Combattiamo contro gli stereotipi sui giovani

Spesso ai ragazzi/e non insegnamo a pensare. Sento spesso allenatori che continuano con quelle frasi che dicevano anche a me 50 anni fa.

  1. “Con l’esperienza s’impara”
  2. “Basta che lo fai una volta e poi ti viene”
  3. “Gli basterebbe vincere una volta e poi si sbloccherebbe”
  4. “Anch’io alla tua età ero così”
  5. “Hai solo 16 anni … non possiamo pretendere che …”
  6. “E’ l’età sono presi dagli ormoni”
  7. “Non pensa (Non ascolta), sono tutti uguali”
  8. “Troppo impaziente (Troppo addormentato)”
  9. “Calma (Sveglia)”
  10. “Speriamo maturi”
Impariamo invece dall’allenatore di Rod Laver, leggenda del tennis, come si può insegnare a essere più competitivi.
Hollis credeva che queste fossero le caratteristiche dei buoni tennisti: “cuore, cervello e spirito combattivo”. Condivideva con Rod storie di grandi giocatori per illustrare il significato di queste caratteristiche. In ogni occasione Hollis ha ribadito i vantaggi che si ottengono inseguendo ogni palla, rimanendo positivi, apprezzando la sfida di lavorare sodo, non arrendendosi mai e imparando dalle sconfitte. Hollis ha inculcato a Rod che, quando le cose non andavano come voleva, doveva impegnarsi e giocare ancora più intensamente. È importante sottolineare che non si trattava necessariamente di vincere, ma anche di imparare. Aiutato dall’approccio olistico del suo allenatore all’insegnamento del gioco, Rod ha capito che “il tennis è un gioco mentale quanto fisico”. (Janet A. Young, Pearls of Wisdom from Rod Laver)

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