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I segreti degli atleti master

Sempre più persone over35 continuano a praticare sport a livello agonistico e questo articolo pubblicato dall’organizzazione canadese che si occupa di sport e attività fisica propone come gli allenatori dovrebbero comportarsi con questa tipologia di atleti.

Quello dell’allenamento dei master è un tema relativamente nuovo, che ha colto gli esperti medici e fisiologi alla sprovvista poiché ragionando in modo tradizionale hanno raggiunto un’età in cui non è più possibile fornire prestazioni di livello assoluto. Questi limiti sono scientificamente dimostrati ma la questione rilevante mi sembra un’altra.

Quali sono i limiti che persone che svolgono attività sportiva in maniera agonistica possono raggiungere non è poi così chiaro, conosciamo molto meglio i danni provocati dalla sedentarietà. Sarebbe interessante conoscere meglio quale sia la relazione fra genetica, psicologia, medicina e fisiologia. Anche conoscere meglio i numeri sarebbe di utilità. Se penso alle persone della mia età quindi over 65, sappiamo che solo il 10% degli uomini e l’8% delle donne praticano sport in modo continuativo e che il 5% dei maratoneti cadono in questa fascia d’età. Non sappiamo però quanti sono quelli che si allenano con regolarità settimanale in uno sport specifico piuttosto che quelli che camminano. Sappiamo che una attività svolta in maniera equilibrata, non orante dal punto di vista dell’usura del corpo è auspicabile, ma qual è la differenza fra questa persone è quelle che invece svolgono attività agonistica. Il segreto risiede nello stile di vita o nella genetica, nell’usura a cui sottoposto loro stessi nei decenni precedenti? Sono stante le domande a cui possiamo dare risposte a mio avviso per ora generiche o basate su stereotipi sociali.

Intanto leggiamo questa ricerca canadese che apre uno squarcio sull’allenamento dei master e le competenze degli allenatori.

Usa il tuo corpo e lui non ti abbandona

Questo studio riguarda 40 atleti master di età compresa fra 40 e 81 anni, che si allenano 4/5 volte la settimana nella corsa, nuoto o ciclismo. I muscoli delle gambe e la forza non si sono ridotti significativamente con il progredire dell’età …

Le ragioni per cui i master in PS non servono a favorire il lavoro degli psicologi

In Italia la questione della formazione in psicologia dello sport degli psicologi continua a essere un problema non risolto. Tralasciando quelli il cui solo scopo è di fare lavorare i formatori che v’insegnano, anche quelli meglio strutturati hanno notevoli limiti.

Vediamo quali sono a mio avviso:

  1. La quasi totalità propone una formazione centrata a insegnare competenze che dovranno servire per lavorare nell’ambito della prestazione di livello assoluto ed essenzialmente con gli atleti, ignorando la consulenza con gli allenatori o l’organizzazione sportiva. In tal modo molti aspetti del mondo sportivo di alto livello non vengono considerati e i giovani laureati avranno, di conseguenza, difficoltà a interagire con una parte fondamentale (gli allenatori, i dirigenti) dell’ambiente degli atleti.
  2. Due ambiti importanti di lavoro vengono tralasciati nella formazione in psicologia dello sport. Il primo riguarda i programmi di avviamento allo sport (6-12 anni) e l’età dell’adolescenza. Questo ambito, è tra l’altro uno di quelli più facilmente aperti agli psicologi ma in cui è necessario avere delle competenze specifiche mentre quelle riguardanti l’alto livello non sono spendibili se pensiamo all’infanzia e vanno comunque adeguate anche nelle diverse età dell’adolescenza. In queste fasce di età, inoltre, il rapporto con i genitori rappresenta un altro fattore con cui si deve interagire in modo costruttivo. Il secondo ambito importante riguarda, lo sport come diritto di cittadinanza e come fattore di benessere. Anche in questo settore gli psicologi non acquisiscono competenze, se non una generica convinzione che lo sport è un fattore essenziale per la vita di ognuno e della comunità.
  3. Un campo in cui gli psicologi non hanno competenze specifiche riguarda la metodologia dell’allenamento e l’insegnamento sportivo. Com’è possibile interagire con gli allenatori (molti dei quali oggi sono laureati in scienze motorie che hanno sostenuto diversi esami di psicologia) se non si conosce il loro mondo e se non si ha consapevolezza di come s’imparano i gesti sportivi, di cosa sia l’apprendimento motorio o di quale sia l’interazione fra preparazione fisica e psicologia?
  4. Un ulteriore aspetto limitativo dei master odierni è la mancanza di un tirocinio supervisionato per un tempo adeguato (almeno di quattro mesi) presso un’organizzazione sportiva. Ciò che è comune in qualsiasi altro tipo di master, è invece pressoché assente nei master in psicologia dello sport.
  5. Un ultimo aspetto limitante le proposte formative attuali, riguarda l’assenza di come lo psicologo dovrebbe proporsi nell’ambito territoriale e professionale in cui intende svolgere la sua attività. Il tema è quello del marketing di se stessi, essenziale, poiché bisogna sapere come proporsi, come costruire il proprio network professionale, come scrivere un progetto e negoziare un budget, come interagire con i dirigenti di un società sportiva che probabilmente hanno un’idea generica di quali servizi lo psicologo dello sport potrebbe offrire.
A mio avviso, la mancanza di questi ambiti formativi riduce notevolmente le opportunità di promozione e diffusione di questo ambito lavorativo, lasciando lo psicologo in una condizione di minorità rispetto alle altre professionalità che da tempo operano in modo consolidato nello sport.

 

 

Atleti master in atletica

Il fenomeno legato alla pratica di persone adulte ed anziane in atletica leggera è in continua e marcata espansione, con un’attività soprattutto nelle corse di durata (running), ma anche nelle varie specialità (corse, salti, lanci, marcia). La Federazione organizza le attività secondo la categoria cosiddetta ‘master’. I master sono atleti che si allenano per partecipare a competizioni che sono specifica- tamente organizzate per la popolazione over-35. Si tratta di atleti che vogliono continuare a gareggiare oppure d’individui che hanno da sempre partecipato a gare a livello amatoriale o di persone sedentarie che a un certo momento della loro vita hanno deciso d’intraprendere un’attività sportiva e di praticarla anche a livello agonistico.

I dati descrittivi relativi alla pratica sportiva giovanile dei master e alla tipologia della loro pratica attuale in atletica leggera hanno evidenziato che:

  • 55% non è stato da giovane un praticante, mentre il 40% lo è stato tra 6/14 anni;
  • 47% pratica questa specialità da meno di due anni, mentre il 27,5% la pratica da due/tre anni e il 15% da più di 15 anni;
  • 82,5% si allena tutto l’anno, mentre il 12,5% solo saltuariamente;
  • 46,3% si allena tre/quattro volte la settimana e il 28,8% più di quattro volte;
  • 51,3% si allena da solo mentre il 35,3% in gruppo, solo il 7,5% in entrambe le modalità;
  • 80% si allena in un campo di atletica;
  • 42,5% si allena senza allenatore mentre il 51,3% con un allenatore;
  • 60% non frequenta una palestra mentre il 35% si allena anche in palestra.
(Carbonaro, Cei, Ruscello e Quagliarotti, Atletica Studi, 2016, 3/4, 28-40)

European Master in Sport & Exercise Psychology

Il European Master in Sport and Exercise Psychology  organizzato dalla University of Thessaly in Grecia è un corso post-laurea con uno staff di docenti di alto livello e provenienti da tutto il mondo. Il programma pone l’enfasi su insegnamenti di qualità elevata e sull’esperienza pratica nell’ambito in rapida crescita della psicologia dello sport e dell’esercizio.

La motivazione allo sport è uguale in tutte le età della vita adulta

Dai risultati preliminari di una ricerca condotta su amatori di atletica leggera si evidenzia il dato che la motivazione intrinseca (“Faccio sport perché mi piace e mi diverto”) e la regolazione morale (“Faccio sport perché è per me importante) sono le due dimensioni decisive per continuare in questa attività in tutti i periodi dell’età adulta e della vecchiaia.  Non si fa sport “perché si deve farlo” o se non si è motivati.

(Dati non pubblicati, Fonte: Fidal, G. Carbonaro, A. Cei e C. Quagliarotti ).

La FIGC apre allo psicologo dello sport

In attesa che  il ruolo di psicologo dello sport venga nuovamente richiesto fra i criteri indispensabili per ottenere la qualifica di Scuola Calcio di Elite, il settore giovanile e scolastico della Federcalcio ha comunque effettuato un significativo passo in avanti nel riconoscimento di questa figura professionale.  Ha infatti deciso e comunicato alle Scuole Calcio che la scelta dello psicologo da utilizzare nella società sportiva dovrà avvenire solo tra coloro che hanno frequentato un master in psicologia dello sport. Pertanto dal prossimo anno non basterà essere solo laureati in psicologia ma sarà necessario possedere un titolo che dimostri di avere svolto questo specifico percorso formativo in psicologia dello sport. Il riconoscimento della specificità di questo ambito professionale è importante poiché come avviene per il medico vi sono specifiche competenze che lo psicologo ignora e che invece sono necessarie per lavorare in ambito giovanile e vi sono competenze cliniche o psicoterapiche che qualora possedute dallo psicologo devono essere adeguate al contesto nel quale si andrà a lavorare.

Master universitario di Psicologia dello Sport

L’Università Telematica San Raffaele, Roma, ha deciso di attivare un Master Universitario di II Livello in Psicologia dello Sport di cui sarò il direttore scientifico (www.unisanraffaele.gov.it.) Si tratta di un’esperienza unica in Italia, poiché la sfida che ci attende è di coniugare insegnamenti web con workshop in aula e un tirocinio supervisionato presso organizzazioni sportive.

Ho dedicato la mia vita professionale all’affermazione e sviluppo in Italia di questa disciplina della psicologia e sono onorato che l’Università Telematica San Raffaele abbia accettato di intraprendere questa nuova sfida in un ambito innovativo, che richiede professionalità specifica e competente.

Il Master è aperto  solo a chi possiede la laurea magistrale in Psicologia conseguito in Italia, ovvero di laurea in Psicologia conseguita secondo il previgente ordinamento universitario ovvero essere in possesso di un titolo equipollente.

Il Master prevede 1.500 ore di lavoro a carico dello studente, articolate in  lezioni online, 2 workshop in sede, un tirocinio supervisionato presso enti e organizzazioni sportive e la preparazione di un Project work finale.

Il tirocinio, della durata di quattro mesi, si svolgerà in strutture quali Scuole Calcio della FIGC, Società Sportive e altre organizzazioni sportive presenti nella tua area geografica di residenza

Il lavoro effettuato nel tirocinio sarà presentato nel Project work discusso al termine del Master.

I docenti sono professori universitari, psicologi professionisti che lavorano in ambito sportivo e docenti della Scuola dello Sport del Coni. Le aree che verranno trattate riguardano:

  •  Gruppi e dinamiche di gruppo nello sport,
  • Processi cognitivi e tecniche psicologiche per l’incremento delle prestazioni sportive
  • Lo sport nelle diverse fasi del ciclo della vita
  • Il marketing di se stesso,
  • Strumenti e tecniche di valutazione psicologica nello sport
  • Sport, salute e benessere
  • Psicologia delle organizzazioni sportive
  • L’organizzazione del settore giovanile
  • Fondamenti di metodologia dell’allenamento
Maggiori informazioni su www.unisanraffaele.gov.it.

Master universitario di Psicologia dello Sport

E’ uscito il bando del

Master di II livello in “Psicologia dello Sport”

organizzato dall’Università Telematica San Raffaele, Roma

con il patrocinio di AISP – Associazione Italiana Psicologia dello Sport

A.A. 2014/2015, 1° edizione

di durata pari a 1.500 ore (lezioni online, 2 workshop e stage professionale) 

termine ultimo per le iscrizioni è il 1 Novembre 2014

informazioni e iscrizioni:

http://www.unisanraffaele.gov.it/universita/master-di-ii-livello-in-ldquo-psicologia-dello-sport-rdquo.html

Master universitario in Psicologia dello Sport

E’ con immenso piacere che presento la nuova iniziativa dell’Università Telematica San Raffaele, Roma, che ha deciso di attivare un Master Universitario di II Livello in Psicologia dello Sport di cui sarò il direttore scientifico. Si tratta di un’esperienza unica in Italia, poiché la sfida che ci attende è di coniugare insegnamenti web con workshop in aula e un tirocinio supervisionato presso organizzazioni sportive. Siamo apprestando il meglio che possa essere fornito nel panorama italiano delle scienze dello sport e certamente lo stage rappresenterà un’opportunità per gli psicologi di conoscere e apprendere dal mondo dello sport. Come sapete ho dedicato la mia vita all’affermazione e sviluppo in Italia di questa disciplina della psicologia e sono onorato che l’Università Telematica San Raffaele abbia accettato di intraprendere questa nuova sfida in un ambito innovativo e che richiede professionalità specifica e competente.

Il Master è aperto a laureati in psicologia. Per l’ammissione è necessario possedere il titolo di laurea magistrale in Psicologia conseguito in Italia, ovvero di laurea in Psicologia conseguita secondo il previgente ordinamento universitario ovvero essere in possesso di un titolo equipollente.
Il Master prevede 1.500 ore di lavoro a carico dello studente (60 CFU), articolate in  lezioni online, workshop in sede, un tirocinio supervisionato presso enti e organizzazioni sportive e la preparazione di un Project work finale.
Il tirocinio, della durata di quattro mesi, si svolgerà in strutture quali Scuole Calcio della FIGC, Società Sportive e altre organizzazioni sportive presenti sul territorio nazionale.
Il lavoro effettuato nel tirocinio sarà presentato nel Project work discusso al termine del Master.
Per poter partecipare al Master, il cui avvio è previsto per Dicembre 2014, è necessario fare pervenire domanda di pre-iscrizione entro e non oltre il 1° ottobre p.v.
La quota di iscrizione è pari a € 2500,00.
Al termine del corso di studio verrà conseguito il diploma di Master di II livello in “Psicologia dello Sport”, rilasciato dal Rettore dell’Università Telematica San Raffaele di Roma.

Per informazioni: masterpsicologiadellosport@unisanraffaele.gov.it