Periodicamente vengono pubblicate sui giornali storie in cui si fornisce un’idea del lavoro dello psicologo dello sport completamente travisato e basato essenzialmente sulle opinioni di chi scrive. Giusto o sbagliato che sia questa è la realtà da cui dobbiamo partire per cambiare questa percezione del nostro lavoro. Servono quindi idee non solo da parte dell’Università ma anche da tutti i professionisti che operano in questo settore e che percepiscono questa difficoltà. Il mio invito, anche se per ora non è sostenuto da un’idea operativa, è comunque di attivarci insieme per non subire questa situazione e per provare a cambiarla.
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