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Bici #Unmetroemezzodivita

Quando un uomo con un’auto incontra un uomo con la bicicletta, l’uomo con la bici è un uomo morto. In Italia più che in ogni altro paese d’Europa. Siamo maglia nera in civiltà. #UnMetroEMezzoDiVita

Fonte: Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani dal 1946 – ACCPI Assocorridori @ACCPI1946

Sedentarietà e traffico urbano

A proposito di sedentarietà non so quanto siamo consapevoli che è la struttura stessa della nostra vita in città che ci porta, come la corrente di un fiume, verso questo stile di vita così negativo. Fino a quando le città resteranno spazi che facilitano quasi esclusivamente l’uso delle auto, camminare e l’uso della bicicletta resteranno ai margini della nostra vita e la mancanza di movimento continuerà a essere un problema endemico.

Persone in bicicletta sono “apparse a Parigi” e la cosa più importante di questa incredibile trasformazione di Parigi è la rapidità con cui è avvenuta, una volta che le strade sono state trasformate. Non si può dire che “Parigi è sempre stata così”, perché non è così. Ci è voluta una leadership.

Infatti, Parigi è la città che in questi ultimi anni è maggiormente cambiata sotto questo punto di vista ottenendo risultati eccezionali.

A woman driving a convertible stuck in bumper-to-bumper traffic. Steam and smoke waft around her vehicle. She stares longingly at people enjoying the fresh air and park to her left. Illustration.

Di seguito le considerazioni di @BrentToderian (City planner + urbanist at @TODUrbanWORKS. Global advisor on cities. Past Vancouver chief planner)

Per assicurarsi che le auto non riprendessero il controllo delle strade parigine quando la pandemia stava “finendo” (come è successo in molte città), il sindaco @Anne_Hidalgo ha fatto in modo che 60.000 posti auto e molte strade fossero trasformate in modo permanente in posti a sedere per ristoranti, luoghi per le persone e piste ciclabili.

Non c’è una “pallottola d’argento” semplicistica per rendere vivaci le strade e i grandi #peopleplace – ma se ci fosse, probabilmente sarebbe la seduta in strada e le sedie mobili. Non permettete a nessuno di dire che non c’è spazio – basta ripensare lo spazio per le auto. Come illustra senza sforzo #Paris. #placemaking

Girando per le città europee – dai centri urbani più vivaci come Milano e Amsterdam alle città più piccole come Gand e Bruges in Belgio, e Ravenna e Padova nel Nord Italia – è chiaro che ci sono numerosi miglioramenti che possono essere presi in prestito per gli Stati Uniti e implementati in modo relativamente rapido e poco costoso:

  • Rendere le strade multimodali
  • Implementare la tariffazione della congestione e/o le zone a traffico limitato
  • Eliminare i parcheggi su strada
  • Potenziare le opzioni di transito
  • Recuperare le piazze e gli altri spazi pubblici per le persone

Campagna “La BICI ridisegna il FUTURO

Un’indagine dell’Istituto di ricerca Ipsos sulla mobilità e la nostra percezione delle due ruote:

  1. 49% italiani possiede una bici.
  2. 30% afferma di usarla per svolgere attività motoria
  3. 10% per andare a lavorare
  4. 6% degli italiani non ha accesso a un’auto da poter usare
  5. 8% dichiara di usufruire del bike sharing.
  6. 37% raccontano di servirsene almeno due volte la settimana
  7. 13% dichiara che è il mezzo di trasporto principale
  8. 88% è convinta che l’uso della bici è il modo migliore per ridurre emissioni di CO2 e traffico
  9. 62% dichiara che andare in bicicletta nella propria zona abitativa sia pericoloso,
  10. 71% pensa che i nuovi progetti di mobilità debbano dare priorità alle bici rispetto alle auto.
  11.  50% di chi cerca una bici la vuole elettrica (Fonte: Idealo)

 

 

 

Scelte per uno stile di vita ecompatibile

Mentre a Roma si polemizza sulla decisione del sindaco Ignazio Marino di chiudere i Fori Imperiali al traffico, a Londra 50.000 ciclisti di ogni tipo invadono le strade della città per favorire la diffusione di uno stile di vita ecocompatibile.

RideLondon: Cyclists on a tandem take part in the Freecycle event

Bici e ancora bici

Ciclisti ungheresi alzano le loro bici come forma di protesta per promuovere una delle forme più semplici e ecologiche di spostamento e per migliorare la possibilità di utilizzo nelle città.

Camminare e andare in bici deve diventare la norma

“Camminare e andare in bicicletta dovrebbe diventare la norma per gli spostamenti brevi, piuttosto che alla guida di un auto, lo ha raccomandato il ministero della salute del governo, nel tentativo di affrontare un’epidemia nazionale di inattività e obesità, che è attualmente all’origine di danni tanto quanto il fumo.
… l’Istituto Nazionale per la Salute e l’Eccellenza Clinica (NICE) esorta  enti locali, organismi sanitari, luoghi di lavoro e scuole a fare tutto il possibile per assistere le persone nel realizzare il viaggio attivo.

La relazione rileva che quasi due terzi degli uomini e quasi i tre quarti delle donne in Inghilterra non sono sufficientemente attive per mantenere la loro salute …

Questo costituisce un importante problema di salute pubblica e andare a piedi e in bicicletta rappresenta la soluzione chiave, ha detto il dottor Harry Rutter, esperto del Ministero della Salute…

“Solo una minoranza di persone in Inghilterra svolgono la quantità di attività fisica necessaria per migliorare la loro salute”, ha detto. “Questo crea un peso enorme e spesso invisibile della malattia e riduce la qualità della vita, ma la maggior parte delle persone sembrano non essere a conoscenza dell’importanza di questo problema. Nella popolazione la mancanza di attività fisica determina grosso modo lo stesso livello di problemi di salute provocati dal fumo.

“Noi tutti affrontiamo ostacoli per cambiare i nostri stili di vita e molti di noi sentono che non hanno il tempo o la voglia di aggiungere una regolare attività fisica alla nostra vita. Ma andare a piedi e in bicicletta – al lavoro, a scuola, a fare la spesa o altrove – può fare una differenza enorme. E l’occasione per fare diventare queste attività parte della normalità quotidiana. ”

Le 126 pagine del rapporto, forniscono raccomandazioni per molte istituzioni pubbliche e private …

Esorta le autorità locali a elaborare un coerente piano a lungo termine per stimolare il viaggio attivo da porre al centro di ogni politica, evitando i frammentari sforzi esemplificati dalle piste ciclabili … Le scuole sono invitate a fornire parcheggio custodito per biciclette e a introdurre “l’autobus a piedi” in cui gli alunni vanno a piedi a e dalla scuola …

Gli autori del rapporto affermano di essere consapevoli dell’ambizione del loro piano, con la media degli inglesi che va a piedi o in bicicletta 80 miglia meno all’anno  rispetto a una decina di anni fa, e la percentuale di spostamenti in bicicletta del 2%, contro il 26 % per i Paesi Bassi e il 19% in Danimarca.

(di Peter Walker, The Guardian)

Diabete e sport

Si è conclusa alcuni giorni fa un tour ciclistico di persone affette da diabete con il progetto “BiciCuoreDiabete” sono andate da Milano a Walkerburg in Belgio percorrendo 1309 km. Con questa iniziativa si è voluto sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’attività fisica per prevenire e curare il diabete. La forma più diffusa di diabete è quella collegata a uno stile di vita sedentario e a un cattivo regime alimentare, che determina questa malattia negli over 40 specialmente se sovrappeso o obesi.  Una corretta alimentazione e regolare attività fisica porterebbe a una riduzione sino al 40% dei casi di diabete. Il movimento è comunque molto utile anche nelle persone già malate, poiché aumenta la capacità delle cellule di assorbire il glucosio. La bici sembra essere lo sport di eccellenza non sono in quanto attività aerobica ma anche perché è uno sport non traumatico; non come la corsa che è poco indicata in persone adulte, sedentarie e in sovrappeso.

Guarda: http://www.youtube.com/watch?v=mHGVHbaFYxs

Per informazioni: info@bicicuorediabete.it

Le imprese pazzesche dell’amore

Guardate questo video su http://www.youtube.com/watch?v=zOXFqQTa-CQ&feature=fvst

L’attività fisica nei primi anni di vita

Sulla Repubblica di oggi vi è un interessante articolo di Vera Schiavazzi sull’obesità dei bambini italiani, i più grassi d’Europa insieme ai ciprioti. E’ utile ricordare che sono i genitori i primi educatori dei propri figli al movimento sino dal momento in cui cominciano a gattonare. Non basta un’alimentazione adeguata: bisogna lasciarli muovere liberamente, insegnando come non farsi male. Due esempi. I bambini anche con meno di un anno amano salire e scendere da divani, sedie e letti. Può essere pericoloso se cadono di testa, bisogna quindi spendere del tempo nell’insegnare loro che non si scende di testa ma che bisogna girarsi e scendere con le gambe. Il genitore che prova questa esperienza vedrà la propria figlia fare questo gioco per minuti e minuti. Secondo: si può insegnare a andare in bici (su due ruote) e sui pattini in linea sin dall’età di due anni, l’unico problema può essere rappresentato dal mal di schiena del genitore mentre per il bambino questa attività sarà eccitante e divertente. Sono solo due dei tanti  modi per insegnare a muoversi in sicurezza, naturalmente il sabato o la domenica bisogna poi portarli per ore al parco e stare con loro. Chiunque lo può fare basta volerlo.

Una bici sana è possibile

Consiglio questo splendido articolo di Eugenio Capodacqua da cui stralcio: “Il sorriso è la gioia di esserci, di partecipare, al di là e al di sopra di noiose ed alienanti classifiche che sottolineano il più delle volte un finto dilettantismo sconfinante facilmente nella farmacia vietata e nell’imbroglio. Perché qui, all’Eroica non conta in “quanto” la fai, ma conta “farla” e basta. Esserci, appunto. Una rarità nell’inferno ultra competitivo delle altre manifestazioni e che, proprio per questo, attira sempre più appassionati. C’è Gianni il meccanico con gli occhiali a forma di bici; c’è Domenico il “professore” noto chirurgo romano, ci sono Gianluca, Giorgio, Giuseppe, Mario agguerriti avvocati capitolini, c’è Roberto il “conte” , ormai più pedalatore che imprenditore, c’è il giornalista, lo studente, l’impiegato, l’operaio. Un mondo intero che attraverso il severo filtro della fatica riscopre valori dimenticati.” Da: http://www.repubblica.it/sport/ciclismo/index.html