Archivio mensile per maggio, 2022

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Carlos Alcaraz mindset

In un mondo del tennis che da tempo sta cercando chi saranno i sostituti dei Favolosi 3 (Federer, Djokovic e Nadal), le vittorie di Carlos Alcaraz sono lì a dimostrare che forse sarà lui il prossimo n.1 del ranking mondiale.

A proposito della rilevanza della sua mentalità si è espresso in questo modo:

“Direi che la mia forma fisica è stata importante, ma sicuramente la parte più importante è stata il gioco mentale. Sento che sono cresciuto molto in quella parte. Questo è il motivo per cui sono il numero 9 del mondo in questo momento ed è il motivo per cui sto giocando a un buon livello. Ecco perché sono stato in grado di vincere grandi partite, quindi penso che [la mia mentalità] sia la cosa più importante”.

Il suo migliore alleato è il suo coach che gli fornisce sicurezza. Infatti non è certo facile mantenere la qualità e continuità di gioco quando ci si sente sotto pressione  Dopo i primi colpi di dritto a 200 km/h, Ferrero annuisce con calma, mantiene l’autocontrollo senza farsi prendere da euforia o sconforto. Si può dire che questo tipo di relazione non verbale serve a mantenere Alcaraz in una condizione emotiva stabile

Alcaraz mantiene questo autocontrollo anche nelle situazioni di gioco negative, rimanendo fiducioso. Anche in questi casi continua il rapporto non verbale con Ferrero come per dire:  ”Coach, non si preoccupi” e Ferrero restituisce il cenno qui, dicendo “Ok, vai avanti!”.

Il ruolo del coach Ferrero è decisivo poichè il ragazzo si trova ad affrontare situazioni nuove e pressioni agonistiche mai provate, dato il livello a cui sta esprimendo in torni importanti. Quindi la calma del coach è un elemento che Alcaraz sembra interiorizzare e fare suo sul campo.

 

La funzione dell’uomo

“La natura dell’uomo è vivere, non esistere. Non ho intenzione di sprecare i miei giorni nel tentativo di prolungarli, voglio viverli”

Jack London 

Sei un team builder?

Team Building:  Abilità a sviluppare e mantenere relazioni con gli altri, incoraggiando la collaborazione e il supporto reciproco fra le diverse parti di un team.

Essere un team builder rappresenta un elemento essenziale in un manager leader del terzo millennio. Sino a non molti anni fa, nello sport come nel business, la comunicazione fra allenatore/manager e atleta/collaboratore era tale per cui era molto più importante che questi ultimi seguissero in maniera obbligata le indicazioni che gli venivano impartite, ma in questi anni la situazione è molto cambiata in entrambi gli ambiti. L’incremento della competitività, il dovere aver successo, la richiesta di un maggiore impegno e la necessità di assumersi la completa responsabilità delle proprie prestazioni, unitamente al conseguente abbattimento della piramide gerarchica ha richiesto un livello di partecipazione, di competenza risolutiva e di coesione dei gruppi di gran lunga maggiore rispetto ad anni fa. Ciò ha richiesto agli stessi leader di essere loro stessi promotori di coesione e di coinvolgere le persone del team in una relazione di intensa collaborazione orientata al successo e allo sviluppo personale. 

  • Rifletti sul modo in cui il tuo gruppo agisce. La struttura gerarchica determina in modo predominante le regole del comportamento oppure lo scambio e la cooperazione sono il motore che fa perseguire i risultati del tuo gruppo?

Il team builder deve sapere come aiutare gli atleti a identificare e raggiungere i loro obiettivi ed essere  sinceramente interessati al loro sviluppo sportivo e personale. Anche se vincere è importante o meglio come diceva Boniperti, presidente della Juventus: “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”, è necessario favorire lo sviluppo dell’atleta.

L’idea di base è che bisogna aiutare gli atleti e i collaboratori a sviluppare un pensiero indipendente, creativo, che li porti a essere individui responsabili delle loro scelte. E’ necessario sviluppare l’autodisciplina e imparare a gestire il proprio tempo e le priorità. Ci saranno alti e bassi, ostacoli lungo la strada ma alla fine chi sopravvive a queste richieste particolarmente sfidanti o avrà raggiunto anche i suoi obiettivi che cosa potrà volere di più in termini di esperienze premianti?

La storia del Real Madrid è il 12° giocatore in campo

Talvolta si parla di partite indimenticabili. Ma questa sera la sfida tra Real Madrid e Manchester City ci ha fatto vivere uno di questi eventi sportivi che ricorderemo per sempre.  Non so come ciò sia possibile ma la forza e la determinazione di questi giocatori sono incredibili. Non si può spiegare quello che è successo, certamente determinazione, voglia di vincere e concentrazione totale sono stati ingredienti indispensabili ma poi vi è qualcosa di più che determina il risultato. Non è solo la logica della tattica ma un’attenzione costante che si fonda su una storia, in questo caso quella del Real Madrid, che spinge in ogni istante a dare valore a ogni minuto di gioco. La storia del Real Madrid spinge a credere nelle imprese, a lottare sino all’ultimo secondo: la storia spinge e la squadra risponde.

Nessun atleta può guidarsi da solo

Scordiamoci che un atleta posso guidarsi da solo.

Può sembrare un’affermazione che sottolinea la dipendenza degli atleti nei confronti del tecnico. Non è così. Troviamo questa necessità nelle tenniste che sto seguendo agli Internazionali di tennis ma Guardiola o Ancelotti fanno lo stesso nei confronti delle loro squadre. E allora, forse, dobbiamo rivedere noi psicologi la convinzione che un atleta di alto livello possa in virtù delle sue abilità ed esperienze gestirsi da solo o sda ola.

Dico sempre ai giovani atleti  di osservare i campioni, non si allenano di certo da soli, anzi maggiore è il loro livello più persone qualificate lavorano per loro.

La questione è piuttosto complessa. Ora voglio solo evidenziare questo dato di fatto, su cui ognuno di noi dovrebbe riflettere.

 

10 regole per promuovere a scuola l’attività motoria

 

  1. Regole: stabilire regole che promuovano nei giovani forme piacevoli e durature nel tempo di attività fisica.
  2. Ambiente: fornire un ambiente fisico e sociale che incoraggi e permetta l’attività fisica.
  3. Educazione motoria: incrementare l’istruzione e i curricula in attività fisica che valorizzino il piacere di partecipare nell’attività fisica e che aiutino gli studenti a sviluppare conoscenze, atteggiamenti, abilità motorie, abilità comportamentali e la fiducia necessaria ad adottare e mantenere stili di vita fisicamente attivi.
  4. Educazione alla salute: incrementare curricula di educazione alla salute e d’istruzione che aiutino gli studenti a sviluppare conoscenze, atteggiamenti, abilità motorie, abilità comportamentali e la fiducia necessaria ad adottare e mantenere stili di vita fisicamente attivi.
  5. Attività extracurriculari: fornire programmi di attività fisica extracurriculari che soddisfino i bisogni e gli interessi di tutti gli studenti.
  6. Coinvolgimento dei genitori: includere i genitori nei programmi di attività fisica, incoraggiandoli nel sostenere la partecipazione dei loro figli in attività piacevoli ed interessanti.
  7. Formazione del personale: promuovere per il personale coinvolto nell’educazione, nell’allenamento, nelle attività ricreative, nella cura della salute un training formativo che li formi in termini di conoscenze e  abilità necessarie alla realizzazione di attività piacevoli.
  8. Servizi di salute: valutare e consigliare i giovani in relazione all’attività svolta.
  9. Programmi di comunità: fornire un’ampia gamma di attività sportive che siano attraenti per tutti i giovani.
  10. Valutazione: valutare in maniera sistematica la qualità dei programmi e dei servizi di attività fisica forniti dalla comunità e dalla scuola.

Tennis: focus sulla prestazione e non sul risultato

Continua il torneo di qualificazione per gli Internazionali di tennisdi Roma. Sarà importante per tutti i giocatori essere sempre più concentrati sulla loro prestazione, il loro gioco, piuttosto che lasciarsi dominare dal punteggio.

Significa:

  1. Essere concentrati su come giocare bene i game senza forzarsi a fare il punto.
  2. Giocare ogni punto senza avere la fretta di concluderlo.
  3. Muoversi in modo fluido e deciso nei momenti decisivi della partita.
  4. Prepararsi a servire prendendosi il tempo necessario come eseguirlo.
  5. Al termine di ogni punto per primo ridurre la tensione allungando l’espirazione e poi riattivarsi per lo scambio successivo.
  6. Darsi delle brevi istruzioni tecniche su come giocare in quella fase della partita.
  7. Dirsi sempre cosa bisogna fare e mai cosa non bisogna fare.
  8. Avere lo sguardo aperto verso l’avversario che si prepara a servire.
  9. Mantenere sempre i piedi allegri e la rapidità di movimento.
  10. Ricordarsi che sino all’ultimo punto si può ribaltare un risultato sfavorevole.

In sintesi, vuole dire essere concentrati su come si vuole giocare senza pensare al risultato.

Il movimento in pillole: la proposta della UISP

C’è ancora un mese di tempo per usufruire delle “Pillole di Movimento” Uisp: un’occasione di benessere e socialità a disposizione di tutte e tutti, dal Nord al Sud d’Italia. Infatti, si concluderà il 31 maggio la campagna nazionale Uisp di contrasto alla sedentarietà e di promozione della cultura del movimento, che vede protagonisti 31 Comitati Uisp, oltre 235 Comuni italiani e 370 tra associazioni e società sportive dilettantistiche. Il progetto è finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per lo Sport nell’ambito del Bando EPS 2020 e attraverso le farmacie dei circuiti Gruppo Lloyds e Federfarma provinciali, partner del progetto, verranno distribuite 480.000 confezioni di “Pillole di movimento”. Le confezioni di “Pillole di movimento” contengono coupon gratuiti che permetteranno di scegliere tra una rosa di oltre 1200 attività sportive e motorie promosse in tutta Italia. Ovvero, il bugiardino contenuto nella scatola, molto simile a quella di un farmaco da banco, consente di poter usufruire di un mese gratuito di attività fisica e verrà consegnato dal farmacista, così come un qualsiasi medicinale.

Il progetto è nato a Bologna nel 2011, grazie ad una rete molto capillare creatasi tra Uisp, le aziende Asl e le farmacie coinvolte. Un’idea vincente e assolutamente innovativa, che si è affermata nel territorio e che grazie a questo progetto nazionale viene lanciata per la prima volta a livello nazionale .In seguito alle difficoltà legate all’emergenza sanitaria ancora in corso, la durata del progetto è stata prorogata fino al 31 maggio.