Cade una regola arcaica dell’arbitraggio

Si parla di svolta storica nel mondo arbitrale del calcio, con la designazione di Daniele Doveri, arbitro della sezione Roma, a dirigere Roma-Verona. Abbattuta definitivamente quindi la regola secondo cui un arbitro non poteva dirigere la squadra della città in cui abita e lavora.

La preferenza per un arbitro di calcio che non provenga dalla stessa città delle squadre che arbitra è stata sempre legata principalmente a due motivi principali:

  1. Presunta neutralità: Gli arbitri devono essere imparziali e neutrali nel prendere decisioni durante una partita di calcio. Tuttavia, l’appartenenza geografica a una città o a una squadra potrebbe creare delle potenziali preoccupazioni riguardo alla neutralità dell’arbitro. Se un arbitro è originario della stessa città di una delle squadre in campo, potrebbero esserci preoccupazioni che possa essere influenzato da pressioni esterne o da una predisposizione a favore della squadra della sua città natale. Per garantire una maggiore percezione di neutralità, molti preferiscono arbitri provenienti da altre regioni o città.
  2. Evitare conflitti di interesse: Gli arbitri devono evitare qualsiasi conflitto di interesse che potrebbe compromettere l’integrità del gioco. Se un arbitro è legato a una squadra o a una città, potrebbero sorgere sospetti di favoritismo o di parzialità nelle sue decisioni. Per evitare tali situazioni e per garantire che le partite siano giudicate in modo imparziale, spesso si preferisce assegnare arbitri che non abbiano legami geografici o personali con le squadre coinvolte.

Tuttavia, è importante notare che ci sono  argomentazioni significative che sostengono che l’esperienza e la competenza di un arbitro dovrebbero essere i fattori più importanti nella sua selezione, indipendentemente dalla sua provenienza geografica:

  1. Professionalità e preparazione: L’arbitro deve essere un professionista altamente preparato, con una conoscenza approfondita delle regole del gioco, della gestione delle partite e della capacità di prendere decisioni rapide ed accurate. La competenza tecnica è fondamentale per assicurare partite giuste e senza problemi.
  2. Consistenza: Un arbitro esperto tende a essere più consistente nelle sue decisioni. Questo è importante per i giocatori e gli allenatori, che vogliono sapere cosa aspettarsi da un arbitro in termini di applicazione delle regole. La coerenza nella direzione delle partite contribuisce a creare un ambiente di gioco più equo.
  3. Maturità emotiva: Gli arbitri esperti spesso hanno una migliore maturità emotiva e capacità di gestire la pressione durante una partita. Sono meno suscettibili alle provocazioni e alle reazioni emotive dei giocatori e degli allenatori, il che contribuisce a mantenere il controllo sul campo.
  4. Decisioni imparziali: La neutralità e l’imparzialità sono fondamentali per un arbitro. Anche se un arbitro è originario della stessa città di una delle squadre, ciò non significa automaticamente che sarà di parte. Gli arbitri professionisti sono tenuti a prendere decisioni basate sulle regole e non su preferenze personali.
  5. Formazione continua: Gli arbitri esperti sono spesso soggetti a una formazione continua per rimanere aggiornati sulle regole e le migliori pratiche arbitrali. Questo contribuisce a mantenere e migliorare le loro competenze nel tempo.
  6. Valutazione oggettiva: Gli arbitri vengono valutati sulla base delle loro prestazioni in campo. Questa valutazione dovrebbe essere basata sulle loro abilità e competenze, non sulla loro provenienza geografica. Ciò contribuisce a garantire che solo gli arbitri più competenti siano incaricati delle partite più importanti.
  7. Crescita del calcio: Per lo sviluppo e la crescita del calcio in una determinata area, è importante promuovere e sviluppare arbitri locali competenti. Tuttavia, questi arbitri dovrebbero essere selezionati sulla base delle loro abilità e non solo della loro provenienza geografica.

In sintesi, l’esperienza e la competenza dell’arbitro sono fondamentali per la qualità delle partite di calcio e per la percezione di equità nel gioco. Se un arbitro è in grado di dimostrare queste qualità, la sua provenienza geografica non dovrebbe essere un fattore determinante nella sua selezione per arbitrare le partite. Ovviamente arbitrare la squadra della propria città è solo un motivo di pressione che si aggiunge agli altri dell’arbitraggio. Come sempre e per fortuna dipende dall’essere umano, quale che sia il ruolo, di gestire in modo efficace queste situazioni, l’importante è non fare come quei genitori che trattano peggio i propri figli per non apparire parziali agli occhi degli altri.

 

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