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Perchè i keniani sono i migliori corridori sulle lunghe distanze?

Negli ultimi anni i 25 più veloci maratoneti sono stati keniani, sono in tanti a chiedersi come ciò sia possibile e ancora una volta il dibattito è come sempre tra genetica e ambiente.

Maratoneta e manager di un atleta keniano, Tom Payn attribuisce una grande importanza alla componente mentale della corsa e così risponde a : ”La principale cosa che ho imparato dai keniani riguarda il loro atteggiamento mentale, il loro modo di correre, sono rilassati e anche se hanno una prova negativa subito la dimenticano, pensando vincerò la prossima volta e batterò il record. Sono molto fiduciosi e mostrano un eterno ottimismo a riguardo della prossima gara”. Lo stesso concett viene riferito da Boniface Kiprop Kongin, l’atleta che allena e che afferma “per avere successo bisogna essere ottimisti e pazienti”.

Intervista e video sul Guardian

Nati per correre

“Nati per correre” (2012) è un nuovo libro sulla corsa che parla dell’avventura dell’autore Adharanand Finn, di sua moglie e dei tre figli piccoli che hanno vissuto sei mesi in Kenia nella zona in cui si allenano i corridori keniani. Finn, giornalista del Guardian, si è trasferito a Iten, un paese noto per essere frequentato da 3000 ateti su 4000 abitanti. L’obiettivo è di correre la maratona a Lewa, 1.676m di altitudine, riserva protetta, in cui gli animali circolano liberi gatta di strade sterrate e di paesaggi incredibili. Ma ha anche un altro lo scopo, quello di scoprire il segreto del successo degli atleti keniani nelle gare di fondo. Il libro è scritto in modo ironico e descrive come si vive la corsa in quella parte del mondo.

Running with Kenyans: The start of the local district cross country championships

Le frasi che più mi piace ricordare:

“… una donna mi dice che per lei correre è il contrario di una sbronza. Quando bevi ti senti un leone, ma dopo sei uno straccio. Con la corsa invece è il contrario: prima ti senti uno straccio e poi un leone. Molto meglio, no?”

“Anche se non diventerai mai un campione olimpionico, anche se non riuscirari mai a gareggiare in giro per il mondo, da queste parti il solo fatto di essere un atleta ti solleva al di sopra del rumore di fondo della vita di ogni giorno. Ti fa sentire una delle persone speciali che hanno saputo scegliere un percorso di impegno e dedizione.  Basta guardare la luce che ha negli occhi qualunque atleta di qui quando si parla della sua passione.”

“Per prepararmi … decido di affrontare la sessione di fartlek che si tiene a Iten ogni settimana … Ogni giovedì mattina i vari gruppo di corsa e quelli dei campi di alleamento si radunano tutti insieme, formando un enorme plotone di atleti … Lungo la strada spunta da tutte le parti gente che corre … Quando arrivo trovo già radunati circa duecento corridori … Una specie di team leader sale su una montagnola e comincia a illustrare il programma di oggi, quais fosse un predicatore biblico … Prima che me ne renda conto si aprono le chiuse e vengo trasportato lungo la strada polverosa verso la campagna.”

“Ripasso mentalmente la mia lista dei segreti: l’infanzia dura e attiva, le corse a piedi scalzi, l’altitudine, l’alimentazione, l’emulazione dei modelli, tecniche di allenamento semplici, i campi di alleamento, l’impegn e la dedizione, la voglia di farcela, il desiderio di cambiare la propria vita, la convinzione di poter vincere, la disciplina, la mancanza di alternative, l’abbondanza di percorsi su cui allenarsi, il riposo, una cultura della corsa radicata  pervasiva.”