Del Piero il sobrio

Molto bello l’articolo di Francesco Merlo su Repubblica di oggi. Perché parla di eccellenze, e di una che perdiamo: “Oggi che più che mai abbiamo bisogno di eccellenze perdiamo la nostra eccellenza più amata, oltre lo stile Juventus, oltre il calcio, oltre lo sport. Esce il campione mai sporcato dai Moggi, quello mai coinvolto nelle truffe che gli vorticavano intorno, il virtuoso che mette la palla dentro e la lingua fuori … il cavaliere educato che sorride di se stesso e di imbarazzo, non strizza mai l’occhio al bullismo, non lucra sulla pubblicità del gioco d’azzardo. Del Piero è il compagno che sa star bene da solo pur facendo parte di una squadra. Esce dunque il vero “antischettino”, il capitano che non è codardo ma generoso, mai aggressivo e volgare né con i suoi ragazzi né con gli avversari. Del Piero è sempre composto, sobrio e pulito come ieri è stata anche la commozione dello stadio…” Forse sono stati 20 minuti di delirio quelli vissuti allo stadio, sottolinea Merlo, ma come lui concordo è stato un momento lungo, bello e genuino. Momenti di cui abbiamo un dannato bisogno. “… venti muniti di applausi sono come un inno nazionale, sono un patriottismo timido, un bisogno di sentirsi insieme, una voglia di Stato, il desiderio frustrato di una bandiera da amare.”

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