Spesso noi come psicologi ci confrontiamo con l’eccellenza, nello sport come in altri ambiti, e la domanda che pongo a me stesso è: sono anch’io eccellente nelle mie prestazioni? Anni fa il primo a pormi questa domanda fu John Salmela, un grande amico e collega. Infatti aveva l’abitudine di chiedere ai suoi studenti: “quanto vuoi diventare bravo? Vuoi essere lo psicologo più bravo del tuo quartiere? O della tua città o ancora di più?”. Potrebbe sembrare una questione retorica ma riguarda invece le nostre aspettative e i nostri obiettivi.
Quanto voglio diventare bravo ha a che fare con:
- le competenze che voglio acquisire
- il tempo che voglio dedicare a questa attività professionale
- al network che voglio creare per raggiungere i miei obiettivi
- la mia tenacia di fronte alle difficoltà
- la convinzione di essere in grado di affrontare qualsiasi problema
- la comprensione di quello che chiede il mondo sportivo a cui mi rivolgo
- il tempo dedicato al continuo miglioramento, indipendentemente da quanto ottenuto sino a quel momento
Se non si è in grado di fornire risposte costruttive a queste domande non potremmo capire l’eccellenza e tantomeno aiutare noi stessi a raggiungerla nel nostro lavoro.
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