Archivio per il tag 'Libri'

Quanti sono gli italiani che leggono e chi sono?

I dati ISTAT del 2020 aiutano a costruire una fotografia della situazione.

  1. I lettori sono in calo dal 2010, nel 2020 solo il 41,4% della popolazione ha letto almeno un libro nell’ultimo anno.
  2. La popolazione femminile mostra una maggiore propensione alla lettura già a partire dai 6 anni di età: complessivamente il 47,1% delle donne, contro il 33,5% degli uomini, ha letto almeno un libro nel corso dell’anno.
  3. Leggono di più i giovani tra gli 11 e 14 anni (58,6%) rispetto a tutte le altre classi di età.
  4. Leggono di più le donne (46,4%) rispetto agli uomini (36,1%).
  5. Il pubblico più affezionato alla lettura è rappresentato dalle ragazze tra gli 11 e i 24 anni (oltre il 60% ha letto almeno un libro nell’anno). La quota di lettrici scende sotto la media nazionale dopo i 60 anni, mentre per i maschi è sempre inferiore al 50% tranne che per i ragazzi tra gli 11 e i 14 anni di poco superiore.
  6. La lettura è legata al livello di istruzione: legge il 72,8% dei laureati, il 49,1% dei diplomati e solo il 26,8% tra chi possiede la licenza elementare.
  7. Persistono i divari territoriali: legge meno di una persona su tre nelle regioni del Sud (29,2%) mentre in quelle del Nord-est si raggiunge la percentuale più elevata (44,3%) e nel Nord-ovest il 48,5 e il 44,3% nel Centro.
  8. Meno della metà dei lettori (44,6%) dichiara di aver letto al più tre libri nei 12 mesi precedenti l’intervista; sono i così detti “lettori deboli” tra i quali si ritrovano poco meno della metà dei lettori maschi (48,5%) e delle persone tra 11 e 14 anni (47,2%). Il 15,2% si annovera tra i “lettori forti” (con almeno 12 libri letti nell’ultimo anno). La maggiore propensione delle donne alla lettura si ritrova anche nell’intensità della lettura: il 16,7% dichiara di leggere in media un libro al mese contro il 13,3% degli uomini.
  9. Nel 2016 circa una famiglia su dieci non aveva alcun libro in casa, dato ormai costante da quasi un ventennio.
  10. Tra chi ha entrambi i genitori lettori è pari al 78,1% la quota di ragazzi di 6-18 anni che legge; si attesta al 64,5% se è solo la madre ad avere l’abitudine alla lettura e al 63,8% se è solo il padre. La percentuale di lettori di 6-18 anni scende, invece, al 36,3% se entrambi i genitori non sono lettori di libri.

Ricordiamoci perchè leggere è importante

Se vuoi che i tuoi figli siano intelligenti, leggi loro delle fiabe. Se vuoi che siano più intelligenti, leggi loro più fiabe” (Albert Einstein).

Leggere aiuta il cervello a conservare le informazioni e allena anche le abilità cognitive: migliora le capacità attentive e la concentrazione. Al giorno d’oggi, la velocità con cui arrivano gli stimoli legati alla tecnologia al nostro cervello, i numerosi input anche in parallelo, l’assenza del concetto e della capacità di attendere a discapito dell’immediatezza, stanno andando ad intaccare le nostre capacità attentive che si stanno riducendo drasticamente e si stanno adattando all’ambiente in cui viviamo, sempre più smart. La lettura può essere un’attività che aiuta a contrastare o contenere questo processo. In un’epoca in cui siamo sempre più “smemorati” in quanto deleghiamo tutti i nostri ricordi e tutto ciò che non ci dovremmo dimenticare al telefonino, leggere aiuta a favorire i processi legati alla memoria, a ricordare e a richiamare i contenuti che abbiamo acquisito attraverso la lettura e ad apprendere nuovi vocaboli.

Leggere migliora anche la nostra intelligenza emotiva: aiuta a comprendere che esiste un altro diverso da noi e sviluppa o incrementa la capacità di immedesimarsi nell’altro e di capire che non esiste solo il proprio punto di vista. Chi legge quindi, attiva un processo di mentalizzazione che lo porta a comprendere le intenzioni, gli obiettivi, le emozioni e altri stati mentali dei personaggi che vengono narrati nel racconto. In effetti, una storia narrata è un insieme di rappresentazioni di eventi e personaggi. Leggere è anche un’attività che arricchisce anche la proprietà di linguaggio e la costruzione narrativa.

Tantissimi autori concordano sul fatto che la lettura per e con i bambini sia una pratica fondamentale non solo per lo sviluppo ma anche per la condivisione di emozioni con i genitori, di opinioni, di interscambio reciproco e di insegnamento: favorisce la creazione di un legame affettivo o il suo rinforzo. Non significa che il digitale vada eliminato dalla vita dei bambini e degli adolescenti, significa che gli input provenienti dalla tecnologia attivano reti neurali diverse e che quindi, in un mondo in cui non si può più prescindere dall’evoluzione tecnologica, dobbiamo creare un equilibrio tra le due parti. Non ci dobbiamo dimenticare che leggere allena anche le funzioni cerebrali che stimolano un pensiero critico e riflessivo e quindi favorisce un’autonomia da un punto di vista psicologico.

Si deve educare anche alla lettura

Per queste ragioni è fondamentale educare alla lettura facendo arrivare ai bambini la magia nascosta nel leggere un libro. Si deve leggere in classe, portarli man mano a farlo non per obbligo scolastico ma per piacere anche di condivisione con gli adulti e con i compagni. Per stimolare gli adolescenti, invece, è importante incuriosirli, loro amano leggersi e questo lo dimostrano per esempio la viralità che acquisiscono i libri – e spesso le rispettive serie in streaming- nei quali si rivedono e si riconoscono.

Il problema è che oggi anche tanti adulti non danno più il buon esempio perché relegano la lettura ad una attività più marginale o secondaria rispetto a tutti gli altri impegni: c’è troppa fretta e troppo poco tempo per dedicarsi ad un libro, dimenticandosi che per i bambini è più importante l’esempio delle parole.

Perchè è necessario leggere i libri

Il 23 aprile è la data scelta dall’UNESCO per celebrare il libro, infatti coincide con il giorno di morte, nel 1616, di tre scrittori pilastri della cultura universale: Miguel de Cervantes, William Shakespeare  e il poeta spagnolo Garciloso de la Vega.

Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro”

Così scriveva Umberto Eco ed è una frase che racchiude il senso della lettura. Perchè leggere significa entrare nella vita di altri, immedesimarsi, scoprire e conoscere. Ridere e piangere attraverso gli occhi di quei personaggi che hanno vissuto in un’altra epoca, in un altro mondo. Ma significa anche ritrovarsi e riconoscersi in storie e racconti. Significa soprattutto conoscere e imparare.

Susanna Tamaro ha scritto

“Leggere, in fondo, non vuol dire altro che creare un piccolo giardino all’interno della nostra memoria. Ogni libro porta qualche elemento, un’aiuola, un viale, una panchina sulla quale riposarsi quando si è stanchi. Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in parco e, in questo parco, può capitare di trovarci qualcun altro”

Ogni anno a questa giornata viene designata una capitale mondiale. Quest’anno la scelta è ricaduta su una città malese, Kuala Lampur, che si è impegnata fortemente per rendere la cultura un bene di tutti i cittadini, accessibile come l’acqua potabile.

L’emergenza sanitaria, le restrizioni e il lockdown hanno incentivato ancora di più la lettura. Tanti libri sono stati ripresi dagli scaffali e riletti in quei giorni in cui ognuno è stato costretto a restare a casa. Tanti libri cartacei e tanti altri digitali. Secondo i dati restano sempre i cartacei, però quelli preferiti dagli italiani che per  l’89,83% li preferiscono agli ebook.

Poter sfogliare le pagine di un testo, sottolineare o semplicemente sentire l’odore dei fogli per molti, incentiva di più la lettura. Il profumo irrinunciabile della carta e il piacere nello sfogliare fisicamente le pagine sono essi stessi parte integranti dell’atto di leggere.

“Leggere molto è uno dei cammini che conducono all’originalità; uno è tanto più originale e peculiare quanto più conosce ciò che gli altri hanno detto”. Miguel de Unamuno

Nell’era digitale perdiamo la profondità dei pensieri

Suggerisco di leggere questo pensiero di Italo Calvino espresso nelle Lezioni americane più di trenta anni fa.

“Alle volte mi sembra che un’epidemia pestilenziale abbia colpito l’umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l’uso del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva … che tende a livellare l’espressione sulle formule più generiche, anonime … a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro dello parole con nuove circostanza”. 

Come si manifesta la forza conoscitiva del pensiero nella nostra vita quotidiana?

Attraverso le parole che ci permettono di esprimere le nostre idee e stati emotivi. Se le parole saranno ben organizzate in un linguaggio specifico potremmo essere capiti dagli altri interlocutori. I social e il tempo via via crescente cha a essi dedichiamo, proprio per la semplicità che richiedono riducono la capacità espressiva dei nostri pensieri, poiché sono costretti a semplificarsi e a diventare superficiali per potere essere condivisi e accrescere i nostri follower. La ripetitività nel tempo di questo modo di comunicare determinerà la riduzione della profondità dei nostri pensieri.

La salvezza a questo ridimensionamento mentale degli esseri umani può essere solo dato dallo studio e dalla lettura dei romanzi.

Riflettiamo.

Sport e lettura: un’accoppiata vincente per gli atleti

  • Il premio Nobel per l’Economia James Heckman ha mostrato che i figli dei disoccupati alla scuola materna possedevano un vocabolario di 500 parole, quelli di di genitori poco qualificati 700 parole mentre i figli dei laureati arrivavano a 1100 parole. Purtroppo queste differenze permangono anche nelle età successive permettendo di prevedere con largo anticipo la carriera lavorativa, il reddito, la stabilità familiare e la condizione di salute. Pertanto servono investimenti educativi tali da sviluppare le abilità cognitive e sociali nei bambini da 0 a 5 anni e nelle età successive.
  • Novak Diokovic nel suo libro scrive: “Jelena mi faceva ascoltare musica classica e leggere poesie per calmarmi e imparare a concentrarmi (Puskin era il suo poeta preferito). I miei genitori, invece, mi spronavano a studiare le lingue, così ho imparato l’inglese, il tedesco e l’italiano. Le lezioni di tennis e le lezioni di vita erano una cosa sola, e ogni giorno non vedevo l’ora di scendere in campo con Jelena e imparare sempre di più sullo sport, su me stesso e sul mondo”. (p.5)
Non è difficile capire da questi dati e testimonianze cosa si dovrebbe fare per educare i giovani e che anche lo sport trarrebbe vantaggi da un’educazione centrata sullo sviluppo della lettura. Sono convinto che la poco diffusa cultura dello sport derivi proprio dall’ignoranza che domina in Italia e di cui molti giovani ne fanno le spese, rovinando la loro vita ben prima dell’età adulta.
  • Avere genitori lettori incoraggia la lettura: leggono libri il 77,4% dei ragazzi tra i 6 e i 14 anni con entrambi i genitori lettori, contro il 39,7% di quelli i cui genitori non leggono.
  • In Italia, anche chi legge, legge poco: tra i lettori il 46% ha letto al massimo tre libri in 12 mesi, mentre i “lettori forti”, con 12 o più libri letti nello stesso lasso di tempo, sono soltanto il 14,5% del totale.
  • Una famiglia su dieci (10,2%) non possiede alcun libro in casa, il 63,6% ne ha al massimo 100.

Eliud Kipchoge sfida i limiti umani

Eliud Kipchoge

  • Keniano
  • 35 anni, 1m67, 52 Kg
  • Maratoneta, 230km settimana
  • Sposato, 3 figli
  • Oro Olimpico e world recordman sulla maratona in 2h1m39s

OBIETTIVO: Correre la maratona in 1h59m a Vienna nei prossimi giorni 

Atteggiamento mentale (mindset)

  • Allenamento, passione e autodisciplina
  • Scrive tutto quello che fa su quaderni
  • Scrive le sue sensazioni per ricordarle
  • Legge Aristotele, Confucio e Paolo Coelho
  • Corre con la mente rilassata
  • “Rispetta una legge, quella di non dirti mai bugie”
  • “Solo le persone disciplinate sono libere, le altre sono schiave di umori e passioni”
  • “Quando mi alleno, cerco di sentire il mio corpo e di dare sempre di più. Non credo nei limiti”.
  • “Bisogna avere una grande convinzione e un team che creda in te e ti sostenga. Anche le scarpe sono importanti. E poi bisogna essere più forte di qualunque altro corridore del passato. Tutto è possibile”
  • “La maratona è vita. Se vuoi essere felice devi goderti la vita e io mi diverto a correre la maratona. Per questo sorrido”

Conduce una vita spartana:

  • Si alza sempre alle 5 a Kaptagat (Kenya)
  • Il weekend torna dalla famiglia
  • Pulisce la sua stanza e il bagno
  • Lava maglia e calze in una bacinella che poi stende come gli altri
  • Nel pomeriggio beve una tazza di te e mangia una fetta di pane
(Fonte: Emanuela Audisio, Repubblica e correre.it)

Recensione libro: #100volteCONI

#100volteCONI

Mille cinguettii per 100 anni di CONI

Gianni Bondini

Absolutely Free Editore, 2014, 175p. 

http://www.absolutelyfree.it/

Il CONI ha compiuto quest’anno 100 anni e Gianni Bondini ha voluto ripercorrerli in un modo attuale. “Per flash” scrive lui stesso anzi servendosi dei cinguettii di Twitter ma senza rispettare la regola dei 140 caratteri, troppo pochi per farsi capire. Ma lo scopo è stato questo: avvicinare i giovani, il popolo dei social network alla nostra storia sportiva. I primi due capitoli riguardano i 400 anni precedenti la fondazione del CONI e scopriamo ad esempio, che il calcio nel 1400 era uno sport di combattimento in cui si fronteggiavano due squadre di 27 giocatori l’una mentre 6 arbitri vigilavano sul gioco che poteva durare anche una giornata. Che la disfida di Barletta del 1503 può essere considerata come una gara a squadre. O che nel 1423 Vittorino da Feltre organizzò un campus universitario in cui i giovani ricchi studiavano e praticavano sport, perché “la mente si sviluppi in armonia col corpo”.  Mentre nel 1519 si pubblica a Venezia la “Enciclopedia dell’esercizio fisico” e negli Stati Uniti per cancellare le tradizione inglesi, il rugby si trasforma nel football americano e il cricket nel baseball. Ma queste sono solo alcune delle preziose notizie che troviamo negli 11 capitoli, presentate sempre in poche righe, mai più di  10/12. Bondini sforna a ripetizione conoscenze possedute probabilmente solo dagli storici dello sport e ignorate dalla moltitudine di appassionati. Chi sa ad esempio che la Gazzetta dello sport si pubblicava inizialmente il lunedì e il venerdì su carta verde e gialla per distinguersi, mentre dal 2 gennaio 1899 esce in rosa. Chi si lamenta oggi che gli atleti sono spesso lasciati soli, ha ragione  se pensa con la mente di oggi, ma può scoprire che prima era molto peggio. Alle prime Olimpiadi di Atene, ufficialmente non vi partecipò nessuno   italiano. Non è vero. Carlo Airoldi venne a piedi da Milano, 1338 km, ma non gareggiò nella maratona perché in una gara aveva vinto 2 lire e per questa ragione non poteva definirsi dilettante. Di doping se ne parlava già nel 1904 per i Giochi di Saint Louis, deriva dall’inglese “dope” che descrive una bevanda stimolante per i cavalli. Potrei continuare con molti altri con molte altre notizie, il libro ne è pieno e si legge con grande piacere, anche perché i cinguettii sono scritti con una notevole dose di umorismo. Voglio concludere dicendo che è un libro di cultura che racconta cosa è stato e cosa è oggi lo sport organizzato dal CONI. E’ un libro che stimola domande e curiosità poiché i cinguettii non permettono approfondimenti e non a caso il primo Twitter s’intitola: #Comperate libri sportivi. Sono le parole che Giulio Onesti disse  l’8 marzo 1948 regalando di tasca sua 80.000 Lire alla Biblioteca Sportiva Nazionale.

Recensione libro: 7 Things We Don’t Know!

7 Things We Don’t Know!

Coaching Challenges in Sport Psychology and Skill Acquisistion

 Jean Fournier and Damian Farrow

 Mindeval Canada Inc, 2013

www.mindeval.com

The link to read the first chapter is here: www.mindeval.com/en/

 7 Things We Don’t Know! is a book designed for progressive coaches who are motivated to consider and potentially adjust their current coaching or training programs so that they are getting the most out of contemporary Sport Psychology and Skill Acquisition research. I believe it will also relevant for the sport psychologists because the authors talk about coaching problem, imagery, cognitive processes like anticipation and attention from a perspective different from usual. In this way, many practitioners could start to think in a different way your daily job with athletes and coaches.

Second, what makes this book different from many other texts on Sport Psychology and Skill Acquisition is that the content is presented in the most applicable manner to coaches and athletes. It is written with a short and concise style, and numerous practical examples are provided to illustrate how the theories could be applied to practice.

The imagery is discussed in light of its practical application, it’s well explained the use of this skill must match well with the athletes’ needs, integrating this mental activity in the coaching sessions.  The second chapter is devoted to the use of mindfulness in mental coaching. Jean Fournier propose a mindfulness program based on his experiences in different sports and the pages on this topic illustrate his approach based on four steps: presentation of the method and assessment, mindfulness training, acceptance training and attention training. The third regards the thinking. He try to clarify: what does focus mean? The readers will find suggestions  to find the relevant focus point in different sports and different situations, to improve the focus in training and to apply all these things during the competitions. The following chapter is about  the use of the routines, it’s explained why they are useful in sports but there is a new aspect introduced in this presentation, regarding the use of mindfulness in the routine planned by the athletes. The next four chapters are written by the other author, Damian Farrow. His first chapter talks about the relevance of variability during training and the need to organize the drills in a way very near to the competition rules and development. It’s a chapter that I suppose very useful for the coaches, who must always to cope with the dilemma about necessity to integrate the repetitions and athletes’ motivation and about the relation between the standard repetitions and drills more similar to the game characteristics. In these pages Farrow provides information confirming the concept that the athletes learn to anticipate instead to be born with this gift and he talks about a number of training approaches to improve this skill.  Goal of the following chapter is to encourage coaches to use implicit coaching style instead to use only an explicit style. Farrow remember that probably the best implicit information an athlete can receive is the Nike motto: “Just do it.” The last chapter regards another relevant question: have the athletes need of a coach feedback provided in a real time? Today coaches with the help of the new technologies have the opportunity to provide information in real time with great precision. The problem they have to cope with regards their competences to use the correct timing without the risk to overload the athletes’ mind. Farrow talks about the definition of the bandwidth of correctness for a movement. Established this range of correctness the coaches will know exactly when to provide a corrective feedback.

Final comment: read this book with the spirit to find some new ideas for our work  and to change something in our approach with the athletes.

Evoluzione psicologia dello sport

La notevole evoluzione che sta avendo la psicologia dello sport la si può notare anche dai titoli dei libri che vengono pubblicati in lingua inglese. Alcuni esempi: Essential readings in sport and exercise psychology, Social psychology in sport, Xritical essays in applied sport psychology psychology, Psychobiology of physical activity, Inside sport psychology, Motivating people to be physically active, Deviance and social control in sport, Sport psychology in practice, Founations of sport and exercise psychology, Self- efficacy in sport, Attention and motor skill learning, Adavnces in sport psychology, Doing sport psychology. Sono tutti pubblicati dallo stesso editore e non sono certamente tutti. Quanti ne avete letti…