Archivio per il tag 'psicologia dello sport'

Pagina 4 di 4

Formazione in psicologia dello sport

Spesso ricevo email di giovani psicologi che vogliono lavorare nello sport e mi chiedono quale possa essere il percorso formativo migliore. Quello di Roma in cui ero coinvolto nella direzione non è attualmente attivo e non so se si saranno ulteriori edizioni. Ve ne sono altri in cui intervengo come docente ma non so francamente affermare quanto siano validi perchè non conosco i docenti, non so quale sia la proposta di tirocinio e il tempo speso da chi lo dirige nel guidare questo tipo di formazione. Non voglio però neanche frustrare le aspettative di questi giovani colleghi nel non dare loro una risposta. Ecco quindi alcune indicazioni.

La psicologia dello sport è una disciplina molto variegata che può riguardare interventi nello sport di prestazione ma anche interventi nello sport per tutti e nella promozione del movimento come forma di benessere, inoltre riguarda tutte le fasce di età dai bambini della scuola elementare sino agli anziani. In generale, il laureato in psicologia non sa cosa sia la psicologia dello sport; se è stato un atleta a livello amatoriale o  di alto livello può fare riferimento alla sua esperienza diretta oppure sa quello che quello che i media trasmettono, ma non possiede una conoscenza della materia. 

Prima attività da effettuare per chi fosse interessato è di documentarsi leggendo non libri divulgativi bensì manuali di psicologia dello sport, ne trova in italiano ma deve assolutamente leggerne in inglese per sapere cosa studiano i suoi colleghi di altri paesi. La Human Kinetics è la principale casa editrice a cui fare riferimento.

Seconda attività da effettuare è studiare l’apprendimento motorio che è alla base di ogni forma di apprendimento che si tratti d’imparare i movimenti di base (camminare, correre, saltare, lanciare) o movimenti sportivi specifici. Questo tipo di conoscenza non fa parte del corso di studi degli psicologi, mentre è importante per potere capire in che modo gli aspetti cognitivo- emotivi intervengono nelle varie fasi dell’apprendimento.

L’acquisizione di queste conoscenze non trasforma in psicologi dello sport ma permette di capire cosa sia questa disciplina e se veramente questa materia c’interessa o siamo stati abbagliati dalla fantasia di seguire atleti famosi e di fare in qualche misura la loro vita.

In sostanza leggete e poi leggete ancora in modo da costruirvi una solida base teorica. A questo punto è utile l’osservazione di allenatori al lavoro, se avete questa opportunità sfruttatela per capire come si comportano e l’interazione fra loro e gli allievi.

Infine, andate sul sito della Divisione 47 dell’American Psychological Association troverete dei gruppi a cui potete iscrivervi e cominciare a scambiare informazioni e magari chiedere dove andare a fare esperienze di tirocinio o di studio in Europa o in Nord America.

Questi sono alcuni suggerimenti che mi auguro possano essere utili.

Meeting psicologia dello sport

Si sta svolgendo in questi giorni a Andria un Convegno di psicologia dello sport della durata di tre giorni, che vede la partecipazione di esperti delle principali università italiane. Questa iniziativa è importante non solo dal punto di vista sscientifico ma anche perchè si sta formando una rete di psicologi dello sport residenti in Puglia che vuole promuovere questa professionalità in questa parte dell’Italia. E’ una notizia molto positiva che è bene fare sapere proprio per stimolare i giovani laureati a muoversi con iniziative di questo tipo e a costruire collegamenti con le organizzazioni sportive, gli enti locali e le università. Per chi vuole entrare in contatto con questa nuova realtà può visitare il sito: www.officinadellamente.it

 

Master Universitario in Psicologia dello Sport di II livello

Scrivo questo blog anomalo poichè diversi giovani psicologi mi chiedono informazioni su come formarsi in questo ambito. Credo quindi che una presentazione dettagliata dell’unico master universitario italiano di psicologia dello sport sia d’interesse per molti.

Il Master Universitario di II livello in “Psicologia dello Sport” è organizzato dal Centro Interuniversitario “Mind in Sport Team” composto da: Università di Roma “Foro Italico” Università “La Sapienza” di Roma, Università di Trieste, Università di Catania, Università di Cagliari, Università di Chieti e Università di Verona e Università di Firenze
Gli Obiettivi del Master e sbocchi professionali
Il Master forma una figura professionale di psicologo in grado di intervenire in contesti sportivi differenti sia per il livello agonistico (federazioni, squadre nazionali ma anche contesti di tipo amatoriale o giovanile), sia per gli obiettivi (incremento della prestazione ma anche: facilitazione dell’accesso e del mantenimento dell’attività fisico-sportiva nelle diverse fasce della popolazione, impostazione e monitoraggio di programmi che utilizzano lo sport come strumento di integrazione sociale, di educazione, di promozione del benessere individuale e di gruppo). Lo Psicologo dello Sport può rispondere alle richieste provenienti da utenze differenti: le federazioni sportive, i grandi gruppi sportivi, i singoli atleti, gli enti di promozione sportiva, ma anche le scuole e le differenti persone coinvolte nell’attività sportiva (allenatori, genitori, amministratori, arbitri).
In sintesi, gli obiettivi del Master sono: (1) Consentire l’acquisizione delle competenze di Psicologo dello sport attraverso l’attività didattica. (2) Il confronto con esperienze di eccellenza, stage presso federazioni e società sportive, project work e testimonianze di valore. (4) Sviluppare la professionalità attraverso un percorso formativo correlato alle diverse esigenze del contesto sportivo. (5) Offrire l’opportunità di usare i modelli teorici e gli strumenti tecnici appresi durante il corso nei contesti professionali, attraverso stage e tirocini supervisionati
Destinatari
Per l’ammissione è necessario essere in possesso di una laurea specialistica in Psicologia conseguita in Italia, di una laurea in Psicologia conseguita secondo il previgente ordinamento universitario o essere in possesso di un titolo equipollente.
Docenti
Le lezioni sono condotte da docenti delle diverse sedi consorziate del Centro Interuniversitario “Mind in Sport Team” (MiST). Alla docenza contribuiscono anche altri docenti universitari, docenti della Scuola dello Sport del Coni, psicologi professionisti ed esperti del mondo sportivo.
Articolazione del Master e stage
Il Master prevede 1.240 ore di lavoro per lo studente (60 CFU), articolate in 240 di lezione frontale
(corrispondenti a 30 CFU), 480 ore di tirocinio supervisionato presso organizzazioni sportive ed enti (20 CFU) 250 ore (10 CFU) dedicate alla preparazione di una Prova finale (Project work).
Il tirocinio, della durata di almeno quattro mesi, si svolge in strutture quali Scuole Calcio della FIGC, Società Sportive afferenti alla FIPAV e alla FIDAL, e altre organizzazioni sportive identificate dal Comitato Coordinatore del Master.
Il tirocinio consente di realizzare specifici progetti in precedenza concordati con l’ente ospitante. Il lavoro svolto nel tirocinio sarà oggetto del Project work che l’allievo discuterà al termine del Master. La frequenza è obbligatoria.
Programma delle lezioni
Metodologia della ricerca psicologica applicata allo sport. Gruppi e dinamiche di gruppo nello sport. Processi cognitivi e tecniche psicologiche per l’incremento delle prestazioni sportive. Lo sport nelle diverse fasi del ciclo della vita. Il marketing di se stessi e delle organizzazioni sportive. Strumenti e tecniche di valutazione psicologica nello sport. Sport, salute e benessere psicofisico. Fondamenti psicofisiologici della prestazione motoria e sportiva. Aspetti organizzativi e sistemici della consulenza nello sport. Psicologia delle organizzazioni sportive. Fondamenti di metodologia dell’allenamento e dell’insegnamento.
Titolo rilasciato
Il corso di studio rilascia il titolo di Master di II livello in “Psicologia dello Sport”. Il titolo è rilasciato dal Rettore dell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico” e sottoscritto dal Direttore del Centro Interuniversitario.
Informazioni
Sede del Master in Psicologia dello Sport:
Università degli Studi di Roma “Foro Italico”,
P.za Lauro De Bosis, 15 – 00194 Roma
Ulteriori informazioni possono essere richieste ai
seguenti numeri telefonici: Segreteria del Master:
tel. +39 06.36733209 – fax: +39 06.36733233 – e-mail:
mauro.reale@iusm.it; Direttore del Master: prof. Arnaldo
Zelli, tel. +39 06.36733368 – e-mail: arnaldo.zelli@uniroma4.it

XIII Congresso Europeo di Psicologia dello Sport

Questo Congresso dovrà essere ricordato per una serie di novità che lo hanno caratterizzato e che rappresentano lo specchio di dove sta andando la psicologia dello sport. Partiamo dai numeri che dicono già di per se stessi quanto sia diffusa la psicologia dello sport. Sono stati 600 partecipanti, almeno 1/3 provenienti da altri continenti. I paesi non europei più rappresentati sono stati gli USA ma soprattutto i paesi asiatici (più di 30 sono stati solo i colleghi di Taiwan). Sono stati 5 i key note speaker provenienti da Gran Bretagna, Francia, Norvegia e Portogallo e questo, come vedremo meglio più avanti evidenzia le aree geografiche dove in Europa è particolarmente diffusa questa disciplina e cioè i paesi del nord-ovest. Sono 85 i symposia che si sono svolti con un numero di quattro presentazioni per ognuno, il 27% organizzato da Università della Gran Bretagna, il 10% rispettivamente da Germania, Olanda e il restante 50% circa fra le altre nazioni. I poster sono stati 360. Sono stati 16 gli italiani presenti. 10 symposia sono stati dedicati agli sport di squadra ma ben otto sono stati centrati sul calcio. I temi trattati hanno riguardato gli aspetti della comunicazione e il team building, ma anche l’organizzazione di programmi di mental training a lungo termine, piuttosto che i processi decisionali e gli aspetti neuro-cognitivi insiti nei calci di rigore. Il talento è un altro tema che è stato affrontato in diversi symposia, analizzando il ruolo dei genitori e degli allenatori o studiando in profondità l’ambiente sportivo o presentando dati su come fornire servizi di psicologia dello sport ai giovani o ancora su come identificare i giovani potenziali talenti o, infine, su come insegnare loro a gestire lo stress determinato dall’ambiente e dai successi spesso precoci.
I temi che una volta erano dominanti come quelli riguardanti lo studio della personalità e l’ansia riportati con queste parole sono stati assenti e probabilmente l’unica area che continua da sempre a suscitare forte interesse riguarda il costrutto della motivazione. Temi nuovi rispetto al passato sono quelli della Toughness (Tenacia) e della Mindfulness (Attenzione consapevole). Inoltre, continuano a essere largamente studiati i processi cognitivi e emotivi nonché le loro molte interazioni nello sport di alto livello ma anche nell’apprendimento/controllo motorio e nella psicologia dell’esercizio fisico. Gli altri temi trattati hanno avuto come oggetto: lo sviluppo del benessere individuale e sociale attraverso lo sport, il passaggio di carriera per gli atleti, la prevenzione e recupero dagli infortuni, le abilità psicologiche nello sport per disabili, la formazione degli allenatori con particolare riferimento alla comunicazione interpersonale e al suo ruolo nell’allenamento, l’interazione fra processi di auto-controllo, auto-regolazione e motivazione individuale, l’etica e moralità, il significato interculturale della fiducia, lo sviluppo di nuovi sistemi di valutazione grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie, le differenze di genere, l’uso dello sport come sistema di inclusione sociale, l’attività fisica e la disabilità mentale e fisica.
L’assemblea generale ha infine votato per il nuovo consiglio direttivo della Federazione Europea di Psicologia dello Sport (FEPSAC) per il prossimo quadriennio che sarà costituito da: Paul Wylleman (presidente, Belgio), Anne-Marie Elbe (vice-presidente, Danimarca), Xavier Sanchez (segretario generale, Spagna), Alberto Cei (tesoriere, Italia), Nadine Debois (consigliere, Francia), Antonis Hatzigeorgiadis (consigliere, Grecia), Vana Hutter (consigliere, Olanda), Caroline Jannes (consigliere, Belgio), Markus Raab (consigliere, Germania). Per informazioni relative alla FEPSAC: www.fepsac.com

Geografia della psicologia dello sport in Europa

Durante il congresso europeo è stato eletto il nuovo direttivo della Federazione Europea di Psicologia dello Sport (Fepsac) ed è emerso chiaramente che i paesi leader e anche più disponibili a sostenere dei candidadti sono in prevalenza nell’Europa centro-ovest. Infatti presidente e segretario generale sono in Belgio e Olanda, altri membri provengono dalla Francia, Germania, Danimarca e nuovamente Olanda e Belgio. Altre zone dell’Europa sono rappresentate dall’ Italia (tesoriere) e dalla Grecia; non vi sono membri dell’Europa dell’est. Lo stesso master europeo di psicologia dello sport ha il maggior numero di studenti provenienti dagli stessi paesi con l’aggiunta della Gran Bretagna e Scandinavia. E’ sempre l’economia che regola questo tipo di prevalenze, che mi auguro non si accentuino altrimenti molti nostri colleghi avranno grandi difficoltà nell’esercitare la loro professione se non faranno parte della nazioni più ricche.

Evoluzione psicologia dello sport

La notevole evoluzione che sta avendo la psicologia dello sport la si può notare anche dai titoli dei libri che vengono pubblicati in lingua inglese. Alcuni esempi: Essential readings in sport and exercise psychology, Social psychology in sport, Xritical essays in applied sport psychology psychology, Psychobiology of physical activity, Inside sport psychology, Motivating people to be physically active, Deviance and social control in sport, Sport psychology in practice, Founations of sport and exercise psychology, Self- efficacy in sport, Attention and motor skill learning, Adavnces in sport psychology, Doing sport psychology. Sono tutti pubblicati dallo stesso editore e non sono certamente tutti. Quanti ne avete letti…

Congresso europeo psicologia sport

Si tiene in questi giorno il XIII° Congresso di Psicologia dello Sport a Madeira. 600 partecipanti, di cui 12 italiani. Non sono più i tempi in cui le presenze erano ancora più ridotte però siamo sempre pochi rispetto alle presenze degli altri paesi.

La credibilità della psicologia dello sport

Periodicamente vengono pubblicate sui giornali storie in cui si fornisce un’idea del lavoro dello psicologo dello sport completamente travisato e basato essenzialmente sulle opinioni di chi scrive. Giusto o sbagliato che sia questa è la realtà da cui dobbiamo partire per cambiare questa percezione del nostro lavoro. Servono quindi idee non solo da parte dell’Università ma anche da tutti i professionisti che operano in questo settore e che percepiscono questa difficoltà. Il mio invito, anche se per ora non è sostenuto da un’idea operativa, è comunque di attivarci insieme per non subire questa situazione e per provare a cambiarla.