Alcuni mesi fa ho deciso di correre la 100km del Passatore. Per sfida, ovviamente con me stesso, e per vedere cosa ti dicono il cervello e il corpo, mentre sei impegnato in uno sforzo così prolungato. Già l’allenamento è diverso da quello di una maratona, perchè la corsa spesso è più lenta e perchè in molte sedute sei impegnato per quattro/cinque ore avendo solo lo scopo di correre e lasciare trascorrerre il tempo (questo per me che ho l’obiettivo di condurla a termine e non di ottenere un tempo). Sono prove queste che allenano a essere pazienti, calmi e a sviluppare pensieri che non siano impegnativi, per non sprecare inutili energie. Il tempo del riscaldamento (i primi 35/40 minuti) non servono solo al fisico ma anche alla mente, che deve allontanarsi gradualmente dal suo stato abituale e centrarsi su uno stato vigile e consapevole ma molto più ristretto. In altre parole, una volta che ti accerti che il corpo comincia a rispondere all’impulso di quel tipo di corsa e sta trovando il passo che dovrai mantenere, ci si allontana da questa focalizzazione sul corpo e la mente si sposta sui pensieri che si propongono nel corso del tempo. E’ interessante percepire come il corpo trovi questo passo e lo porti senza un intervento della mente che gli dica di farlo. La memoria motoria è ben stabilizzata e questa facilità di accesso al passo e soprattutto la facilità a mantenerlo per un lungo periodo mi consentono di non stancarmi e di risparmiare energie. In tal senso correre da solo è particolarmente utile poichè è difficile trovare compagni che seguano questo ritmo senza tendere a accellerarlo nel corso dei km. Sono soddisfatto di come procede questa esperienza e questo per me è un risultato importante, sono anche consapevole che manca ancora un mese e mezzo alla 100km, vivo con soddisfazione ciò che faccio, senza pensare a quello che verrà.
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