Archivio mensile per aprile, 2024

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Come auto-migliorarsi

Orientamento all’auto-miglioramento: Desiderio di essere costantemente coinvolti in un processo di continuo miglioramento, percepito come il processo principale per raggiungere gli obiettivi aziendali.

  • Individua 3 tuoi punti di forza e 3 punti da migliorare. Elenca quali sono le situazioni che esaltano i tuoi punti di forza e quelle che invece stimolano il manifestarsi dei tuoi punti deboli.
  • Pensa a come reagisci agli errori: vorresti che nessuno se ne accorgesse oppure li ritieni delle ottime opportunità di miglioramento.
  • Scrivi 5 ragioni per cui per te è importante migliorare.
  • Osserva altri atleti, guarda come si comportano, come si rapportano con l’allenatore, come gestiscono gli errori. Individua cosa puoi imparare da loro.
  • Parla con il tuo allenatore e discuti con lu/lei sul tuo sviluppo futuro come atleta.
  • Prepara una lista di obiettivi che vuoi raggiungere nel prossimo futuro. Accanto riporta quali competenze richiedono e stabilisci, con un punteggio da 1 a 5, in che misura le possiedi.
  • Analizza le situazioni più importanti che hai affrontato negli ultimi mesi e pensa in che misura avresti potuto affrontarle diversamente.

L’allenatore: se la squadra perde sei licenziato

Questo turno di Champions League e i commenti apparsi sui media hanno messo in evidenza in modo molto evidente i limiti attuali del calcio Italiano. Ci si sofferma sul gioco, sulla qualità dei giocatori, sui soldi che tutto questo costa e le analisi sono spesso impietose nei confronti della  Serie A. Il calcio è un fenomeno complesso che richiede molte diverse professionalità che s’integrano nella gestione e nello sviluppo di una squadra. Fra i tanti fattori che partecipano a determinare il valore di una squadra vorrei soffermarmi sugli allenatori. Criticarli è piuttosto facile perchè il giudizio su di loro dipende dai risultati della squadra. Come tutti sappiamo sono i primi a essere esonerati quando i risultati non corrispondono alle aspettative del club. In questa stagione sportiva, non ancora conclusa, è stato raggiunto il record di 14 cambi di panchina su 20 squadre. Solo la Liga spagnola ci segue con 13 esoneri mentre in Germania sono stati 8 e in Inghilterra 5.

Il calcio è uno sport ad alto rischio dove non si accettano le sconfitte e quindi rappresenta un alto livello di stress per gli allenatori, che se da un lato nelle squadre professionistiche sono ben remunerati dall’altra non è facile vivere questa condizione d’incertezza anche se scelta da loro. Si può dire che gli allenatori subentrati si trovano a dovere affrontare una situazione di pronto soccorso, devono guarire il malato, la squadra, in tempi rapidi e a qualsiasi costo. Sono pochi quegli allenatori che possono permettersi di aspettare la chiamata per loro giusta e prendersi il tempo che desiderano per attendere la squadra che soddisfi le loro esigenze, la maggior parte invece deve essere pronta a buttarsi nella mischia e lavorare senza sosta per trovare rapidamente una soluzione e naturalmente mostrarsi soddisfatti della chance che gli viene offerta. Tutto questo viene ben pagato ma a mia conoscenza non ho visto finora su questo tipo di condizione umana e tantomeno analisi approfondite sul tema da parte della loro organizzazione e dei singoli club.

Mi sembra che si sia perso il valore del lato umano del calcio a spese di una concezione unidimensionale del calcio secondo cui o vinci o non sei nulla.

Autismo, solitudine, appartenenza e scuola

Ieri si è celebrata la giornata mondiale dell’autismo, un disturbo che colpisce molti bambini e futuri adulti che ancora costituisce un fattore di scarsa integrazione e inclusione nell’ambiente sociale, senza dimenticare che l’inserimento nel mondo del lavoro è ancora marginale. Nel complesso le notizie negative sono tuttora molte, e le famiglie vivono quotidianemte la responsabilità dello sviluppo dei loro figli con aiuti limitati da parte del sistema sanitario nazionale e della scuola. Di positivo vi è la rete di associazioni spesso fondate da genitori con figli con autismo che rispondono ad alcune fra le loro molte esigenze che variano dai percorsi terapeutici ai programmi sportivi e di altro genere.

Nel nostro piccolo, anche noi come Accademia di Calcio Integrato partecipiamo nel fornire risorse a questi giovani e alle loro famiglie. Il nostro scopo, attraverso l’insegnamento del calcio, è di ridurre la solitudine attraverso la costruzione di una community fra genitori e sport, e favorire lo sviluppo di un senso di appartenenza attraverso il calcio: Ciò avviene in diversi modi, fra cui il progetto “Compagni di classe” che consiste nell’invitare alcuni compagni di classe a giocare a calcio insieme in determinate giornate dell’anno scolastico. Sono giornate di sport e di festa a cui partecipano anche gli insegnanti e durante questa attività i giovani con autismo si presentano agli altri in un modo diverso, più capace e per loro più soddisfacente rispetto a quello mostrato nella vita scolastica.

Siamo consapevoli che queste esperienze dovrebbero essere più frequenti ma in ogni caso evidenziano qualità e apprendimenti dei giovani con autismo che insegnanti e compagni di classe non vedono durante l’orario a scuola.

Sono attività che opportunamente organizzate potrebbero essere svolte anche nelle scuole laddove invece sono abitualmente assenti. Queste esperienze stanno a indicare le possibili strade che potrebbero essere percorse per realizzare nei fatti l’inclusione a scuola. In relazione allo sport, le società sportive come la nostra, mostrano come ciò potrebbe avvenire. La Scuola nel suo complesso non è pronta a cambiare per rendere quotidiane esperienze come questa di “Compagni di classe” e quindi l’inclusione continua a restare vincolata alla buona volontà di insegnanti e dirigenti scolastici.