Archivio per il tag 'Camminare'

Pagina 3 di 3

100 giorni per camminare o correre 30 minuti

Con l’inizio della primavera, giornate più lunghe e più calde, molte persone hanno buoni propositi di iniziare a dimagrire e di fare un po’ di movimento. Dopo questo primo istante positivo molti si fermano perché sono frenati dai loro impegni che non gli permettono di andare in palestra a seguire un corso, dall’aspetto economico che non possono sostenere, dalla pigrizia mentale di non essere abituati a pensare a se stessi come persone fisicamente attive e da tante altre giustificazioni che ognuno si crea per continuare a fare niente. A queste persone voglio indicare l’iniziativa di correre o camminare almeno mezz’ora ogni giorno per cento giorni consecutivi.

Si tratta di prove podistiche che sono anche un viaggio interiore alla riscoperta del piacere della camminata/corsa ad oltranza e che mettono alla prova non tanto il fisico, quanto la capacità di organizzarsi: più che una questione di allenamento (“Ce la farò a camminare/correre almeno mezz’ora ogni giorno per cento giorni consecutivi?”), infatti, l’incognita è la vita ed in realtà la domanda cambia in “Ce la farò a trovare il tempo per camminare/correre almeno mezz’ora ogni giorno”  fra famiglia, scuola, lavoro, spesa, pranzo, cena ed altri impegni quotidiani.

Per partecipare e iscriversi vai su  www.epodismo.com/100 La partecipazione è gratuita.

Puoi iscriverti a:

  • La 100 giorni d’Italia – Per celebrare correndo l’anniversario della Liberazione ed i giorni di festa che seguirono. Dal 25 aprile al 2 agosto 2014.
  •  La 100 giorni di ferragosto – Una sfida podistica per arrivare di corsa al meritato riposo delle ferie estive e celebrare sportivamente la festività che cade il giorno successivo al termine della prova. Dal 7 maggio al 14 agosto 2014.

Sei pronto a raccogliere questa sfida con te stesso?

 

Promuovere il camminare: un atto di responsabilità sociale di tutti

Muoversi camminando è una delle attività umane primarie. Oggi è invece possibile vivere seduti passando da un mezzo ad un altro. Pertanto organizzazioni sportive e istituzioni pubbliche  dovrebbero promuovere un progetto comune per promuovere il camminare: sarebbe innovativo e quanto mai necessario per salvaguardare il benessere dei cittadini.

Diversi sono gli aspetti psicosociali coinvolti nella riuscita di questa idea; riguardano nella sostanza la percezione che i cittadini hanno di:

  • quanto sia apprezzabile e gratificante camminare nella loro città,
  • quali motivazioni il camminare soddisfi,
  • quanto il loro benessere globale ne esca rafforzato.

Questi tre aspetti dovrebbero giungere a costituire un unico modello integrato personale, che permetta di passare con facilità dall’intenzione di camminare (voglio farlo) all’azione (lo sto facendo).

Essere consapevoli di questi tre aspetti e della loro interazione diventa, quindi, necessario per la riuscita di questo progetto sul camminare. Sappiamo che si apprezza il camminare in città se:

  • si vedono altri camminare per andare a lavorare,
  • vi sono spazi verdi, spazi sicuri ed esteticamente piacevoli,
  • le strade sono sicure,
  • gli incidenti ai pedoni sono rari,
  • vi sono scuole dove si cammina,
  • il traffico è ridotto.

In relazione alle motivazioni individuali le persone sono orientate a svolgere un’attività che:

  • riduca lo stress quotidiano e migliori l’umore,
  • migliori il rapporto con il proprio corpo,
  • si svolga all’aria aperta,
  • si possa svolgere in compagnia,
  • rispetti i propri ritmi individuali e sia moderatamente intensa,
  • sia semplice e accessibile.

Il terzo aspetto di questo approccio riguarda la promozione del proprio benessere. Questo risultato deriva dall’interazione fra i due aspetti descritti e che si riferiscono ai criteri di camminabilità e alla motivazione. Quando questi s’incontrano l’individuo mostra un livello di soddisfazione personale superiore, che gli fornisce una percezione di benessere migliore.

La corsa è un’attività democratica per la mente

La corsa è un’attività democratica per la mente. Si può correre lenti o veloci, per poco tempo o molto a lungo, si può farlo da soli o in compagnia, si può correre in mezzo alla natura o in pista, si può alternare la corsa con la camminata, si può iniziare a correre uscendo di casa o andare in palestra, si possono variare a piacere i percorsi  e i luoghi dove correre, ovunque ci troviamo possiamo andare a correre. Nessun’altra attività sportiva è così ricca di alternative per essere praticata. E’ democratica perchè ogni volta che corriamo siamo liberi di scegliere come fare. Proprio per queste ragioni la corsa stimolano la consapevolezza individuale, che è l’arte di sapere cosa si vuole fare e in che modo. Oggi voglio correre in piano sull’asfalto, domani in un parco e dopodomani in pista, ognuna di queste situazioni genera sensazioni diverse e tipi di corsa diversi. Bisogna imparare ad ascoltarsi, a sentire le sensazioni del corpo, il respiro, il cuore e i pensieri collegati a queste sensazioni. Correre significa soprattutto imparare a scegliere quale sia il modo più adeguato per noi e soprattutto vuol dire imparare a riconoscere quando è arrivato il momento di fermarsi e come alternare le giornate di corsa più intensa con quelle in cui si recupera. Non è facile e per questa ragione è utile seguire un programma di allenamento semplice e adatto a noi, ma nello stesso tempo non bisogna rinunciare a sviluppare la capacità di ascoltarsi, a capire soprattutto quali sono le sensazioni che non bisogna avere (ad esempio, qual è la frequenza cardiaca che non dobbiamo superare e quella da avere nella maggior parte delle volte). Correre è anche darsi una regola; quella principale consiste nell’avere come obiettivo il continuare a correre anche fra un anno e non smettere fra un mese perchè ci si è fatti male. Un esempio per capire quanto sia importante  seguire una regola. Se una persona sedentaria o chi da anni non fa sport inizia a fare 10 minuti di attività per 3 volte la settimana alternando 1 minuto di corsa a 1 di camminata e se aumentasse il suo impegno di 1 minuto la settimana (quindi dalla seconda farebbe 11 minuti x 3 volte e così via quelle seguenti). In un anno sarebbe in grado di correre per 1 ora 3 volte la settimana. Questa è una gradualità che chiunque non abbia specifici problemi di salute o di sovrappeso è in grado di mantenere.

Levison Wood parte per percorrere le 4.250 miglia del Nilo

Il 25 novembre l’inglese Levison Wood inizia il suo tentativo di diventare la prima persona a camminare tutta la lunghezza del fiume Nilo, dalla sorgente al mare. Affrontare le montagne in Ruanda, la foresta pluviale tropicale in Uganda, le paludi (più grandi al mondo) in Sud Sudan la savana, boscaglia e il deserto del Sahara, conflitti politici. Si propone di percorrere le 4250 miglia in 12 mesi. Il suo percorso lo porterà attraverso 7 paesi africani (Ruanda, Burundi, Tanzania, Uganda, Sud Sudan, Sudan e Egitto). Il viaggio inizia il 1 ° dicembre in Ruanda. “E ‘stata una vera sfida trovare il finanziamento, e si sta tutto realizzando all’ultio momento, ma non posso lamentarmi, almeno me ne vado”. (Di Correne Coetzer)

Camminare e ricercare la serenità

Oggi 1° settembre segna in quache modo la fine dell’estate e l’inizio di un nuovo periodo di attività. Per molti di noi vuole dire continuare a fare una vita sedentaria fatta di spostamenti con mezzi propri o pubblici  e di attività in cui non si spende un briciolo di energia fisica. Che sia negativo per la salute lo sappiamo tutti ma la maggior parte di noi continua a vivere in questa maniera rimandando a un ipotetico domani ogni forma di vita più attiva perchè oggi non ha tempo. Non ci sono almeno in Italia soluzioni a breve a questo stile di vita: le piste ciclabili sono quasi inesistenti così come gli spazi dove camminare sicuri di non essere investiti, molte persone prendono l’automobile per percorsi inferiori al chilometro e i giovani non sono incentivati a camminare, in molte città i mezzi pubblici sono poco frequenti e non in orario e il loro uso non è promosso dai comuni, a scuola si fanno 2 ore la settimana di attività fisica dalla elementare alle superiori. per non parlare delle abitudini alimentari che conducono ad avere sempre più bambini sovrappeso come il 30% degli adulti. Ciò nonostante non si può solo lamentarsi poichè si tratta della nostra vita  e non ne avremo una seconda da vivere. Quindi bisogna fare leva sulla propria motivazione e iniziare a vivere in modo migliore.

Per fare questo si può iniziare da due attività semplici e non costose: camminare 30 minuti tutti i giorni e dedicare 15 minuti al giorno a sviluppare pensieri per noi piacevoli e sereni  (è quello che va sotto il detto – lasciarsi andare a pensieri di pace e serenità -). Prima di dire che non serve a niente e ritornare nel nostro ruolo di vittima dei tempi, diamoci un po’ di tempo per provare, avremo sempre modo di ritornare alle vecchie abitudini.

“Non correre, cammina” anzi “Non camminare, corri”

Se sei un podista, probabilmente hai letto il sorprendente titolo apparso il 5 aprile sul Guardian: “Brisk walk healthier than running—scientists.” O forse, hai letto nello stesso giorno quest’altro su Health: “Want to lose weight? Then run, don’t walk: Study.”
Sono per caso ricerche condotte da due ambiti accademici rivali? Non esattamente. Ambedue gli articoli descrivono il lavoro dell’erpetologo e statistico Paul T. Williams del Lawrence Berkeley National Laboratory, che questo mese ha fatto qualcosa di particolarmente raro in ambito scientifico: ha usato gli stessi dati per pubblicare due scoperte opposte.
Leggi l’articolo completo su:

Corri o cammina mezz’ora ogni giorno per 100 giorni

Parte il 15 febbraio, una nuova disfida podistica di ePODISMO, rivista nazionale mensile di podismo, corsa a piedi, maratona, atletica.

La Disfida dei 100 giorni alla Cento, che accompagnerà i partecipanti fino al 25 maggio 2013, giorno di partenza della “100km del Passatore“, l’ultramaratona più bella del mondo che ogni anno da Firenze, si snoda nel Mugello e sull’Appennino ed arriva a Faenza, in terra di Romagna.

Le disfide podistiche dei 100 giorni consistono nel correre o camminare almeno mezz’ora ogni giorno per cento giorni consecutivi.

Il limite minimo dei trenta minuti è stato scelto perché è il tempo che serve affinché il proprio organismo tragga effetti benefici dalla corsa giornaliera. Anche dietro la scelta dei 100 giorni vi è una spiegazione razionale: effettuando la stessa attività per 21 giorni si crea un’abitudine. Questa si consolida intorno ai 45 giorni, ed allo scoccare dei 90 giorni il proprio organismo la considera ormai una routine giornaliera che si fa quasi senza pensarci, proprio come lo svegliarsi la mattina e lavarsi i denti.

La partecipazione è libera e gratuitaTutti coloro che porteranno a termine la disfida potranno scaricare un diploma di merito a ricordo dell’iniziativa.

Chi vuol essere parte del contingente di “centocentisti” può trovare tutti i dettagli all’indirizzo www.epodismo.com/100

Camminare e andare in bici deve diventare la norma

“Camminare e andare in bicicletta dovrebbe diventare la norma per gli spostamenti brevi, piuttosto che alla guida di un auto, lo ha raccomandato il ministero della salute del governo, nel tentativo di affrontare un’epidemia nazionale di inattività e obesità, che è attualmente all’origine di danni tanto quanto il fumo.
… l’Istituto Nazionale per la Salute e l’Eccellenza Clinica (NICE) esorta  enti locali, organismi sanitari, luoghi di lavoro e scuole a fare tutto il possibile per assistere le persone nel realizzare il viaggio attivo.

La relazione rileva che quasi due terzi degli uomini e quasi i tre quarti delle donne in Inghilterra non sono sufficientemente attive per mantenere la loro salute …

Questo costituisce un importante problema di salute pubblica e andare a piedi e in bicicletta rappresenta la soluzione chiave, ha detto il dottor Harry Rutter, esperto del Ministero della Salute…

“Solo una minoranza di persone in Inghilterra svolgono la quantità di attività fisica necessaria per migliorare la loro salute”, ha detto. “Questo crea un peso enorme e spesso invisibile della malattia e riduce la qualità della vita, ma la maggior parte delle persone sembrano non essere a conoscenza dell’importanza di questo problema. Nella popolazione la mancanza di attività fisica determina grosso modo lo stesso livello di problemi di salute provocati dal fumo.

“Noi tutti affrontiamo ostacoli per cambiare i nostri stili di vita e molti di noi sentono che non hanno il tempo o la voglia di aggiungere una regolare attività fisica alla nostra vita. Ma andare a piedi e in bicicletta – al lavoro, a scuola, a fare la spesa o altrove – può fare una differenza enorme. E l’occasione per fare diventare queste attività parte della normalità quotidiana. ”

Le 126 pagine del rapporto, forniscono raccomandazioni per molte istituzioni pubbliche e private …

Esorta le autorità locali a elaborare un coerente piano a lungo termine per stimolare il viaggio attivo da porre al centro di ogni politica, evitando i frammentari sforzi esemplificati dalle piste ciclabili … Le scuole sono invitate a fornire parcheggio custodito per biciclette e a introdurre “l’autobus a piedi” in cui gli alunni vanno a piedi a e dalla scuola …

Gli autori del rapporto affermano di essere consapevoli dell’ambizione del loro piano, con la media degli inglesi che va a piedi o in bicicletta 80 miglia meno all’anno  rispetto a una decina di anni fa, e la percentuale di spostamenti in bicicletta del 2%, contro il 26 % per i Paesi Bassi e il 19% in Danimarca.

(di Peter Walker, The Guardian)

Qual è la cosa migliore da fare per la nostra salute?

http://www.youtube.com/watch?v=aUaInS6HIGo

Camminare

Se il movimento è vita, camminare è la principale attività vitale che dobbiamo compiere. Quanto mai necessaria oggi che potremmo vivere seduti, passando dal letto, all’auto e all’ufficio e viceversa. Camminare  è un’attività a costo zero e chiunque a qualsiasi età in qualsiasi luogo la può fare. L’estate è un buon momento per cominciare a camminare, anche per chi resta in città. Camminare, facendo qualche respiro profondo, aiuta a migliorare l’umore e a siluppare una percezione di se stessi migliore. Perchè non farlo?