Juventus- Roma poteva essere una bella partita, è stata invece un monumento al narcisismo arbitrale. Vi sono alcune regole non scritte che dovrebbero regolare le decisioni arbitrali e che in questo caso sono state ampiamente disattese.
Nel dubbio non fischiare – Rocchi ha fatto l’opposto in relazione al primo rigore, non sapeva cosa decidere ma ha scelto l’opzione più punitiva.
Farsi accettare dalle squadre – Paolo Casarin, quando era capo degli arbitri, diceva sempre di ricordarsi che l’arbitro anticamente era invitato ad arbitrare, pertanto deve essere flessibile anche se giusto.
Servirsi del buon senso – Significa utilizzare questa dimensione psicologica in modo professionale. Coprirsi il volto per evitare una pallonata in faccia è una reazione assolutamente ovvia e accettabile. Non comprenderlo è grave.
Non credo che Rocchi abbia avuto una sudditanza psicologica nei confronti della Juventus. Sono convinto che abbia voluto sottolineare in modo sbagliato e grave il suo ruolo di decision maker. In sostanza la sua prestazione è stata scadente perchè ha voluto dimostrare di essere più importante del gioco e di poter determinare il risultato.
D’altra parte sino dall’inizio del 2000 gli arbitri non hanno alcuna formazione psicologica. Pensavo che ciò fosse principalmente a calciopoli purtroppo non è così: non c’è interesse a promuovere arbitri psicologicamente capaci, ovviamente vi sono eccezioni ma queste rimangono tali.
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