inside excellent life
Viviamo nell’era dei social, della comunicazione continua e dell’espressione immediata di ogni sussulto psicologico. Si condividono in una sorta di parlare ininterrotto idee ed emozioni che attraversano la mente, senza nessuna valutazione sulla utilità del condividerli con altri e sulle probabili reazioni che quanto espresso può determinare in chi legge o ascolta. Questo modo di comunicare denuncia una mancanza di autocontrollo: “Faccio così perchè lo voglio”. E’ un’affermazione tardiva del principio del piacere che non ha saputo evolversi verso il principio della realtà. Il piacere, anche sadico come quello degli haters, di dire non solo quello che si pensa ma di esprimere quello che arriva alla coscienza senza alcun freno inibitore. Secondo me, i social fornendo a ognuno un proprio pubblico a cui parlare, richiedono livelli di autocontrollo e, quindi di maturità psicologica, superiori rispetto a quanto era richiesto in passato. In psicologia, le capacità che permettono questo lavoro, si chiamano funzioni esecutive che sono i processi che permettono di autoregolare le azioni degli essere umani. Riguardano la capacità di pensare prima di agire, di trattenere e manipolare le informazioni, di riflettere sulle conseguenze delle azioni e autoregolare il comportamento e in estrema sintesi sono:
Suggerisco di leggere questo pensiero di Italo Calvino espresso nelle Lezioni americane più di trenta anni fa.
“Alle volte mi sembra che un’epidemia pestilenziale abbia colpito l’umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l’uso del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva … che tende a livellare l’espressione sulle formule più generiche, anonime … a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro dello parole con nuove circostanza”.
Come si manifesta la forza conoscitiva del pensiero nella nostra vita quotidiana?
Attraverso le parole che ci permettono di esprimere le nostre idee e stati emotivi. Se le parole saranno ben organizzate in un linguaggio specifico potremmo essere capiti dagli altri interlocutori. I social e il tempo via via crescente cha a essi dedichiamo, proprio per la semplicità che richiedono riducono la capacità espressiva dei nostri pensieri, poiché sono costretti a semplificarsi e a diventare superficiali per potere essere condivisi e accrescere i nostri follower. La ripetitività nel tempo di questo modo di comunicare determinerà la riduzione della profondità dei nostri pensieri.
La salvezza a questo ridimensionamento mentale degli esseri umani può essere solo dato dallo studio e dalla lettura dei romanzi.
Riflettiamo.