Archivio mensile per giugno, 2022

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Cos’è un falllimento

Un fallimento non è sempre uno sbaglio; potrebbe semplic...

Le ragioni per cui le persone non cambiano

  1. Si pensa che sia imposto
  2. Si crede che sia inutile
  3. Si crede impossibile
  4. Si pensa di avere già dato molto
  5. Per mancanza d’informazioni
  6. Non si ascolta
  7. Si è impulsivi
  8. Ci si sente incapaci
  9. Non si vedono i benefici
  10. Si è sempre fatto così
  11. Si ha paura di sbagliare
  12. Si pensa ad altro
  13. Si è troppo impegnati
  14. Si è sospettosi
  15. Si è arroganti

Programma di mental coaching per giovani atleti

Obiettivo: la pratica sportiva richiede al giovane atleta di sviluppare specifiche capacità mentali e interpersonali che gli saranno utili per avere successo non solo in questo contesto, ma anche a scuola e nella vita quotidiana.
L’allenamento e le competizioni sono situazioni reali in cui i giovani mostrano le loro competenze e il loro desiderio di fare il meglio nel rispetto delle regole. Anche le Nazioni Unite e la CIO hanno scritto delle linee guida in questa direzione, riconoscendo il grande ruolo svolto dallo sport nella crescita umana dei bambini e degli adolescenti.

Partendo da queste prospettive, il presente programma si propone di sviluppare specifiche abilità mentali e interpersonali nei giovani con la collaborazione dei loro allenatori.

Le principali abilità che potrebbero essere apprese e sviluppate sono le seguenti:

  • Imparare dalle esperienze fatte durante le sessioni e in gara
  • Tecniche di rilassamento e gestione dello stress
  • Tecniche di riscaldamento mentale
  • Visualizzazione della prestazione sportiva
  • Come concentrarsi negli sport di tiro
  • Il ruolo delle prove mentali nel tiro sportivo
  • Il dialogo positivo: come incoraggiarsi attraverso il discorso su di sé
  • Come reagire agli errori
  • Come collaborare con gli allenatori

Cervello e muscoli

La ripetizione mentale di un movimento, anche semplice come quello di alzare un braccio o complesso come l’esecuzione di un salto in alto, determina un incremento moderato del livello di attivazione dei distretti muscolari coinvolti nell’esecuzione reale. E’ un processo analogo a quello che si realizza nel movimento reale e determina pure un’informazione di ritorno al cervello che è percepibile dal soggetto. Avviene nel modo seguente:

1. La persona immagina di saltare  focalizzandosi sull’azione delle gambe (informazione dal cervello ai muscoli)

2. I muscoli delle gambe si contraggono (effetto sui muscoli della ripetizione mentale)

3. La persona avverte le sensazioni provenienti da quella parte del corpo (informazione di ritorno dai muscoli   al cervello).

Questo risultato è noto sotto il nome di effetto Carpenter  e conferma la rilevanza che il pensiero esercita sul movimento. La ripetizione mentale immediatamente prima di una prestazione motoria o sportiva mette l’organismo in una condizione di pronti fisico e psicologico che predispone l’individuo ad eseguirla in maniera efficace.

Impariamo la filosofia di Nadal

Nadal ci ricorda che la sua filosofia è: “Non mi lascio andare, cerco in ogni momento la soluzione, vediamo fino a dove può arrivare il mio avversario, deve dare il meglio per vincere”.

Per raggiungere questa mentalità bisogna orientare i giovani a:

  • Pianificare, monitorare e regolare maggiormente i loro pensieri in relazione a compiti differenti.
  • Concentrarsi sul compito, migliorare il monitoraggio degli obiettivi e la volontà di cambiare strategia dopo un risultato negativo.

Il ruolo dell’allenatore:

  • Incoraggiare la riflessione e fornire strategie di miglioramento dopo errori. Le strategie possono riguardare aspetti tecnici o la richiesta di maggiore impegno e persistenza.
  • Mostrarsi entusiasta, con una elevata interazione, obiettivi definiti e feedback supportivi.

Campagna “La BICI ridisegna il FUTURO

Un’indagine dell’Istituto di ricerca Ipsos sulla mobilità e la nostra percezione delle due ruote:

  1. 49% italiani possiede una bici.
  2. 30% afferma di usarla per svolgere attività motoria
  3. 10% per andare a lavorare
  4. 6% degli italiani non ha accesso a un’auto da poter usare
  5. 8% dichiara di usufruire del bike sharing.
  6. 37% raccontano di servirsene almeno due volte la settimana
  7. 13% dichiara che è il mezzo di trasporto principale
  8. 88% è convinta che l’uso della bici è il modo migliore per ridurre emissioni di CO2 e traffico
  9. 62% dichiara che andare in bicicletta nella propria zona abitativa sia pericoloso,
  10. 71% pensa che i nuovi progetti di mobilità debbano dare priorità alle bici rispetto alle auto.
  11.  50% di chi cerca una bici la vuole elettrica (Fonte: Idealo)

 

 

 

Il fallimento della nazionale viene da lontano

Se il giorno la finale di un torneo giocata contro gli avversari di sempre, l’Argentina, l’analisi della patita della nazionale italiana di calcio viene presentato a pagina 8 della Gazzetta dello Sport vuol dire qualcosa di molto negativo. Gli eroi di Wembley, come vengono ancora retoricamente chiamati, non sono più tali ma si sono ridotti al ruolo di sparring partner. Al contrario, il tema che oggi domina la Gazzetta è l’acquisto del Milan da parte di un fondo USA. E’ vero che il quotidiano si vende in larga a Milano e questo giustifica le 7 pagine sul Milan. D’altra parte questo entusiasmo è dimostrato anche dall’aumento del 250% delle vendite al Milan store.

In un’epoca in cui ciò che conta è vincere, mi sembra coerente che una squadra che perde troppo spesso come l’Italia non susciti interesse, anche perchè i calciatori più importanti (Donnarumma, Jorginho e Verratti) non giocano in squadre italiane e quasi nessuno gioca nelle prime quattro squadre della Serie A. Un altro buon motivo per cui i tifosi non si appassionino a una squadra in cui non riconoscono i calciatori delle loro squadre.

Inoltre, mi chiedo quale sia l’interesse dei fondi e dei proprietari stranieri a sviluppare giovani calciatori attraverso l’attività giovanile, quando il loro interesse primario è costruire uno stadio di proprietà (solo il 7% degli stadi non risulta di proprietà pubblica). Provengono anche da una cultura americana in cui sono i college e  l’Università  a formare i giovani atleti che poi giocheranno nei club professionistici.

Mi sembra che con l’entrata di questi nuovi proprietari stia cambiando a grande velocità il nostro modello sportivo calcistico e non è detto che sia un male. Mi piacerebbe sapere da chi è all’interno di questi nuovi percorsi quali siano l’interesse e gli obiettivi per l’attività giovanile.

La ragione è ovviamente economica. Infatti, se sono 833.000 i calciatori tesserati nell’ambito dell’attività giovanile, corrispondenti a circa il 20% della popolazione italiana maschile tra i 5 e i 16 anni risulta tesserato per la Federcalcio, come è mai possibile che non si formino calciatori di livello assoluto? Il motivo è economico dato che formare un giovane calciatore è molto costoso e richiede un impegno di anni, la scorciatoia consiste nel  prenderne uno rimasto senza contratto nel suo paese di origine che andrà a giocare nella squadra primavera, dove attualmente sono diventati il 33%.