Archivio mensile per novembre, 2011

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Relazione fra preparazione psicologica e rendimento in partita

Un allenatore mi ha chiesto quale sia la relazione fra rendimento in partita preparazione psicologica.

Bisogna entrare in campo uniti e con la voglia di fornire una prestazione ottima (adeguata ovviamente al livello della squadra). Pertanto la preparazione psicologica consiste nell’allenare i calciatori a mettersi in quella che per ognuno è la propria personale condizione psicofisica ottimale. In altre parole al fischio d’inizio dell’arbitro ogni giocatore deve potere dire “Sono pronto”. Il rendimento è influenzato dalla condizione mentale del singolo e della squadra, si tratta quindi d’insegnare agli atleti a mettersi in questa condizione di prontezza psicologica che gli consente di esprimere il proprio valore in campo. Va sempre ricordato che anche se si guida una Ferrari se il pilota non è bravo, anche una 500 può superarla.

Nonostante tutto …

Nonostante sia un pessimo periodo per il nostro paese e non solo, dobbiamo agire in modo da essere migliori. Questo non è un discorso sociale ma è strettamente individuale. Dobbiamo pensare e agire in modo che per ognuno ci sia la concreta speranza di realizzare quello che vogliamo per noi stessi. Lo affermo perchè sento molte persone che utilizzano questo disastro nel quale viviamo come giustificazione per rinunciare, per fare sempre di meno. Bisogna agire come se … come se fosse possibile … perchè altrimenti entriamo a fare parte di chi pensa “Boh … e che ne so io …. per me è lo stesso … tanto conta solo la raccomandazione.” Reagiamo perchè si può.

La tribù del calcio

Sono passati esattamente 30 anni da quando l’antropologo Desmond Morris ha pubblicato il suo bellissimmo libro intitolato “La tribù del calcio”. E’ un testo estremamente interessante e attuale, che poco risente degli anni. Morris ha così definito il gioco del calcio:

- “… i cacciatori diventano calciatori, l’arma è la palla e la preda è porta” ( p. 15)

-  “immaginarla come una specie di guerra in miniatura … Quello che conta è proprio la differenza tra il numero di goal segnati dalle due squadre … il risultato finale si ricollega invece al simbolismo della battaglia” (p. 17-18).

- “Se la squadra di casa vince una partita, i tifosi locali possono vantare un’importante vittoria anche in campo psicologico e sociale … Non c’è disgrazia peggiore per le tribù della retrocessione: in caso di retrocessione la perdita del prestigio sociale è talmente grande che la squadra si autopunisce con un sacrificio simbolico: in genere licenziando l’allenatore” (p. 22-23).

- “E’ importante ripetere una volta per tutte che non esistono dubbi circa il significato religioso di una partita di calcio … il cittadino è sempre più affamato di occasioni di incontro di massa, in cui può vedersi o essere visto come facente parte di una comunità” (p.23).

- “Ogni partita di calcio è un’impresa commerciale preceduta da molta pubblicità” (p.27).

La vita può cambiare in un istante

Simoncelli, Gattuso e Cassano ci raccontano che la vita può cambiare in un istante. La vita si muove per rotture e non per cambiamenti graduali. Già Freud scriveva della caducità della vita, lui la riferiva a un periodo in cui era in corso una guerra mondiale e la vita valeva poco. I fatti che hanno coinvolto questi tre ragazzi sono riportati a esempio di quanto succede a tutti quegli altri vittime delle stesse situazioni ma di cui non parliamo perchè non sono famosi. Per tutti noi la vita può cambiare in un istante, teniamolo presente. Bisogna cominciare a pensare anzichè “perchè questo è capitato me” che ci avvia così su una strada di autocommiserazione a un altro modo di pensare basato sul principio opposto “perchè non doveva capitare a me”, che comporta l’accettazione degli eventi della vita anche di quelli dolorosi e negativi.