Archivio mensile per giugno, 2011

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W i campioni

W la Schiavone e Rossi due modi diversi di vincere ma uguali per determinazione, talento e intelligenza. Trascinatori di entusiasmo, guardiamoli finchè ci sono. Li ringrazio per darci queste boccate di ossigeno.

Cosa sarà che ci fa uscire di tasca dei no non ci sto!

La frode sportiva nel calcio di oggi è un’attività commessa da persone rispettabili, spesso di elevato livello sociale e queste azioni illegali devono essere considerate ancora più gravi di quelle compiute dai criminali comuni perché corrodono la fiducia nell’autorevolezza delle regole sportive e nelle istituzioni federali che devono vigilare che ciò non succeda. Sono crimini commessi contro lo sport, il calcio, a beneficio di un gruppo numeroso di individui e non da singoli. Succede anche nella finanza, ad esempio Merrill Linch ha accettato di pagare allo Stato di New York 100 milioni di dollari a causa di azioni illegali dei suoi dipendenti che consapevolmente fornivano agli investitori informazioni sbagliate e troppo ottimistiche relative agli investimenti bancari da effettuare. La definizione di truffa riferita al calcio è sostanzialmente analoga a quella della frode finanziaria. In questo caso gli attori non sono solo persone esterne al calcio ma anche i calciatori (ex e non), individui il cui valore è pubblicamente riconosciuto, socialmente ammirati ma che agisocno in modo ingannevole nello svolgimento della loro attività sportiva (ad esempio il portiere che mette tranquillanti nelle borracce dei compagni di squadra). Quando questa attività illegale viene scoperta crea sconcerto nell’opinione pubblica e, purtroppo, data la frequenza con la quale sempre più spesso vengono identificati nuovi casi di truffa nel calcio, si diffonde la sfiducia verso questo mondo e sulla regolarità dei successi.
La sfiducia non porta sempre al rigetto della truffa, perchè nei giovani  può determinare il desiderio di emulare non solo le gesta del loro campione ma anche il percorso basato sull’inganno che gli ha permesso di arricchirsi ulteriormente.

no non ci sto

La frode sportiva si prefigura come attività commessa da persone rispettabili, di elevato livello sociale e queste azioni illegali devono essere considerate ancora più gravi di quelle compiute dai criminali comuni perché corrodono la fiducia nell’autorità e nelle istituzioni. Sono crimini commessi contro lo sport a beneficio di singoli individui oppure possono essere crimini della corporate commessi a vantaggio dell’azienda stessa., in questo secondo caso vi è comunque sempre un beneficio per i singoli protagonisti della truffa in termini di guadagno e di promozione. Un’ulteriore caratteristica che contraddistingue questo tipo di attività è l’essere compiuta da un gruppo numeroso di dipendenti e non da singoli individui. Merrill Linch ha accettato di pagare allo Stato di New York 100 milioni di dollari a causa di azioni illegali dei suoi dipendenti che consapevolmente fornivano agli investitori informazioni sbagliate e troppo ottimistiche relative agli investimenti bancari da effettuare (Gasparino e Smith, 2002).
La definizione di truffa riferita al fenomeno del doping è sostanzialmente analoga a quella della frode finanziaria. In questo caso gli attori non sono colletti bianchi ma sono gli atleti, individui il cui valore è pubblicamente riconosciuto, socialmente ammirati per i loro successi sportivi, e che come i top manager agiscono in modo ingannevole nello svolgimento della loro carriera sportiva. Quando questa attività illegale viene scoperta crea sconcerto nell’opinione pubblica e, purtroppo, data la frequenza con la quale sempre più spesso vengono identificati nuovi casi di doping si diffonde la sfiducia verso il mondo sportivo e il dubbio sulla regolarità dei successi ottenuti nelle più importanti competizioni internazionali.
La sfiducia non porta sempre al rigetto del doping perchè nei giovani atleti può determinare il desiderio di emulare non solo le gesta del loro campione ma anche il percorso di doping che sanno essere alla base delle loro prestazioni.

Regole e responsabilità per salvarci

Regole e responsabilità sono le parole che il governatore della Banca d’Italia ha pronunciato più spesso nel suo discorso di ieri – ha evidenziato con forza Concita De Gregorio sull’Unità di oggi (http://concita.blog.unita.it/chi-frena-il-paese-1.299307). Riportarlo qui su un blog in cui si parla di sport e nel giorno in cui la notizia è di nuovo il calcio scommesse e la manomissione dei risultati delle partite mette in luce che, anche in questo campo, vale lo stesso monito: senza legalità non c’è competizione e senza di questa non c’è più lo sport. La corruzione è ovunque nel nostro paese dal familismo amorale, al calcio, sino a giungere ai piani alti dell’economia. Se – come dice Draghi – non ci può essere crescita senza legalità, si può ugualmente dire che non c’è posto per i giovani senza legalità, non c’è cultura del lavoro e dello sport senza il rispetto delle regole. Dobbiamo sentirci più impegnati nel riflettere e agire perchè questo modo di vivere dopato venga finalmente invertito. Buon pomeriggio arancione.