Archivio mensile per dicembre, 2012

Pagina 3 di 4

Bettini: bisogna rifondare il ciclismo

Il ct della nazionale di ciclismo Paolo Bettini ha detto in un’intervista a Eugenio Capodacqua (pubblicata oggi La Repubblica) che lascerebbe questo ruolo per un altro che gli consentisse di lavorare bene con i giovani. In sostanza afferma che i giovani sono nauseati da allenamenti non adeguati a loro, da genitori ossessionati dai soldi e dalle organizzazioni sportive che chiedono di raggiungere risultati a ogni costo. Mi sembra evidente come questo approccio non sia altro che l’anticamera del doping e che nel contempo allontana dal ciclismo quei giovani che non accettano questo tipo di cultura sportiva. Bettini esprime il suo pensiero con molta chiarezza: “Non si può obbligare un ragazzino a fare allenamenti di 4 ore e mezza e poi palestra, sacrifici, privazioni. Ho visto tabelle junior uguali a quelle di un prof. Il risultato? La nausea”.

E’ altrettanto chiaro sulle proposte da realizzare: “Le cose da fare si sanno: la scuola, il reclutamento, l’avvio graduale, il rifiuto del risultato ad ogni costo. Ma al momento di metterle in pratica c’è sempre qualcuno che si oppone e dice – perché cambiare se abbiamo fatto sempre così? −”. Troppo facile replicare a queste persone che è proprio perché si è fatto sempre in questo modo che il ciclismo è diventato uno degli sport meno puliti.

Complimenti a Bettini per avere detto che ai giovani serve altro e che il ciclismo italiano deve cambiare. Gli psicologi dello sport saranno certamente al suo fianco nel sostenere questa battaglia di cultura sportiva.

L’allenamento mentale nel tennis

Nel tennis la componente mentale della prestazione è uno degli aspetti che ne determina la qualità.

Gli errori che si commettono hanno sempre un valenza tecnica o tattica; si manda fuori una palla di un niente, si commettono sbagli di anticipazione di millisecondi, si perde per avere ritardato troppo una risposta.

E’ la mente che guida queste azioni e l’allenamento è la fase in cui s’impara e si raffina questa abilità a “fare la cosa giusta” nei momenti che contano. Il mental coaching è un sistema che aiuta gli atleti a mettersi in questa condizione ottimale; è l’allenamento a sentirsi pronti non solo fisicamente ma anche mentalmente prima dell’inizio di una gara e a gestire l’evento agonistico stesso nel modo migliore.

Il mental coaching è un allenamento sistematico e costante di abilità psicologiche e atteggiamenti mentali.

Basta pensare al proprio servizio: quante volte lo si effettua senza essere pronti, ad esempio si accelera la preparazione del tiro perché si vuole subito recuperare oppure si rallenta il servizio perché al contrario si ha paura di sbagliare.

Sono situazioni che il tennista vive quotidianamente e che non passano solo lavorando sulla tecnica dl servizio o giocando tante partite.

Queste due soluzioni sono molto utili ma devono essere affiancate da un cambiamento nell’atteggiamento che il giocatore ha prima di servire.

Altrimenti non riuscirà mai a dimostrare il suo valore tecnico-tattico.

La maggior parte dei tennisti e questo vale anche per i giocatori dei Circoli passano ore e ore ad allenarsi a migliorare tecnicamente e non spendono neanche 5 minuti a migliorare la loro testa.

Quali sono le ragioni di questa dimenticanza.

Perché non lo sanno?

Perché vogliono solo divertirsi?

Perché pensano di non potere cambiare la loro mente?

Perché sono cose che fanno solo i campioni?

Perché non hanno tempo?

Perché, come disse Cesare Maldini, “Non sono mica pazzo?”
I tennisti dei Circoli non lo fanno probabilmente per tutto questo insieme di ragioni, ma l’effetto è che non migliorano tanto quanto vorrebbero.

Sono in pochi a pensare che il tennis può essere un’esperienza avvincente di miglioramento della propria capacità per migliorare il funzionamento della mente e con esso il proprio modo di giocare.

Talvolta manca anche qualcuno che possa consigliare in modo professionale quali siano i benefici di una preparazione mentale.

Mio caro lettore è con questo pensiero che ti voglio lasciare: “Pensa, se lo vuoi, alle partite che hai giocato e alle difficoltà che hai incontrato e prova chiederti se un atteggiamento mentale diverso ti avrebbe aiutato a giocare meglio, a vincere più di frequente o semplicemente a divertirti di più.”

(Leggi l’articolo completo su http://www.tennisworlditalia.com/Perch%25E9-allenarsi-mentalmente-nel-tennis—parte-1-artt755.html).

Camminare e andare in bici deve diventare la norma

“Camminare e andare in bicicletta dovrebbe diventare la norma per gli spostamenti brevi, piuttosto che alla guida di un auto, lo ha raccomandato il ministero della salute del governo, nel tentativo di affrontare un’epidemia nazionale di inattività e obesità, che è attualmente all’origine di danni tanto quanto il fumo.
… l’Istituto Nazionale per la Salute e l’Eccellenza Clinica (NICE) esorta  enti locali, organismi sanitari, luoghi di lavoro e scuole a fare tutto il possibile per assistere le persone nel realizzare il viaggio attivo.

La relazione rileva che quasi due terzi degli uomini e quasi i tre quarti delle donne in Inghilterra non sono sufficientemente attive per mantenere la loro salute …

Questo costituisce un importante problema di salute pubblica e andare a piedi e in bicicletta rappresenta la soluzione chiave, ha detto il dottor Harry Rutter, esperto del Ministero della Salute…

“Solo una minoranza di persone in Inghilterra svolgono la quantità di attività fisica necessaria per migliorare la loro salute”, ha detto. “Questo crea un peso enorme e spesso invisibile della malattia e riduce la qualità della vita, ma la maggior parte delle persone sembrano non essere a conoscenza dell’importanza di questo problema. Nella popolazione la mancanza di attività fisica determina grosso modo lo stesso livello di problemi di salute provocati dal fumo.

“Noi tutti affrontiamo ostacoli per cambiare i nostri stili di vita e molti di noi sentono che non hanno il tempo o la voglia di aggiungere una regolare attività fisica alla nostra vita. Ma andare a piedi e in bicicletta – al lavoro, a scuola, a fare la spesa o altrove – può fare una differenza enorme. E l’occasione per fare diventare queste attività parte della normalità quotidiana. ”

Le 126 pagine del rapporto, forniscono raccomandazioni per molte istituzioni pubbliche e private …

Esorta le autorità locali a elaborare un coerente piano a lungo termine per stimolare il viaggio attivo da porre al centro di ogni politica, evitando i frammentari sforzi esemplificati dalle piste ciclabili … Le scuole sono invitate a fornire parcheggio custodito per biciclette e a introdurre “l’autobus a piedi” in cui gli alunni vanno a piedi a e dalla scuola …

Gli autori del rapporto affermano di essere consapevoli dell’ambizione del loro piano, con la media degli inglesi che va a piedi o in bicicletta 80 miglia meno all’anno  rispetto a una decina di anni fa, e la percentuale di spostamenti in bicicletta del 2%, contro il 26 % per i Paesi Bassi e il 19% in Danimarca.

(di Peter Walker, The Guardian)

Continuità del gioco e combattività: due problemi delle squadre di calcio

I recenti risultati altalenanti di molte squadre di calcio (Roma, Inter, Napoli e Milan) sono attribuili anche a carenze mentali. In particolare, combattività e continuità di gioco mi sembrano due problemi di cui sono vittime queste squadre di calcio. Continuità del gioco significa sapere cosa bisogna fare e farlo. Questo anche nei momenti negativi di gioco o quando si è messi sotto pressione dall’altra squadra. In queste situazioni si deve pensare: “Questo è il mio compito e devo tornare a farlo.” Nei momenti di difficoltà ogni giocatore deve tornare agli elementi di base della sua prestazione, deve impegnarsi nel fare le cose semplici con la consapevolezza che in questo modo gli avversari avvertiranno questa sua determinazione e anche loro potranno sentirsi sotto pressione per non riuscire a realizzare il gioco che vogliono. Giocare con continuità è strettamente associato alla combattività, che è l’atteggiamento che ogni giocare deve mostrare quando è in campo. Combattività e continuità di gioco devono, quindi, essere sempre presenti indipendentemente dal livello tecnico-tattico della squadra, perché determinano l’atteggiamento con cui ogni squadra deve affrontare la partita. Rinunciare ad avere questo modo di giocare o mostrarlo in modo intermittente è a mio avviso uno dei principali errori mentali che ogni allenatore dovrebbe insegnare a evitare.

Agonismo: che ansia

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-511e9bca-9c17-4f42-a28c-d8407e070b4a-raisport.html#search=true&name=Formula+S&q=&id=Category-ab978a47-c01b-486f-a7ce-22f50d7ee788&page=

Per i politici lo sport non di attualità

Aumentare almeno del 10% il numero di persone che conducono uno stile di vita fisicamente attivo dovrebbe essere parte integrante di qualsiasi progetto di governo, quando ne parleremo anche noi?

Leggi l’articolo su: http://www.huffingtonpost.it/alberto-cei/per-i-politici-lo-sport-n_b_2245751.html?utm_hp_ref=italy

Sport sotto stress

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-34c44cc4-0fe6-457a-8940-8f3dc40093a5-raisport.html#set=ContentSet-1142e8eb-ec5b-4ece-bceb-72db5410e0f0&page=0

Qual è la cosa migliore da fare per la nostra salute?

http://www.youtube.com/watch?v=aUaInS6HIGo

Baby killer in Olanda: il ruolo dei genitori

L’uccisione in Olanda di una genitore- guardalinee al termine di una partita di calcio giovanile da parte di tre ragazzi di 15/16 anni è un fatto terribile. Ora questo non è mai successo in Italia ma ciò che temono di più i dirigenti delle scuole calcio sono i genitori, che intervengono continuamente e inveiscono in maniera volgare durante le partite. Sono convinto che i genitori siano i principali responsabili di questi reazioni impulsive, che si pongono al di fuori di qualsiasi capacità di controllo di sé. Molti di essi vengono meno al loro ruolo educativo e i ragazzi diventano delle armi pronte a scaricare le loro aspettative frustrate su chi considerano un nemico. Di seguito riporto alcune regole per le mamme, papà e nonni che se rispettate cambierebbero non solo loro stessi ma anche l’atteggiamento dei loro figli. Queste regole dovrebbero essere diffuse e discusse con i genitori allo scopo di fargliene comprendere la necessità.

Non insultate l’arbitro e non fate il tifo contro gli avversari quando gioca la squadra di vostro figlio.
Siate, invece, corretti nel dimostrare in maniera positiva il vostro sostegno a tutti i giocatori, agli allenatori e all’arbitro.

Non urlate a vostro figlio cosa deve fare in campo, non sostituitevi all’allenatore.
Lasciatelo, invece, giocare e scegliere liberamente.

Non sgridatelo quando commette un errore o quando gioca male.
Sostenete, invece, il suo impegno e dimostrategli che siete orgogliosi di lui.

Non arrabbiatevi quando la squadra di vostro figlio perde, non sentitevi delusi e non sgridatelo
Ricordatevi, invece, che il gioco è dei bambini, non siete voi ad avere perso

Non ditegli che vi ha profondamente deluso e che non diventerà mai un campione.
Fate, invece, attenzione a che lo sport sia per lui un’esperienza divertente ed eccitante.

Non fate finta di nulla quando vostro figlio è deluso o è arrabbiato per qualcosa che è successo mentre giocava ma neanche ditegli che è stupido a prendersela.
Per primo, invece, ascoltatelo, lasciatelo parlare mostrandogli che capite il suo stato d’animo e successivamente trovate insieme una soluzione.

Non insegnate con il vostro comportamento a non avere rispetto per gli altri, siano essi compagni, giocatori di squadre avversarie, allenatori o arbitri.
Dimostrategli con il vostro comportamento, invece, che avete rispetto di tutti loro e che pretendete che anche lui lo dimostri.

Non alleatevi con quegli allenatori che fanno giocare solo i migliori e che mostrano maggiore attenzione verso i più bravi.
Esigete, invece, che gli allenatori diano a tutti le stesse opportunità per imparare e che dimostrino entusiasmo nel lavorare con i bambini.

Non parlate solo di sport con vostro figlio, non guardatelo solo in TV. Non portatelo solo ai giardini.
Praticatelo insieme, stando all’aria aperta a giocare, impegnandovi in qualsiasi attività fisica che piaccia a tutta la famiglia.

Prenditi cura del tuo corpo

Ieri ho pubblicato un articolo sull’importanza di condurre una vita sana tramite lo sport. Oggi voglio riportare una frase che ci spinga a riflettere su quanto sia necessario muoversi e condurre uno stile di vita fisicamente attivo.

“Prenditi cura del tuo corpo. E’ l’unico posto che hai per vivere.”

Jim Rohn (Conferenziere e autore)