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Si vince sempre grazie all’organizzazione societaria

Da: http://nba.si.com/2013/05/13/nba-coaching-carousel-sixers-pistons-bucks-bobcats-suns-nets/

Chi sono gli allenatori più invidiati della NBA? I primi due nomi che saltano fuori sono Gregg Popovich e Erik Spoelstra, e mentre è facile guardare oltre “Duncan” e “LeBron” per spiegare le loro situazioni, gli Spurs e gli Heat sono costruiti in modo tale che essi soddisfano ogni  possibile desiderio di unallenatore.

Sì, c’è del talento abbondante a portata di mano, ma c’è anche una stabile cultura vincente dietro le quinte, un  team management collaudato, stabile e reattivo nel fornire supporto e una proprietà impegnata a mettere insieme un prodotto di qualità anno dopo anno e decennio dopo decennio. Gli Spurs hanno vissuto questa situazione per anni, gli Heat hanno imparato la lezione più i drecente, mettendo Spoelstra in una posizione in cui è stato in grado di sopravvivere – e prosperare – attraverso il fuoco del 2011 per portare l’organizzazione a nuove altezze.

 

 

 

Illustrazioni di basket

 

beautiful games: Artwork by the Korean illustrator called Kwang33. For Beautiful Games

Basketball illustrations from Kwang33

http://www.guardian.co.uk/sport/gallery/2013/mar/27/nba-basketball-illustrations-kwang-33#/?picture=406185045&index=0

Non ha ancora l’altezza ma ha un talento incredibile per il basket

Julian è un ragazzo di 11 anni, guida il suo tean durante il riscaldamento, facendo rimbalzare due palle contemporaneamente. L’età, le dimensioni del suo fisico e in particolare la forte differenza di altezza rispetto ai compagni hanno determinato su di lui un’enorme attenzione. Questo video di Julian è, infatti, stato visto da 1.27 milioni di persone su YouTube.

http://www.youtube.com/watch?v=H-lOPSSdb6w

 

Gallinari fa il “canestro del secolo”

Danilo Gallinari realizza il “canestro del secolo”

http://www.youtube.com/watch?v=EXQqLjqsc7g

Cheerleader show

Basket: è ora di vincere

“A prescindere da assenze e defezioni – sottolinea il tecnico degli azzurri Simone Pianigiani – vogliamo presentare una Nazionale che sia sempre più vincente”.  Di poche parole ma estremamente chiaro è l’obiettivo che l’allenatore della nazionale pone ai suoi giocatori. Per una squadra che spesso ha perso giocando di malavoglia questo obiettivo si presenta come particolarmente sfidante. E’ inutile nascondersi dietro frasi fumose o diplomatiche che parlano d’impegno e di bel gioco. Avere messo sul tavolo questo scopo significa innanzitutto allenarsi per vincere; lo ha appena insegnato la nazionale US di basket contro il Brasile, ha giocato male ma quello che contava era vincere e ci è riuscita. Bene, sono molto contento che anche una squadra italiana non abbia paura di pensare di vincere, di rendere pubblico questo scopo e di lavorare per raggiungerlo. La partita di basket non è un’attività barocca fatta di mille schemi. Uno vince l’altro perde, deve essere chiaro per tutti da che parte è necessario stare. Si potrà anche perdere ovviamente ma si deve avere lottato come dei leoni … come recita il famoso detto secondo cui “Che tu sia leone o gazzella … comincia a correre.” In bocca al lupo.

Jeremy Lyn unisce Cina e US

Jeremy Lyn è una nuova stella della pallacanestro americana, giovane di origine taiwanese, cattolico, gioca nei New York Knicks. E’ una star però anche in Cina dove negli ultimi giorni ne hanno parlato 1,4 milioni di blog cinesi. Attualmente è l’unico giocatore cinese in NBA e dai vertici del partito comunista sino alle chiese cattoliche perseguitate sono tutti con lui. E’ un’ulteriore storia che ci racconta di come lo sport e i suoi protagonisti ancora oggi continuino ad accendere le menti delle persone di ogni continente diventando idoli su cui proiettare le proprie aspettative, sogni, desideri. Nel XXI secolo gli atleti continuano a essere i nostri Dei con i loro capricci e i loro pregi, proprio come gli Dei dell’Olimpo che possedevano poteri sovrannaturali ma i difetti degli esseri umani.

Accelerare la rovina del basket italiano

Inseguire Kobe Bryant per 2,5 milioni per 10 partite dovrebbe suscitare indignazione in chi fa sport tutti i giorni. Sono soldi che potrebbero essere investiti in molti altri modi utili al basket, ma no ubriachiamoci. Trovo vergognosa questa ipotesi. Si trovano soldi per le star ma non per promuovere questo sport in Italia. Alla faccia poi del concetto di squadra.

Le strade diverse dello sport

Strade diverse per lo sport. Il basket si ribella al razzismo contro la cestita Abiola e domenica tutti in campo con la faccia nera, perchè come scrive Emanuela Audisio siamo tutte scimmie negre e aggiungerei con la stragrande maggioranza dei geni in comune. Il ciclismo, nonostante le critiche di Petrucci, continua la sua corsa verso il baratro. Ora anche esperti come UmbertoVeronesi e l’avvocato Alessi sono a favore di un ripensamento della legge sul doping. Il primo ha affermato di essere a favore della liberalizzazione dell’uso dell’epo, mentre il secondo ha detto che la salute è un diritto e non un dovere e che “non è possibile che drogarsi non sia considerato reato mentre doparsi sì”. In molti hanno già risposto a queste affermazioni, resta sconcertante che se anche illustri medici e avvocati iniziano a accettare queste pratiche la cultura dello sport e la salute degli atleti diventano sempre più degli optional.

La cultura del lavoro: che sia NBA o greco

Leggo sulla Stampa l’intervista a Marco Belinelli, giocatore NBA, in cui spiega come ha fatto a conquistare un posto nel quintetto degli Hornets (New Orleans): “Semplice, si chiama extrawork: arrivi prima agli allenamenti e te ne vai dopo, per essere sempre pronto. Come dicono qui sono uno che – ha fame -, che vuole vincere e dare tutto e mi alleno sempre, la squadra lo ha capito subito.” Retorica no: l’insegnante di greco della classe di mia figlia il primo giorno di scuola spiegò come dovevano fare per imparare: oltre le ore di scuola, dovevano fare una versione al giorno e prima di tutto scrivere e poi riscrivere l’alfabeto sino a quando non l’avessero imparato. In questo modo sono circa 500 ore di greco all’anno; corrispondono allo stesso numero di ore che dovrebbe dedicare all’allenamento sportivo un giovane sedicenne che volesse emergere nel suo sport. In sostanza vi è un solo metodo per giocare in NBA o imparare il greco: impegno e dedizione sostenuti da insegnanti/allenatori bravi.