Archivio mensile per luglio, 2021

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Federer è la prova di maturità per ogni tennista

Federer ha vinto più di 100 partite a Wimbledon in circa 20 anni. Basta questa minima statistica a spiegare il valore di chi si sta parlando e a capire perchè l’allenatore ha suggerito a Sonego di immaginare di giocare con un giocatore senza volto. Altrimenti lo avrebbe schiacciato.

Sonengo è stato molto bravo nel primo set, perso 7-5, ha messo in difficoltà il suo avversario e soprattutto non ne è stato intimidito. Poi, piano piano questo approccio si è sgretolato e non c’è stata più partita.

La continuità dell’atteggiamento in campo tenuto nel primo set è stata la difficoltà mentale che Sonego ha dovuto affrontare. Spesso non ha avuto pazienza, affrontando la conclusione del punto.

Mantenere un approccio continuo durante la partita è il problema forse più rilevante del gioco del tennis, chi non ci riesce diventa emotivamente instabile, inizia a dare importanza alle sue paure e per affrontarle esagera in agonismo, tentando di concludere i punti in modo rapido.

A ogni livello appare questo problema, la sua soluzione la si può paragonare a un esame di maturità che permette di passare da un livello a quello successivo. Finché non si raggiunge il top della classifica e s’incontra Federer che rappresenta l’ultima prova per laurearsi campione.

“Siamo un gruppo unito” dicono i calciatori della nazionale

In questi giorni si parla molto dell’importanza della coesione della nazionale italiana di calcio, sottolineando come questa dimensione del gruppo dai dirigenti al commissario tecnico ai calciatori sia un fattore decisivo di successo.

Ma cosa s’intende in psicologia dello sport per coesione?

Il termine «coesione» deriva dalla parola latina cohaesus che significa coesistere. Viene usato per:

  • descrivere la tendenza dei membri dei gruppi a stare insieme e a rimanere uniti
  • riflettere la forza del confine fra i membri di un gruppo
  • affermare che un gruppo non coeso non può esistere

Queste definizioni ben evidenziano l’attrazione del gruppo sui membri, altre hanno invece posto maggiormente l’accento sul concetto di gruppo. In questo senso, la coesione consiste nel grado di unione del gruppo o nella resistenza del gruppo alla sua distruzione.

Allo scopo di conoscere pienamente che cosa sia la coesione è comunque necessario sapere quali sono gli obiettivi del gruppo. Ogni gruppo ha le sue mete e queste variano in funzione della natura stessa del gruppo che può essere, ad esempio, una classe scolastica, una squadra amatoriale di pallacanestro, un gruppo di consulenza, un gruppo di amici in vacanza, un plotone dell’esercito o una squadra professionistica di calcio. Pur nella diversità degli obiettivi, questi gruppi sono comunque simili in quanto tutti devono mostrare un qualche grado di coesione, infatti gli individui che compongono questi nuclei stanno insieme perché condividono scopi comuni. Chi volesse inserirsi al loro interno dovrebbe per prima cosa essere consapevole di quali sono gli obiettivi che queste persone condividono. Sotto questo punto di vista la coesione rappresenta un processo dinamico che riflette la tendenza di un gruppo a stare insieme e a rimanere unito per raggiungere gli obiettivi stabiliti.

Il ritorno di Roger Federer nonostante i suoi limiti fisici

Roger Federer probabilmente non suda, perchè sarebbe un segno di fatica, che contro Cameron Norrie non sembra ci sia. Sembra vivere la partita come una sorta di noia, per giungere a quelle che poi lo dovranno impegnare. Lo sguardo di Federer è sempre a focus sul campo; potrebbe sembrare un’osservazione scontata ma solo alcuni riescono a mantenere questo tipo di attenzione per ogni punto.

Ha perso il terzo set ma l’atteggiamento di Federer non è cambiato, se non per qualche minimo segno di fastidio. Il suo tennis non è fisico e nel quarto set all’inizio sembra pagare questo limite, di conseguenza, riduce il numero di scambi. Norrie lo capisce e inizia a giocare in modo conservativo, invece, per allungarli.

Norrie si mostra molto tenace quando dopo avere subito il break sul 2-2, il game dopo recupera immediatamente riportando il punteggio in parità (3-3). Sul 40 pari del game successivo paga la tensione con un doppio fallo, ma riesce comunque a vincere in due punti il game.

Infine, Federer si mostra umano quando sul 4 pari si porta sul 40-15 e per la prima volta si incita al termine del punto vinto.

Vince 6-4, ultimo game punti veramente belli. Nell’intervista Federer si dimostra felice e questo deve darci l’idea di quanto stress ha trattenuto e non ci ha fatto vedere durante la partita.

Lavorare con i giovani talenti nello sport

Lavorare con i giovani atleti di talento, grosso modo con un età fra 14-20, è in base alla mia esperienza la sfida più impegnativa per uno psicologo e, naturalmente anche per gli allenatori.

Questi giovani vivono la fase in cui l’obiettivo della loro attività è imparare a essere competitivi e acquisire una mentalità vincente. A questo si accompagna che lo sport giovanile di alto livello è diventato sempre sfidante in quanto i giovani atleti competono contro loro coetanei a livello europeo e mondiale, di conseguenza la concorrenza per raggiungere la classifica migliore è molto forte.

Mi rendo conto che in questi contesti imparare a dominare il gioco, nel caso del tennis e di tutti gli sport di opposizione (scherma, tennis tavolo) o sapere fornire prestazioni adeguate al proprio standard qualitativo come nei concorsi in atletica o nei tuffi è veramente difficile.

La questione principale è la gestione dello stress agonistico generato dagli errori e dalla necessità di ritornare immediatamente a una condizione mentale di orientamento al prossimo punto o alla prossima esecuzione della prova. Questo lavoro non è facile, richiede tenacia e una mentalità orientata a vivere queste difficoltà come fasi della prestazione e non come qualcosa che non dovrebbe accadere o peggio ancora come segnali d’incapacità.