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Leo Messi: il migliore di sempre

Il bello dell’universo sport è che si compone di molti mondi diversi. Sono tanti quante sono le discipline sportive. In queste settimane, abbiamo assistito da spettatori a quello che è successo nella galassia del calcio. Probabilmente la più seguita. I suoi eroi migliori hanno raggiunto le semifinali, giocando in due squadre europee la Francia e la Croazia, in una sudamericana, l’Argentina e in una africana, il Marocco. Pubblico ed esperti hanno decretato che il migliore è stato Leo Messi, che aveva già vinto quasi tutto, gli mancava la coppa del mondo che ora ha vinto con l’Argentina.

Il calcio ci entusiasma e la sua comprensione è immediata: salti l’avversario o vieni bloccato, tiri in porta e fai gol o vieni parato, vinci un contrasto o lo perdi, basta un solo gol per vincere. In realtà, è molto più complesso ma i bambini che lo giocano e noi che lo guardiamo non andiamo molto oltre queste semplici osservazioni. In questo contesto emerge il campione, colui che nei momenti decisivi non ti tradisce, che spesso determina il risultato, il giocatore che gli avversari temono di più e quello a cui tutti vanno addosso per limitarne l’azione con la consapevolezza che sarà molto difficile impedirgli di fare quello che vuole. Questo amiamo del calcio e con questo s’identifica ogni giovane che gioca con la maglia del suo campione preferito.

Chiedersi chi è il numero del calcio di tutti i tempi ha senso poiché il calcio è vissuto in questo modo molto affettivo. Non si tratta solo di parlare delle emozioni che suscita una partita, ma del legame affettivo, di amore, che ci lega al campione. In questo confronto, vince chi gioca nel presente, tutti lo possiamo vedere e siamo testimoni delle sue gesta, per cui il confronto non è più tra Pelè, passato remoto, e Maradona, passato prossimo, ma tra quest’ultimo e il dominatore di oggi, Messi, che rappresenta il presente. Così è probabile che fra qualche anno il paragone riguarderà Messi e Mbappé.   Ora però il migliore di sempre è Leo Messi, che per essere tale ha dovuto conquistare questo titolo superando un avversario del presente altrettanto vincente. La sfida di un decennio tra Cristiano Ronaldo e Leo Messi, a colpi di pallone d’oro e e di successi, ha rappresentato questa sfida. Ronaldo alla fine ha perso perchè come Ettore contro Achille è stato abbandonato dagli dei, rappresentati dal suo stesso narcisismo, che gli ha impedito di trovare altre soluzioni all’incidere perentorio dell’età. Non ha saputo mettersi al servizio della squadra, rinunciare a qualcosa di sé per un bene superiore e ne ha pagato il prezzo più alto. E’ morto il re, viva Messi.