Un anno alle Olimpiadi del 2012 significa un anno dalla gara della vita, un anno di preparazione e speranza. Per provare a vivere questo stato d’animo si può immaginare il nostro obiettivo più ambizioso pensando che fra un anno saremo chiamati a dimostrare di avere le capacità per raggiungerlo. Forse così avremo avuto un’idea di cosa si pensa e si sente in quei momenti. Questi pensieri entusiamano ma nello stesso tempo mettono paura. L’obiettivo su cui gli atleti lavorano è quello di non soccombere sotto questa pressione e di conviverci, trasformandola in forza. Forza che si manifesta pensando solo alla propria prestazione e non al risultato, così come ha fatto Federica Pellegrini, quando il giorno precedente la finale dei 200m, ha pianificato il ritmo di gara e lo ha seguito con la certezza che l’avrebbe portata a toccare per prima, senza preoccuparsi del ritmo delle avversarie. Così fanno i campioni e così si allenano, perchè anche il lavoro dei prossimi 365 giorni dovrà essere un’esperienza bella e coinvolgente.
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