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Perchè i keniani sono i migliori corridori sulle lunghe distanze?

Negli ultimi anni i 25 più veloci maratoneti sono stati keniani, sono in tanti a chiedersi come ciò sia possibile e ancora una volta il dibattito è come sempre tra genetica e ambiente.

Maratoneta e manager di un atleta keniano, Tom Payn attribuisce una grande importanza alla componente mentale della corsa e così risponde a : ”La principale cosa che ho imparato dai keniani riguarda il loro atteggiamento mentale, il loro modo di correre, sono rilassati e anche se hanno una prova negativa subito la dimenticano, pensando vincerò la prossima volta e batterò il record. Sono molto fiduciosi e mostrano un eterno ottimismo a riguardo della prossima gara”. Lo stesso concett viene riferito da Boniface Kiprop Kongin, l’atleta che allena e che afferma “per avere successo bisogna essere ottimisti e pazienti”.

Intervista e video sul Guardian

Immaginare di vincere

Immaginare di vincere aiuta a vincere. Non è retorica, è ciò che dicono i grandi campioni. Usain Bolt ha detto:  ”Nella mia testa non ho mai avuto alcun dubbio che sarebbe andata a finire così”. Lo stesso ha fatto la ventenne Jessica Rossi quando ancora il giorno prima della gara si allenava immaginando di vincere e di fare il record del mondo. E’ stato infatti dimostrato più volte dagli studi di psicologia della prestazione che l’ottimismo è una delle cause del successo. Essere ottimisti significa essere convinti che con la giusta concentrazione e determinazione la vittoria è lì che ti aspetta. Stato d’animo che di solito non hanno coloro che non salgono sul podio, perché prima e durante la gara non sentono questo feeling con la loro prestazione. Questi stati d’animo non sono di certo frutto di una magia ma si allenano e chi vince le olimpiadi vuol dire che li ha allenati più degli altri.

Si vince con l’ottimismo

Spesso mi sono chiesto perchè gli atleti di alto livello continuano a gareggiare pur sapendo che sono molte di più le gare in cui perderanno rispetto a quelle in cui saranno vincenti. Come superano questa frustrazione? La mia risposta è stata che questa convinzione si basa sull’idea che il futuro sarà migliore del passato e questo atteggiamento è noto come “il pregiudizio dell’ottimismo.” Per migliorare si può solo immaginare di poterlo fare e ciò conduce a ritenere che questo risultato possa essere raggiunto. Tale credenza in se stessi motiva l’atleta, come chiunque altro, a perseguire i suoi obiettivi. Inoltre questo modo di essere comporta una riduzione dello stress e questo aiuterà la persona a competere al suo meglio nei momenti di maggiore pressione agonistica. Quindi impegnamoci come i campioni a perseguire un approccio ottimistico alle difficoltà anche se ci potrebbe apparire un po’ irrealistico.