XIII Congresso Europeo di Psicologia dello Sport

Questo Congresso dovrà essere ricordato per una serie di novità che lo hanno caratterizzato e che rappresentano lo specchio di dove sta andando la psicologia dello sport. Partiamo dai numeri che dicono già di per se stessi quanto sia diffusa la psicologia dello sport. Sono stati 600 partecipanti, almeno 1/3 provenienti da altri continenti. I paesi non europei più rappresentati sono stati gli USA ma soprattutto i paesi asiatici (più di 30 sono stati solo i colleghi di Taiwan). Sono stati 5 i key note speaker provenienti da Gran Bretagna, Francia, Norvegia e Portogallo e questo, come vedremo meglio più avanti evidenzia le aree geografiche dove in Europa è particolarmente diffusa questa disciplina e cioè i paesi del nord-ovest. Sono 85 i symposia che si sono svolti con un numero di quattro presentazioni per ognuno, il 27% organizzato da Università della Gran Bretagna, il 10% rispettivamente da Germania, Olanda e il restante 50% circa fra le altre nazioni. I poster sono stati 360. Sono stati 16 gli italiani presenti. 10 symposia sono stati dedicati agli sport di squadra ma ben otto sono stati centrati sul calcio. I temi trattati hanno riguardato gli aspetti della comunicazione e il team building, ma anche l’organizzazione di programmi di mental training a lungo termine, piuttosto che i processi decisionali e gli aspetti neuro-cognitivi insiti nei calci di rigore. Il talento è un altro tema che è stato affrontato in diversi symposia, analizzando il ruolo dei genitori e degli allenatori o studiando in profondità l’ambiente sportivo o presentando dati su come fornire servizi di psicologia dello sport ai giovani o ancora su come identificare i giovani potenziali talenti o, infine, su come insegnare loro a gestire lo stress determinato dall’ambiente e dai successi spesso precoci.
I temi che una volta erano dominanti come quelli riguardanti lo studio della personalità e l’ansia riportati con queste parole sono stati assenti e probabilmente l’unica area che continua da sempre a suscitare forte interesse riguarda il costrutto della motivazione. Temi nuovi rispetto al passato sono quelli della Toughness (Tenacia) e della Mindfulness (Attenzione consapevole). Inoltre, continuano a essere largamente studiati i processi cognitivi e emotivi nonché le loro molte interazioni nello sport di alto livello ma anche nell’apprendimento/controllo motorio e nella psicologia dell’esercizio fisico. Gli altri temi trattati hanno avuto come oggetto: lo sviluppo del benessere individuale e sociale attraverso lo sport, il passaggio di carriera per gli atleti, la prevenzione e recupero dagli infortuni, le abilità psicologiche nello sport per disabili, la formazione degli allenatori con particolare riferimento alla comunicazione interpersonale e al suo ruolo nell’allenamento, l’interazione fra processi di auto-controllo, auto-regolazione e motivazione individuale, l’etica e moralità, il significato interculturale della fiducia, lo sviluppo di nuovi sistemi di valutazione grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie, le differenze di genere, l’uso dello sport come sistema di inclusione sociale, l’attività fisica e la disabilità mentale e fisica.
L’assemblea generale ha infine votato per il nuovo consiglio direttivo della Federazione Europea di Psicologia dello Sport (FEPSAC) per il prossimo quadriennio che sarà costituito da: Paul Wylleman (presidente, Belgio), Anne-Marie Elbe (vice-presidente, Danimarca), Xavier Sanchez (segretario generale, Spagna), Alberto Cei (tesoriere, Italia), Nadine Debois (consigliere, Francia), Antonis Hatzigeorgiadis (consigliere, Grecia), Vana Hutter (consigliere, Olanda), Caroline Jannes (consigliere, Belgio), Markus Raab (consigliere, Germania). Per informazioni relative alla FEPSAC: www.fepsac.com

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