Barcellona: posizione, intensità e rapidità

Xavi è tornato a Barcellona con diverse ossessioni tecnico-tattiche, due su tutte: individuare l’uomo libero e ridurre al minimo le palle perse. Recuperando il gioco di posizione e il livello di intensità necessaria a riprendersi il pallone nel minor tempo possibile, Xavi ha schiantato il Real di Carlo Ancelotti che, se non fosse stato per le parate di Thibaut Courtois, sarebbe andato a dormire con un risultato ancora più pesante sulla coscienza: “Perché chiedevo ai ragazzi di correre anche quand’eravamo in vantaggio di quattro gol? Perché se è vero che oggi stavamo vincendo 4-0, è altrettanto vero che quando saremo in vantaggio di una sola rete, per non perdere, dovremo continuare a correre e pressare, ad aiutare i terzini… Perdere una palla ci deve far imbufalire, a me dà molto fastidio quando succede. E se non siamo esigenti i risultati non arriveranno”.

Come spiegavo agli psicologi del Master di psicologia dello sport, una partita si gioca su alcuni fattori tecnico-tattici ma che hanno nel contempo un forte significato psicologico: posizione, intensità e rapidità.

Questo è ciò che Xavi ha allenato e chiesto di fare al Barcellona. Quante squadre italiane giocano con questo tipo di volontà?

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