Gli errori sono la cosa più importante che succede in allenamento perchè ti dicono dove devi impegnarti per migliorare.
Archivio mensile per aprile, 2014
Pagina 2 di 3
Mancano poche giornate alla conclusione del campionato di calcio e Rudi Garcia, allenatore della Roma, continua a sperare che qualcosa di positivo per la squadra possa ancora accadere anche se la Juventus ha un vantaggio di 8 punti. Da dove nasce questa speranza nella mente di Garcia?
“Snyder, Irving & Anderson (1991, as cited in Snyder, 2000, p.8) define hope as “a positive motivational state that is based on an interactively derived sense of successful (a) agency (goal-directed energy) and (b) pathways (planning to meet goals)” .
Hope theory can be subdivided into four categories: goals, pathway thoughts, agency thoughts and barriers. Goals that are valuable and uncertain are described by Snyder (1994, as cited in Snyder, 2000, p.9) as the anchors of hope theory as they provide direction and an endpoint for hopeful thinking. Pathway thoughts refer to the routes we take to achieve our desired goals and the individual’s perceived ability to produce these routes (Snyder, 2000). Agency thoughts refer to the motivation we have to undertake the routes towards our goals. Barriers block the attainment of our goals and in the event of a barrier we can either give up or we can use our pathway thoughts to create new routes.” (From http://www.positivepsychology.org.uk/pp-theory/hope/100-what-is-hope-and-how-can-we-measure-it.html)
Questa definizione si adatta bene alla Roma, poiché la squadra ha costruito la sua fiducia tramite i risultati e la coesione di squadra, mettendo la sua energia in questa direzione e mostrando durante tutta la stagione la strada che ha preso per raggiungere la posizione attuale.
Per sviluppare e mantenere nel corso della stagione un buon set di abilità mentali, gli atleti devono allenarle come fanno per le abilità fisiche. Il training mentale deve essere integrato nelle sessioni giornaliere di allenamento. Competenze mentali e fisiche devono procedere in parallelo ogni giorno. Il momento migliore per iniziare questa pratica è all’inizio della nuova stagione agonistica, prima delle gare. Ad esempio, l’allenamento della concentrazione va iniziato sin da subito, quando gli atleti sono più calmi e meno stanchi e le sedute non sono ancora difficili rispetto a quelle del periodo successivo. Il momento peggiori per iniziare, è quando gli atleti hanno mostrato problemi durante le loro prestazioni e gli allenatori pensano che siano attribuibili a difficoltà mentali. E’ in questi momenti che spesso chiedono l’intervento dello psicologo dello sport. Di solito questo accade perché gli allenatori nonostante pensino di avere fatto fatto tutto quello che dovevano fare, gli atleti appaiono de-motivati , o troppo ansiosi o distratti. E ‘un intervento sulla crisi che lo psicologo dello sport deve essere in grado di gestire, ma gli allenatori e gli atleti devono capire che il training mentale deve essere integrato all’interno delle singole sessioni e utilizzato non solo come una soluzione per i momenti negativi.
Le Mete dell’Allenatore
Flavia Sferragatta
Il libro di Flavia Sferragatta è particolarmente interessante per diverse ragioni. La prima delle quali è che permette di comprendere quali siano le implicazioni psicologiche del rugby. Chiunque voglia avvicinarsi alla conoscenza della componente mentale di questo sport, con questo libro, potrà sviluppare una conoscenza approfondita di questi aspetti. Un secondo pregio consiste nel trattarli dal punto di vista delle loro applicazioni professionali. In tal senso, allenatori e psicologi possono trovare descritti non solo gli atteggiamenti e le competenze psicologiche tipiche del rugby ma anche indicazioni operative “su cosa è meglio fare” in funzione degli obiettivi che s’intende perseguire. Un terzo aspetto centrale del libro risiede nelle molte citazioni di rugbisti e allenatori che permettono a Sferragatta di illustrare le tematiche psicologiche, con il risultato di fare emergere in che misura allenatori e giocatori di alto livello sono assolutamente convinti del ruolo giocato dalla mente e di come le competenze interpersonali della squadra siano al centro delle prestazioni sul campo. Non ultimo aspetto positivo di questo libro è che si legge con facilità e piacere. Ciò non significa che i temi esposti siano semplici ma che l’autrice oltre a dimostrare un’approfondita conoscenza di questo sport e della psicologia ha saputo esporre il suo pensiero con chiarezza.
Inside Sport Psychology
Costas I. Karageorghis and Peter C. Terry
Human Kinetics Publisher, 2011, p.235
Karageorghis and Terry provide an excellent overview of sport psychology, regarding motivation, self-confidence, anxiety, emotion, concentration, visualization and self-hypnosis. Also mood and music on performance are well treated because they are one of the main authors’ interest. All the themes are presented not only from the scientific side but many anecdotes and exercises are included. I highly recommend this for anyone interested in learning about sport psychology or people looking to improve athletic performance or even to learn general mental skills for life.
In the first chapter entitled “Sport psychology applications” the authors talk about skill acquisition that underlie top performance and about the concept that too often the athletes’ performances are not very consistent during a season and the reason is most of the time related to a reduced mental preparation. At this proposal they ask to the readers to take a moment to reflect on all the excuses they commonly use to explain their worst performances. In this way, Karageorghis and Terry introduce the readers to one of the main aspects of book, that is to propose theories and psychological techniques but also exercises to practice in order to be actively involved in the topics treated. This permit to the readers to be inside the themes of each chapter and to read it in a ease way. The second chapter is about motivation and, after some theoretical introductions, he athletes are driven to identify their main strong and weak points and how to become totally involved, in a flow experience that represents the peak of the intrinsic motivation. The authors look also to the youth coaches when they explain about the relevance of a mastery climate during the training to sustain this intrinsic motivation, de-emphasizing social comparisons. The following two chapters are about self-confidence and anxiety. Confidence is so important psychological factors that could increase or destroy the performance, starting from this suggestions the authors introduce the Bandura’s self-efficacy approach and try to propose for each of its dimensions practical strategies to improve and sustain the self-confidence using the athletes’ imagery and self-talk skills. The anxiety is treated following the best known approach to explain this phenomenon, its symptoms and responses and the main relaxation techniques to reduce it. Like for the other topics many example of great sport athletes are provided to show that to choke under pressure is something that happens also at the top performers. The book has one of the best explanation of the relation between mood and performance, the authors introduce this topic, show how to assess it and explain how they used it in the daily work with the athletes also before the most important events. Relation between food and mood are also well described in a way that I believe all the readers will find very useful. Practical suggestions are also provided to show how the self-talk can be used to change the dominant mood in specific time. The chapter about concentration as the previous describe techniques for a better use of this skill; interesting is the section where the authors provide the suggestions for future attentional training based on the use of new technologies and the web site to explore at this regards. To fulfill the athletes’ potential is necessary to practice visualization and self-hypnosis and the following chapter is devoted to these topics. The last one is about the power of sound, and it’s more related to the Karageorghis’s work in this field. It’s a very useful chapter because usually the sport psychology books talk only in general terms about the music role in training and before the beginning of sport events. We find inside the experiences of the athletes and for someone like the marathoner Paula Radcliffe the music helps her to do much harder workout, while for the double Olympic decathlon athlete, Daley Thompson, the music is not necessary because he is so immersed in his training. In any case, in the chapter the authors talk about the important relation between exercise intensity and preferred music tempo and provide a long list of popular tracks for sport and exercise and which are the useful web sites for planning music programs.
Il segreto di una seduta di allenamento svolta con intensità risiede nell’abilità dell’atleta di essere completamente focalizzato su ciò che deve fare. Sia che pratichi uno sport di combattimento o uno di precisione l’obiettivo dell’atleta dve essere identico: lavorare per restare focalizzato nei momenti che precedono ogni esercitazione. E’ qualcosa di assolutamente facile da capire, ma di solito solo gli atleti di alto livello si allenano in questo modo. La maggior parte invece pensa “è solo un allenamento”, non ho bisogno di tutta questa concentrazione, non è mica una gara. Non capiscono che se non si allenano in questo modo ogni giorno, non saranno capaci di mantenere l’attenzione necessaria in gara. La respirazione profonda e la visualizzazione sono le azioni che gli atleti devono praticare in modo continuativo. Devono iniziare la loro azione tecnica solo quando la mente è pronta a farlo, altrimenti si alleneranno in modo troppo meccanico con un ridotto impegno mentale. Il mio consiglio: fare un respiro profondo, quindi ripetersi mentalmente l’azione e poi effettuarla. Successivamente, dopo un breve periodo di riposo ripetere nuovamente questa sequenza.
Camminando si apprende la vita
camminando
si conoscono le cose,
si sanano le ferite del giorno prima:
cammina
guardando una stella,
ascoltando una voce,
seguendo le orme degli altri passi.
Cammina
cercando la vita,
curando le ferite
lasciate dai dolori.
Niente può cancellare il ricordo
del cammino percorso.
Ruben Blades
Il decalogo del tennista:
Non insultarti quando sbagli e non fare il tifo contro te stesso.
Sostieni in maniera sempre positiva il tuo impegno, anche quando la palla fa fuori o stai sotto.
Non urlarti addosso, giocherai peggio.
Gioca con gioia, liberamente e fai le scelte che vuoi fare.
Non criticare come giocano gli altri solo per fare intendere che capisci di tennis.
Sostieni gli amici meno bravi del Circolo, fa sentire loro il tuo sostegno.
Ricordati che la tensione eccessiva è dannosa, non stai giocando la finale di Wimbledon.
Divertiti, usa l’umorismo per ridurre il timore di fare brutte figure.
Alla fine della partita non dirti che sei profondamente deluso e che smetterai di giocare.
Accetta le sconfitte, anche quelle che bruciano di più.
Non dare sempre la colpa alla racchetta, al tempo, alla sfortuna.
Ricordati che è la tua mente a comandare la tecnica e la tattica e non viceversa.
Non dimostrare con il tuo comportamento mancanza di rispetto per gli altri, siano essi compagni o avversari.
Dimostra a loro il rispetto in ogni tuo comportamento sul campo.
Non sono mai gli altri a farti sbagliare.
Sei tu che non hai saputo rispondere al un colpo o non ti sei adattato a quel tipo di gioco.
Non fare sempre lo stesso errore, non insistere su un colpo che non ti entra.
Quando sbagli fai qualcosa di diverso e cambia modo di giocare.
Non giocare per chiudere il prima possibile i game.
Prenditi il tempo necessario per costruire il punto e ragiona.
Con l’inizio della primavera, giornate più lunghe e più calde, molte persone hanno buoni propositi di iniziare a dimagrire e di fare un po’ di movimento. Dopo questo primo istante positivo molti si fermano perché sono frenati dai loro impegni che non gli permettono di andare in palestra a seguire un corso, dall’aspetto economico che non possono sostenere, dalla pigrizia mentale di non essere abituati a pensare a se stessi come persone fisicamente attive e da tante altre giustificazioni che ognuno si crea per continuare a fare niente. A queste persone voglio indicare l’iniziativa di correre o camminare almeno mezz’ora ogni giorno per cento giorni consecutivi.
Si tratta di prove podistiche che sono anche un viaggio interiore alla riscoperta del piacere della camminata/corsa ad oltranza e che mettono alla prova non tanto il fisico, quanto la capacità di organizzarsi: più che una questione di allenamento (“Ce la farò a camminare/correre almeno mezz’ora ogni giorno per cento giorni consecutivi?”), infatti, l’incognita è la vita ed in realtà la domanda cambia in “Ce la farò a trovare il tempo per camminare/correre almeno mezz’ora ogni giorno” fra famiglia, scuola, lavoro, spesa, pranzo, cena ed altri impegni quotidiani.
Per partecipare e iscriversi vai su www.epodismo.com/100 La partecipazione è gratuita.
Puoi iscriverti a:
- La 100 giorni d’Italia – Per celebrare correndo l’anniversario della Liberazione ed i giorni di festa che seguirono. Dal 25 aprile al 2 agosto 2014.
- La 100 giorni di ferragosto – Una sfida podistica per arrivare di corsa al meritato riposo delle ferie estive e celebrare sportivamente la festività che cade il giorno successivo al termine della prova. Dal 7 maggio al 14 agosto 2014.
Sei pronto a raccogliere questa sfida con te stesso?
Domenica si corre Vivicittà: la corsa per tutti. E’ la corsa più grande del mondo poiché si svolge contemporaneamente in 45 città italiane e 10 all’estero. Questa è la 31° edizione che si svolge su 12 km e che unisce insieme da sempre alcuni fra i valori fondamentali: il bisogno di sport, la tutela dell’ambiente, la solidarietà internazionale e la vivibilità dei centri storici. Sono temi presenti sino dalla prima edizione i questa manifestazione organizzata dalla UISP e che Franco Fava in un articolo del 1984 sull’Espresso già presentava in questo modo:
“Questa prima edizione del Vivicittà non è solamente una manifestazione sportiva, anche se i contenuti sportivi e tecnici non mancano di certo … oggi fare correre 30.000 persone non è più una novità. Distribuire però tanti appassionati della corsa in venti diverse sedi, dare il via alla medesima ora, utilizzare come scenario i centri storici tra i più belli d’Italia e fare in modo di compensare i tempi di percorrenza in base alle differenti difficoltà del tracciato rischia di lasciarci quasi increduli … Sicuramente nel grande giorno di Vivicittà, nessuno potrà affermare che gli italiani hanno definitivamente messo da parte le cattive abitudini di un popolo tifoso e non sportivo. Certamente però nessuno potrà negare che una nuova era è spuntata all’orizzonte e che una più sana, giusta e democratica mentalità sportiva è vicina ad affermarsi per il bene di tutti. Le città da venti saliranno un domani a quaranta e, forse anche grazie a Vivicittà, la corsa a piedi made in Italy potrà essere esportata”.
Ebbene queste previsioni si sono avverate e per sottolineare il valore dello sport come diritto di tutti, nessuno escluso, la corsa si svolgerà anche in numerosi istituti penitenziari e minorili ma anche a Osaka e Yokohama, in Bosnia a Tuzla e Sarajevo. In altre date si correrà in Libano a Balbeeck e Sidone per solidarietà con i profughi siriani e quelli palesinesi. La raccolta fondi di quest’anno (1 euro a partecipante) verrà finalizzata al progetto “Sport & Dignity” in collaborazione con UNRWA-Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, per realizzare in Libano 12 palestre per la ginnastica artistica, 12 spazi per la pallavolo e la formazione di istruttori per questi sport.