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Le idee e gli errori di Davide Mazzanti

Il tema dell’esclusione del giocatore migliore per esplicita scelta del commissario tecnico di una nazionale è un argomento che si ripresenta nelle squadra più diverse grosso modo sempre con le stesse spiegazioni.

L’ultimo caso, si riferisce alla nazionale femminile di pallavolo il cui commissario tecnico ha preferito una giovane giocatrice di 20 anni con una ridotta esperienza internazionale alla campionessa Paola Egonu. La spiegazione fornita nelle interviste da Davide Mazzanti è chiara: “All’interno è tutto più chiaro, non faccio le mie scelte per convenienza ma per quelle che sono le mie linee”.

Premesso che sarebbe stato interessante che avesse spiegato cosa è più chiaro nella squadra rispetto a chi può solo raccogliere informazioni guardando le partite, direi che la seconda parte della frase è un’espressione tipica di chi sente attaccato e difende rigidamente le sue idee. Quindi seguire le sue idee significa escludere quella che è considerata essere la più forte giocatrice al mondo, mentre farla giocare da titolare vorrebbe dire piegarsi a una scelta di convenienza.

Diciamo pure che dalle sue parole si capisce vi sono problemi di leadership ed, evidentemente interpersonali, all’interno del team, allenatore compreso, determinati dalla presenza di questa giocatrice che superano i benefici derivati dal suo valore sportivo. Meglio allora una giovane Andropova, riconoscente per il ruolo inaspettato che le viene offerto che favorisce, secondo il tecnico, una migliore coesione di squadra.

Questo stile di leadership non deve stupire, lo sport di squadra è costellato di storie di questo genere. Spalletti con Totti, Sacchi con Baggio, Valcareggi con la staffetta tra Mazzola e Rivera. Per cui non è mio scopo discuter se queste scelte sono giuste sbagliate, tantomeno esprimere giudizi di valore. In questo sport di livello assoluto, vi è un unico parametro su cui tutti siamo confrontati, la vittoria. La nazionale femminile ha perso, per cui alcune scelte sono state sbagliate e vanno corrette in modo pragmatico. Il ruolo della giocatrice Egonu va interpretato secondo questa logica, consapevoli che vi sono stati anche altri limiti che sono emersi nelle ultime due partite.

Personalmente penso che in nazionale vadano fatte giocare le giocatrici che hanno dimostrato di essere le più forti e che nei loro Club sono abituate a vincere, perchè questo tipo di esperienza è estremamente rilevante per giocare i punti decisivi delle partite e per avere cura di quei dettagli che evitano gli errori nelle fasi di maggiore stress agonistico. Partendo da questa base a seguire si costruisce la coesione in campo e l’unione con le idee dell’allenatore.