Si chiama sindrome di Highlander, o dell’immortalitá, riprendendo il titolo del celebre film degli anni ’80 che ranconta le gesta di un immortale. A soffrirne sono gli adulti over50. Colpisce più facilmente gli atleti che continuano l’attività dopo l’agonismo giovanile, o che, interrotta l’attività sportiva, la riprendono in età avanzata, oppure sedentari che pretendono di diventare atleti. Troppo spesso questi atleti sono erroneamente convinti che l’esercizio fisico preservi da qualsiasi stato patologico e così minimizzano sintomi e fattori di rischio pregressi o attuali. Le conseguenze sono spesso serie: da problemi al sistema scheletrico a cardiopatie.
Alcuni semplici suggerimenti: farsi seguire da un allenatore qualificato ( e non un praticone) per decidere il programma di allenamento che si intende seguire, ascoltare le proprie sensazioni per non allenarsi quando si hanno dei dolori, essere consapevoli che il recupero è parte dell’allenamento, imparare a essere soddisfatti per quello che si fa e non per i risultati.
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