Archivio per il tag 'psicologo dello sport'

La FIGC apre allo psicologo dello sport

In attesa che  il ruolo di psicologo dello sport venga nuovamente richiesto fra i criteri indispensabili per ottenere la qualifica di Scuola Calcio di Elite, il settore giovanile e scolastico della Federcalcio ha comunque effettuato un significativo passo in avanti nel riconoscimento di questa figura professionale.  Ha infatti deciso e comunicato alle Scuole Calcio che la scelta dello psicologo da utilizzare nella società sportiva dovrà avvenire solo tra coloro che hanno frequentato un master in psicologia dello sport. Pertanto dal prossimo anno non basterà essere solo laureati in psicologia ma sarà necessario possedere un titolo che dimostri di avere svolto questo specifico percorso formativo in psicologia dello sport. Il riconoscimento della specificità di questo ambito professionale è importante poiché come avviene per il medico vi sono specifiche competenze che lo psicologo ignora e che invece sono necessarie per lavorare in ambito giovanile e vi sono competenze cliniche o psicoterapiche che qualora possedute dallo psicologo devono essere adeguate al contesto nel quale si andrà a lavorare.

Le domande degli atleti di alto livello di tiro a volo

Oggi sono a una competizione internazionale di tiro a volo a Todi e atleti di diverse nazionalità, dall’Iran alla Gran Bretagna mi hanno posto domande per risolvere le difficoltà che affrontano in gara, eccone alcune:

  • Cosa devo fare quando prima di tirare per un attimo mi dimentico quello che devo fare?
  • Cosa faccio per toglierli il panico che talvolta mi assale?
  • Cosa fare per non pensare di rompere il piattello e stare concentrato solo sul movimento?
  • Quali sono le abilità dei campioni di tiro a volo?
  • Come faccio a sapere che prima d’iniziare sono pronto?
  • Non ho sempre lo stesso tempo di sparo, che devo fare per essere più costante?
  • Dopo un errore divento troppo nervose, come posso controllarmi meglio?

Queste domande mettono in evidenza come le difficoltà degli atleti di livello internazionale sono specifiche e richiedono che lo psicologo dello sport abbia una conoscenza specifica di questo sport. Come psicologi non dobbiamo fornire risposte globali basate solo sull’idea che bisogna migliorare la fiducia di questi atleti, poiché queste domande sono poste da atleti che nel loro paese sono i migliori e sono abituati a gareggiare, ma ciò non elimina di per se stesso queste difficoltà.

Che ne pensate?

L’integrazione dello psicologo dello sport nella scuola calcio: 10 regole da seguire

Lavorare con bambini e giovani e introdurli nel mondo del calcio richiede il lavoro di diverse figure professionali che si impegnino a creare l’ambiente adeguato per la crescita sportiva e psicologica del bambino e del ragazzo. Spesso le collaborazioni divengono difficoltose  se non sono gestite con la chiarezza e il rispetto del ruolo di ciascuno. La parola chiave  in queste sit azioni è  integrazione. Ho imparato, nel corso del mio lavoro, che lo psicologo dello sport che si trovi a collaborare con una scuola calcio  deve seguire  10 regole fondamentali per integrarsi nello staff tra tecnici , dirigenti e genitori.

  1. Conoscere  il contesto
  2. Inserirsi nello staff
  3. Partire dalle richieste
  4. Conoscere il linguaggio (termini tecnici, gergo, esempi)
  5. Aiutare nella valorizzazione dei ruoli esistenti
  6. Utilizzare strumenti psicologici specifici
  7. Produrre risultati visibili
  8. Lavorare alla mediazione
  9. Sfuggire allo stereotipo della cura della sanità mentale
  10. Scendere in campo

Lo psicologo dello sport non può e non deve essere  un fantasma presente solo nei documenti federali, ma parte integrante dello staff della scuola calcio, cosicché si possa effettivamente usufruire delle competenze trasversali che può portare all’interno della società.

(di Daniela Sepio)

Lo psicologo dello sport nel calcio giovanile

La Federazione Italiana Giuoco Calcio è l’unica federazione che rende obbligatoria la presenza di uno psicologo per le società che intendono raggiungere il titolo di scuola calcio qualificata. La figura dello psicologo all’interno della scuola calcio si occupa di intervenire a sostegno delle diverse figure presenti, inquadrando ed affrontando con metodologie e strumenti specifici le problematiche di carattere psicologico.  L’obiettivo finale perseguito dallo psicologo è di creare un linguaggio comune fra tutti, che aiuti a dirigersi nella stessa direzione: creare un ambiente che offra ai piccoli atleti la migliore esperienza sportiva possibile. Lo psicologo stimola gli atleti per favorirne la formazione come persone e come sportivi, lavorando sulla motivazione e stimolando la coesione. Interviene inoltre sui tecnici per migliorare la collaborazione nello staff, la comunicazione efficace, lo sviluppo psicologico del bambino, le dinamiche di gruppo, la gestione delle relazioni. Lo psicologo interviene anche sui genitori sostenendo l’importanza della valenza educativa e del divertimento del gioco del calcio.

L’enorme impatto sportivo e sociale del calcio giovanile in Italia  e quindi lo spazio per lo psicologo dello sport è reso ancora più chiaro dai suoi numeri:

  • Società del settore giovanile scolastico: 2.916
  • Tesserati di puro settore giovanile: 619.510
  • Allenatori abilitati Figc: 61.114

(Fonte: Figc- Dati al 30 giugno 2010)

(di Daniela Sepio)

Il ruolo dello psicologo dello sport nella squadra nazionale

Si è tenuta presso la Scuola dello Sport un workshop sul ruolo delle differenti figure professionali che lavorano in una squadra nazionale prima e durante grandi eventi sportivi. In relazione al ruolo dello psicologo ho messo in luce quali sono le principali attività da svolgere:

  • La preparazione psicologica essenziale è stata svolta in precedenza
  • Non introdurre nuove strategie e procedure ma aiutare gli atleti a seguire le loro abitudini
  • Lo psicologo non deve essere ossessionato dal “fare”
  • Sono necessarie 24 ore di assistenza e disponibilità a fornire consulenza in qualsiasi ambiente
  • Lo psicologo deve essere preparato all’unicità dei giochi olimpici
  • Seguire il programma preparato in precedenza
  • Essere reattivo e efficace
  • Promuovere l’uso di routine comportamentali e e piani giornalieri
  • Aiutare gli atleti a restare concentrati sulla competizione senza lascirsi distrarre dall’ambiente del villaggio e dell’atmosfera olimpica
  • Aiutare atleti e allenatori a non porre eccessiva enfasi sulla gara
  • Aiutare la squadra a generare un’atmosfera positiva e facilitante soluzioni efficaci
  • Essere pronti a sostenere psicologicamente i tecnici
  • Preparare strategie di gestione delle relazioni interpersonali
  • Comunicazione interpersonale fra i membri dello staff: gestione del tempo libero, relazioni con capo delegazione e dirigenti federali, gestione dei media

Oltre il tradizionale allenamento delle abilità psicologiche

Nella quarta giornata di “International Sport Psychology Week” all’INSEP di Parigi David Tod ha parlato di come il lavoro di consulenza con gli atleti va ormai oltre il tradizionale insegnamento delle tecniche di rilassamento, di visualizzazione, di self-talk ma deve comprendere un approccio ancora più specifico. Tale approccio comporta un ampliamento delle competenze dello psicologo dello sport per rispondere ai cambiamenti che sono avvenuti negli stili di vita, alla complessità crescente della carriera sportiva e alle esigenze degli atleti di alto livello.  Viene quindi richiesta allo psicologo una maggiore expertise nel comprendere i bisogni dei suoi clienti, nel mostrarsi sempre più competente nella comunicazione interpersonale e nel comprendere il performer non solo in relazione alle esigenze della sua vita sportiva ma anche in relazione alla totalità della sua vita.

Scuole calcio e psicologo dello sport

Ci sono anche le buone notizie per gli psicologi dello sport. Una Scuola Calcio del Milan di Frascati ha inserito per la prima volta nel suo depliant che: “Lo staff dirigenziale di rilievo è supportato da uno Psicologo dello Sport” e con sottolineaando il concetto che il calcio è un gioco, riporta anche il decalogo della Carta dei diritti dei bambini e dei ragazzi allo sport, in cui al primo posto vi è “il diritto di divertirsi.” Mi sembra un ottimo esempio di come si possa pubblicamente proporre un approccio in cui si evidenzia il ruolo dello sviluppo psicologico e non solo quello dell’apprendimento tecnico. E’ certo che vi saranno in Italia altri esempi altrettanto positivi, intanto di questo si sa oggi. Perchè va ricordato che gli psicologi troppo spesso tendono a non fare conoscere e condividere le esperienze professionalmente positive in cui sono coinvolti. Vedi: http://www.lupafrascatiscuolacalcio.it/organigramma.asp