che unisce, un modo per questi giovani atleti di sentirsi orgogliosi e parte di qualcosa che nella loro percezione è immenso.

Nei prossimi giorni racconterò l’esperienza di altri giovani che partecipano al “Estate Insieme”.

10 ragioni per giocare a calcio per i giovani con autismo

10 ragioni per cui i giovani con disabilità intellettiva traggono beneficio dal gioco del calcio
  1. Il calcio è lo sport più amato dai giovani di tutto il mondo: si può giocare ovunque, al chiuso e all’aperto, ogni luogo si può trasformare in un campo di calcio e chiunque indipendentemente dalle sue capacità può giocare una partita.
  2. Il pallone è un strumento sportivo senza rivali: lo puoi calciare con i piedi o con le mani e colpire con ogni parte del corpo; tutti possono passare la palla, tirare in porta o provare a parare un tiro. Dai un pallone a un gruppo di bambini e non si stancheranno di rincorrerlo.
  3. Il calcio favorisce l’inclusione di tutti, ogni ragazzo o ragazza può correre dietro una palla, toglierla a un altro, tirare, passare e parare.
  4. I giovani con disabilità intellettiva sono di solito esclusi dal gioco del calcio, perché sono rare le opportunità che gli vengono offerte.
  5. Giocare a calcio e con il pallone gli permette di stare con i compagni di classe, con i loro amici e di conoscerne di nuovi.
  6. Calcio è stare all’aria aperta, vedere le stagioni anche se si vive in città e imparare a muoversi con gli altri quando fa freddo o caldo o quando tira vento.
  7. Calcio è partecipare a un allenamento centrato su apprendimenti nuovi che determinano il miglioramento delle abilità motorie di base, coordinazione, abilità tecnico- tattiche, abilità di comunicazione, collaborazione e cognitivo-affettive.
  8. Calcio è stare in gruppo insieme durante l’allenamento, condividere gli stessi spazi, esercitandosi da soli ma anche con un altro compagno o in piccoli gruppi.
  9. Calcio è vestire la divisa della propria squadra, la Roma, andare allo stadio insieme a tutto il gruppo a vedere le partite e andare a scuola con questa uniforme, essere riconosciuti dai compagni come allievi della scuola calcio della Roma.
  10. Calcio è integrazione, allenandosi e partecipando a tornei e giocando partite di calcio integrato 5vs5 composte da tre giovani con disabilità intellettiva e due giovani della AS Roma.

Calcio Insieme a Casa

Durante il lockdown abbiamo continuato ad allenare i bambini con disabilità intellettiva.

Questa è la copertina del Quaderno Tecnico di Calcio Insieme a Casa che abbiamo realizzato in collaborazione con Roma Cares.

E un esempio di esercizio. Grazie a tutto lo Staff che lo ha reso possibile.



 

Seminario: Calcio e integrazione – l’esperienza dell’AS Roma con i bambini con disabilità intellettiva

Calcio Insieme è un progetto di empowerment psicologico, relazionale e motorio tramite il calcio per giovani con disabilità intellettiva, con particolare riferimento al disturbo dello spettro autistico.

Dal 2015 la Fondazione Roma Cares, espressione della responsabilità sociale dell’AS Roma Calcio, e Asd Accademia Calcio Integrato orga- nizzano su base annuale programmi di sviluppo motorio attraverso il gioco del calcio per bambini con disabilità intellettive. Le indagini condotte hanno evidenziato la costante presenza dei bambini durante le attività e la soddisfazione delle loro famiglie e i benefici motori, sportivi e psicosociali che derivano da questi programmi.

Scopo di questo Seminario è di presentare i risultati delle ricerche condotte, illustrare il modello d’intervento, realizzato per la prima volta nel calcio giovanile con la collaborazione degli istruttori della AS Roma, degli psicologi dello sport, del logopedista, dei medici e dei responsabili dei rapporti con le scuole e le famiglie.

Autismo e calcio

Questo semplice twitter di ieri ha avuto 2353 visualizzazione. E’ la foto di una riunione del nostro staff che discute il nuovo programma di allenamento per i bambini con disabilità intellettiva e in larga parte con autismo, per migliorarne gli apprendimenti motori e insegnare il calcio.

L’interesse che ha suscitato dimostra come il tema della pratica sportiva per questi bambini (6-13 anni) è di attualità, sono pochi quelli che sono coinvolti con regolarità nello sport, non sappiamo in realtà quanti siano, con che frequenza e quali attività svolgano. I dati delle ricerche dimostrano che, in generale, questi bambini praticano sport individuali, in prevalenza corsa e nuoto. Sono estremamente rari i programmi che li vedono coinvolti nelle scuole calcio, poiché richiedono la presenza di allenatori e psicologi competenti. Spesso il calcio è sconsigliato in quanto questi bambini vengono inseriti in gruppi con giovani con sviluppo tipico e con allenatori che non hanno tempo e competenze per potersi dedicare a loro.

Roma Cares, la Roma e l’Accademia di calcio integrato da 5 anni hanno ideato e realizzato il progetto “Calcio Insieme” che attualmente coinvolge 7o bambini con disabilità  intellettiva. Coinvolge uno staff composto da 10 allenatori, 5 psicologi dello sport, 1 logopedista, 1 medico, 1 responsabile dei rapporti con le famiglie e scuole, 1 responsabile tecnico e 1 responsabile scientifico. E’ un progetto complesso che vede i bambini coinvolti da ottobre a giugno per due volte alla settimana. I risultati ottenuti e pubblicati su riviste scientifiche hanno dimostrato miglioramenti significativi nelle aree motorie e in quelle dell’area psicosociale.

Calcio Insieme per giovani con disabilità motorie e intellettive

 Calcio insieme 

Un programma di calcio integrato per giovani

con disabilità motorie e intellettive

ALBERTO CEI,    MICHELE ROSCI,    DANIELA SEPIO

              Università San Raffaele      AS Roma     Accademia di Calcio Integrato

                            Convegno Nazionale Scientifico AIDEE 2019

                                                   La Disprassia

                                     Roma, 17-18 Novembre 2019

Calcio Insieme, è un progetto promosso dalla Fondazione Roma Cares, Onlus legata al più ampio contesto di responsabilità e sostenibilità  sociale della AS Roma e dalla Asd Accademia Calcio Integrato, il cui obiettivo è lo sviluppo di una cultura dell’integrazione e dell’educazione ai valori dello sport attraverso il calcio.

Obiettivi - Studiare gli effetti di un programma di allenamento basato sull’insegnamento del calcio, su giovani con disprassia e con disturbo dello spettro autistico (ASD) promuovendone le competenze psicosociali, motorie e calcistiche. Nessun altro studio è stato condotto su sport di squadra e a nostra conoscenza i dati a disposizione provengono da sport individuali (Bremer et al., 2016; Luiselli e Cei 2017; Rivilis et al., 2011)) se non sono addirittura sconsigliati (https://dyspraxiafoundation.org.uk/dyspraxia-children/pe-lessons/).

Metodo - 30 partecipanti sono stati sottoposti a valutazione motoria pre/post. Valutazione psicosociale effettuata con interviste pre/post a genitori e insegnanti e con una valutazione svolta sul campo e continuativa nel tempo da istruttori di calcio e psicologi dello sport.

Risultati – Abilità motorie: differenze significative rispetto alle valutazioni iniziali in 6 prove su 10. Abilità calcio “correre con la palla”: il 39,3% non mostra alcun miglioramento, il 28,6% raggiunge un livello intermedio e il 10,7% un livello medio alto di abilità. Interviste ai genitori e insegnanti: percepiscono un incremento delle abilità psicosociali e motorie. Tale incremento differisce in base alla gravità del disturbo del giovane.

Conclusioni - Si conferma quanto emerso dalle rassegne su persone con ASD per cui la dimensione motoria migliora con percorsi specifici di apprendimento sportivo, ma a ciò si aggiunge che l’organizzazione dell’allenamento in attività di gruppo e individuali favorisce lo sviluppo delle competenze psicosociali. Il ridotto numero di giovani con disprassia richiede che i risultati dovranno essere documentati su una popolazione più ampia. Gli sviluppi futuri del progetto andranno verso una distinzione dei programmi di ricerca e di allenamento, con modelli specifici di intervento per le diverse diagnosi coinvolte.

Per sapere di più su Calcio Insieme:

Cei, A., Franceschi, P., Rosci, M., Sepio, D., e Ruscello, B. (2017). Motor and psychosocial development in children with autism spectrum disorder through soccer. International Journal of Sport Psychology, 48, 485-507.

Cei, A. e Luiselli, J. (a cura di) (2017). Sports, exercise and physical health among people with intellectual and developmental disabilities. International Journal of Sport Psychology, 48, 473-568, Special Issue.

Cei, A., Ruscello, B., e Sepio, D. (2019). Summer camp for children with ASD and parents perception of changes in psycho-social skills. International Journal of Sport Psychology, 50, 162.175.

Cei, A., Sepio, D., e Rosci, M. (in press). Sport, calcio e integrazione: L’esperienza dell’AS Roma con i bambini con disabilità intellettiva. Torgiano: Calzetti e Mariucci.

Ulteriori informazioni: www.accademiacalciointegrato.com

 

#Autismo #Roma #Calcio

“La Roma adesso ha una squadra speciale. Non quella di Dzeko e Di Francesco, ma composta da un piccolo esercito di bambini a cui giocare fa bene davvero. Si chiama “Calcio insieme” il progetto che Roma Cares, la fondazione benefica del club giallorosso, ha intrapreso con l’associazione sportiva dilettantistica Accademia Calcio Integrato. E che, alla fine del primo triennio, ha già raddoppiato i bambini tra i 6 e i 16 anni con disabilità di vari livelli iscritti al programma che intende veicolare un modello di calcio a loro adeguato: erano trenta nel 2015, quando l’idea divenne concreta grazie al lavoro di persone come Alberto Cei, psicologo dello sport e responsabile scientifico di “Calcio insieme”, oggi sono sessanta a partecipare”.

"Calcio insieme" a ragazzi con sindrome dello spettro autistico: la AS Roma scende in campo

Lo sviluppo motorio e psicosociale in bambini con disabilità intellettive attraverso il calcio

Movimento

Rivista di Psicologia e Scienze del Movimento e dello Sport

n.2/3, 2016, 63 pagine

Roma: Edizioni Luigi Pozzi

 

Lo sviluppo motorio e psicosociale in bambini con disabilità intellettive attraverso il calcio

Motor and psychosocial development in children with intellectual disabilities through soccer

 

Alberto Cei*’, Paolo Franceschi^, Michele Rosci^, Daniela Sepio’ e Bruno Ruscello°

*Università San Raffaele, Roma e ASD Calcio Integrato

^AS Roma Calcio

‘ASD Calcio Integrato

°Università di Tor Vergata, Roma

 

Parole chiave: bambini, autismo, calcio, apprendimento, empowerment

Key words: children, autism, soccer, learning, empowerment

 

 

Abstract

Calcio Insieme (Soccer Together) is a project promoted by Roma Cares Foundation, non-profit organization linked to the broader context of Social Responsibility and Sustainability of AS ROMA and A.S.D. Accademia di Calcio Integrato, whose objective is the development of education and culture integrated to the values of sport through the soccer.

Soccer is the sport most loved and practiced by girls and boys around the world, but for young people with developmental difficulties are rare, if not absent, the opportunities allowing them to live this sport as an educational and playful experience. Therefore, this applied research project, spread over three years, is aimed at children (6-12 years) with intellectual disabilities and with particular reference to those with autism spectrum disorder (ASD). Soccer Together project wants to promote the physical activity and soccer teaching for these children, in order to improve the quality of their lives through a continuous sport practice over time. Furthermore, this project wants also to develop a methodology model of teaching, tailored for these children, through this applied research.

Soccer Together began in September 2015 with the collaboration of some schools of Roma. They promoted among families of children with intellectual disabilities the knowledge of this initiative. They organized information meetings lead by the staff of Soccer Together to start building a community whose school, family, sport organization and staff could feel part of a common project at its center there are the children with intellectual disabilities and especially those with autism spectrum disorder (ASD). Since the beginning the project has had as main focus the empowerment of each child through the soccer, as recommended by the International Paralympic Committee.

To better understand the different steps of the experiment carried out by the technical-scientific staff of Soccer Together at the Giulio Onesti Center, in Roma, it’s important to acknowledge what are the autism spectrum disorders (ASD) and what are the limits and the motor/psychological potential of children with ASD; the report describes in detail the main features and the research results.

This report begins with an overview of autism spectrum disorders and what are the limits and the motor potential of these children. It emerges that, up to now, the experiences carried out in this area included only individual sports and that no investigation has been conducted to test how the group sports and soccer specifically could be a means of improving the motor/sports skills and the psychological and interpersonal skills. In the section devoted to the method are described the diagnoses of 30 children (27 boys and 3 girls). They  have participated in the project by attending at the training program for an hour twice a week for 5 months. They were divided into two sub-groups (Green and Red) as a function of their motor skills and psycho-relational competences. All children were subjected to the initial and final motor assessment. Similarly it proceeded with the psychological and interpersonal evaluation carried out at the beginning and at the end of the program. This was done through interviews with parents and their school teachers and an assessment carried out on the field for the duration of the period of activities carried out by the football coaches and the sport psychologists. In addition, before the start of the program, the whole staff,  including sport psychologists, youth football instructors, one speech therapist, one sport physician and one coordinator of the relations with families and schools have participated in a specific training, theoretical and practical, learning to be sensitive and to work with young individuals with developmental disorders. The results showed that in relation to motor skills there are significant differences from the initial assessment in relation to 6 tests out of 10. The children improved in tests regarding: walking between the cones, running between the cones, roll on the mat, high jump (3 obstacles 20 / 30cm), grab (5 launches from 1 to 5 meters away from the instructor) and stay balanced on jellyfish.

In relation to run with the ball (to drive the ball into a space 15m long and 4m wide) were detected two results. The first is that, even at the end of the program, 39.3% of children did not show any improvement. The second is of opposite sign and shows that 28.6% is placed in an intermediate skill level. They drive the ball, move frequently left and right even if out of the lane. In addition, 10.7% shows a medium-high skill level, driving the ball without leaving the lane. These data show there is a significant difference from the point of view of the motor competences among the children, while for some the training it’s characterized more as motor activity oriented to the acquisition of basic motor patterns, for others it’s oriented to  teach the soccer fundamentals.

The questionnaire administered at the end of the program to the parents of the children examined the following skills: cooperation, participation in the games, understanding the others and be understood, communicate with each other, socialize, approach the new situations/people and reduction of behavioral problems. For each of these skills, the parents have expressed a final assessment, it showed that they believe their children are improved significantly. It’s also interesting to note that the same questionnaire was administered to school support teachers of children and the resulting data are similar to those experienced by parents. Assessments made on the field by sport psychologists and coaches have shown that most of young people have improved, even if  they achieved very different skill levels, depending on the difficulty level initially expressed. For the future, there are clearly detectable paths of physical activity and sports differentiating the two children groups (Red and Green).

In summary, these data confirm the findings of the research review conducted on people with autism spectrum disorder (Sowa e Meulenbroek, 2012). That is to say, that the motor/sport skills increase with specific program of motor/sports learning. Our study adds that the organization of training sessions in group interventions and individual interventions promote the development of social skills, as in part it has been showed by Walker, Barry and Bader (2010). This pilot study has also responded to the request to organize “a naturalistic intervention based on group sports like soccer” (Sowa and Meulenbroek, 2012; p.56) and, till now it was never been documented. In addition, as already showed (Luiselli 2014), the behavioral problems were reduced, decreasing the stereotyped movements and the self-stimulation behaviors.

Finally, it should be mentioned those results achieved which are not identifiable in scientific terms but that at the same time are important for a project with the aim to reduce the limits of the children with ASD and widen their skills at 360 degrees. The most significant are the following: the first football games played between them and the coaches and two games 4vs4 with players of Roma Academy; the identification process with AS Roma has increased the children socialization and stimulated their pride being a part of Roma team; live this experience with professionals totally dedicated to them and willing to respect the times of socialization and learning while not ceasing to guide them in the activities; for families it has been important to meet each other, sharing these experiences and feeling themselves as an active part of the project.

Autismo, calcio integrato: sintesi della ricerca

Calcio Insieme, è un progetto promosso e supportato dalla Fondazione Roma Cares, Onlus legata al più ampio contesto di responsabilità e sostenibilità sociale della AS Roma e dalla Asd Accademia Calcio Integrato, il cui obiettivo è lo sviluppo di una cultura dell’integrazione e dell’educazione ai valori dello sport attraverso il giuoco del calcio.

Il gioco del calcio è lo sport più amato e praticato dalle bambine e dai bambini di tutto il mondo, ma per i giovani con difficoltà intellettive sono rare, se non del tutto assenti, le opportunità non solo in Italia che permettano loro di vivere questa pratica sportiva come esperienza formativa e di gioco. Pertanto, questo progetto pilota di ricerca applicata che si sviluppa su tre anni è rivolto ai bambini/e di 6-12 anni con disabilità intellettive e con particolare riferimento a quelli con disturbo dello spettro autistico (ASD). Calcio Insieme intende promuovere l’attività motoria e l’insegnamento del calcio per questi bambini al fine di migliorare la qualità della loro vita attraverso una pratica sportiva continuativa nel tempo ma anche e soprattutto elaborare un modello di metodologia didattica a loro adeguato, attraverso un’attività di  ricerca applicata sul campo.

Calcio Insieme  è iniziato a settembre 2015 con la collaborazione di alcune scuole di Roma  che hanno promosso tra le famiglie degli alunni con disabilità intellettiva la conoscenza di questa iniziativa, organizzato incontri informativi con lo staff di Calcio Insieme per iniziare a costruire una community sul territorio in cui scuola, famiglia, soggetti sportivi promotori, e staff potessero sentirsi parte di un progetto comune al cui centro vi sono i bambini con disabilità intellettiva e in particolare quelli con disturbo dello spettro autistico (ASD). Il progetto ha avuto sin dall’inizio al centro del proprio focus quello di costruire le condizioni per favorire l’empowerment di ciascun bambino attraverso il gioco del calcio, così come raccomandato dal Comitato Paralimpico Internazionale.

E’ importante, per poter meglio comprendere le diverse fasi della sperimentazione effettuata dallo staff scientifico- tecnico di Calcio Insieme sui campi del Giulio Onesti, avere presente cosa s’intende per disturbi dello spettro autistico e quale siano i limiti e le potenzialità motorie dei bambini che ne soffrono  e il report descrive nei dettagli le principali caratteristiche, riportando anche i diversi contributi bibliografici .

Emerge subito un dato evidente, ovvero che le esperienze di attività sportiva sinora svolte dai bambini con disabilità intellettiva hanno riguardato in prevalenza sport individuali e che nessuna indagine è stata sin ora condotta per verificare in che modo l’attività sportiva di gruppo e il calcio in particolare possano rappresentare un mezzo per il miglioramento delle competenze motorie/sportive, psicologiche e relazionali.

Nella parte dedicata al metodo vengono descritte inizialmente le diagnosi dei 30 bambini/e che hanno partecipato al progetto che hanno permesso di suddividerli in due gruppi (Verde e Rosso) in funzione delle abilità motorie e psico-relazionali possedute; entrambi i gruppi hanno partecipando a un programma di allenamento di un’ora per due volte la settimana da gennaio a giugno 2016.

Va sottolineata l’importanza della fase di formazione che si è svolta prima dell’inizio dell’attività: lo staff al completo e formato da psicologi dello sport, istruttori di calcio giovanile, una logopedista, un medico dello sport e un responsabile dei rapporti con le famiglie e le scuole hanno partecipato a un Corso di formazione specifico, teorico e pratico per imparare a sensibilizzarsi e a lavorare con bambini con disturbi intellettivi.

In termini di metodologia di analisi la sperimentazione è stata portata avanti dallo staff  che  provveduto a sottoporre tutti i bambini/e ad una valutazione motoria iniziale e finale (è importante sottolineare che la griglia dei test motori era la stessa utilizzata dagli istruttori della Roma Academy per i bambini normodotati),  allo stesso modo si è proceduto con la valutazione psicologica e relazionale effettuata con interviste iniziali e finali a genitori e insegnanti e con una valutazione svolta sul campo e continuativa per tutta la durata del periodo di attività effettuata dagli istruttori di calcio e dagli psicologi dello sport.

I risultati dimostrano che in relazione alle abilità motorie vi sono differenze significative rispetto alle valutazioni iniziali in relazione a 6 prove su 10. In particolare i bambini sono migliorati nei test riguardanti: camminare tra i conetti, correre tra i conetti, rotolare su tappetino, saltare in alto (3 ostacoli 20/30cm), afferrare (5 lanci da 1 a 5 mt di distanza da istruttore) e stare in equilibrio sulla medusa.

In relazione al correre con la palla (guidare la palla in uno spazio lungo 15m e largo 4m) si sono evidenziati due dati. Il primo è che anche al termine del programma, il 39,3% dei bambini non ha mostrato alcun miglioramento. Il secondo è di segno opposto ed evidenzia che il 28,6% si colloca a un livello di abilità intermedio e cioè guida la palla, si sposta frequentemente dx e sx anche se esce dalla corsia. Inoltre, il 10,7% mostra un livello di abilità medio-alto, guidando la palla senza uscire dalla corsia. In tal senso è emerso che vi sia una notevole differenza dal punto di vista motorio fra i bambini stessi, mentre per alcuni l’allenamento si è caratterizzato maggiormente come attività motoria orientata all’acquisizione degli schemi motori di base, per altri è orientata all’insegnamento dei fondamenti del calcio.

Il questionario somministrato ai genitori al termine del periodo di attività ha esaminato le seguenti abilità dei bambini: collaborazione, partecipazione ai giochi, comprensione, comunicare con l’altro, socializzazione, approccio alle situazioni/persone nuove e comportamenti problematici. Per ognuna di queste competenze i genitori hanno espresso una valutazione finale da cui emerge che ritengono che i loro figli siano migliorati in maniera per loro evidente. E’ inoltre interessante notare che lo stesso questionario è stato somministrato alle insegnanti di sostegno dei bambini e i dati emersi sono analoghi a quelli manifestati dai genitori. Le valutazioni effettuate sul campo dagli psicologi e dagli istruttori hanno messo in evidenza che la maggior parte dei giovani è migliorata, pur se sono stati raggiunti livelli di abilità molto differenti in funzione del livello di difficoltà espresso inizialmente dai bambini/e. Per il futuro sono chiaramente evidenziabili percorsi di attività motoria e sportiva differenziati fra i due gruppi di bambini/e (Rosso e Verde).

In sintesi, questi dati confermano quanto emerso dalla rassegna delle ricerche condotte su persone con disturbo dello spettro autistico di Sowa e Meulenbroek (2012) secondo cui la dimensione motoria migliora con percorsi specifici di apprendimento motorio/sportivo ma a questa aggiunge che l’organizzazione delle sedute di allenamento in interventi di gruppo e interventi individuali favorisce lo sviluppo delle competenze sociali, come in parte era stato notato da Walker, Barry e Bader (2010). Questo studio pilota ha risposto anche alla richiesta di  organizzare attività basate su “un intervento sportivo naturalistico basato sul gruppo come il calcio” (Sowa e Meulenbroek, 2012; p.56) e che sinora non erano mai state documentate. Inoltre, come già evidenziato (Luiselli 2014) i problemi comportamentali si sono ridotti, diminuendo i movimenti stereotipati e i comportamenti di auto-stimolazione.

Infine, vanno ricordati quei risultati raggiunti che non sono definibili in termini scientifici ma che allo stesso tempo sono importanti per un progetto che aveva lo scopo di ridurre i limiti dei bambini/e con ASD e di ampliarne le competenze a 360 gradi; i più significativi sono i seguenti: potersi identificare con la AS Roma ha favorito la socializzazione e stimolato l’orgoglio dell’appartenenza; le prime partite di calcio che hanno potuto effettuare tra di loro e gli istruttori e le due partite 4 vs 4 con allievi della Roma Academy; vivere questa esperienza con professionisti totalmente dedicati a loro e disposti a rispettarne tempi di socializzazione e di apprendimento pur non smettendo di guidarli nelle attività; per le famiglie si è rilevato importante incontrarsi fra di loro e condividere queste esperienze sentendosi parte attiva del progetto.

Un percorso di calcio integrato per bambini con disabilità intellettive

Si tiene a Roma, il 25 novembre 2016, una giornata di studi dedicata al progetto “Calcio Insieme”, un percorso pilota di calcio integrato per bambine e bambini dai 6 ai 12 anni, con disabilità intellettive, in particolare quelli affetti da sindrome dello spettro autistico (ASD).

Il primo anno del progetto si è svolto nel periodo ottobre 2015 – giugno 2016 grazie alla Fondazione Roma Cares, espressione della responsabilità sociale dell’AS Roma, su proposta dell’Asd Accademia Calcio Integrato, in collaborazione con il CIP – Comitato Nazionale Italiano Paralimpico, della FISDIR – Federazione Sport Disabilità Intellettiva Relazionale e il sostegno della ASL Roma/1.

30 bambine/i sono stati coinvolti negli allenamenti, per un anno due volte a settimana, e tutti hanno mostrato dei miglioramenti pur nelle differenze delle condizioni di partenza e nei risultati ottenuti. Calcio Insieme è infatti un approccio di empowerment psicologico, relazionale, sportivo e motorio tramite il calcio, che ha individuato un modello didattico adeguato alle diverse esigenze dei bambini attraverso una ricerca da svilupparsi in tre anni.

La giornata di studio si tiene presso la sede del Consiglio Regionale del Lazio, in via della Pisana 1.301, Roma, a partire dalle ore 10:00. La Regione Lazio intende infatti divulgare gli esiti del progetto, valutandone anche l’impatto sul medio-lungo termine.

La partecipazione è gratuita, previa iscrizione. Per avere informazioni e iscriversi contattare:

  • Email: egrassi@regione.lazio.it, vvolpi@regione.lazio.it
  • Tel.: 06 5168 8038 – 8269