La mente guida le prestazioni

Le Olimpiadi sono una situazione estrema in cui i migliori al mondo in ogni specialità in una determinata giornata e a una determinata ora, s’incontrano per stabilire chi vincerà. Naturalmente la realizzazione di questo evento richiede che venga organizzato il più importante mondiale con tutto quello che deriva in termini di risorse necessarie perchè venga svolto.

Queste olimpiadi cinesi c’insegnano che ancora una volta, che al netto di quanto viene messo a disposizione per gli atleti in termini di nuove tecnologie e metodi di allenamento, nuovi strumenti scientifici e nuovi materiali, la qualità della prestazione dipende largamente dalla qualità mentale degli atleti e dalla loro volontà di perseguire il proprio sogno.

Per restare all’interno della squadra italiana, abbiamo avuto l’esempio di Arianna Fontana e Federica Brignone che hanno lottato per avere al loro fianco la persona che volevano per allenarsi e hanno perseguito questo obiettivo fino a quando non l’hanno realizzato, senza cedere a chi proponeva percorsi diversi. Sofia Goggia ha gareggiato nella discesa libera vincendo la medaglia d’argento, con un recupero assolutamente eccezionale grazie solo alla sua volontà e sfidando ogni giorno i suoi limiti durante il periodo di recupero con allenamenti estremi per la sua condizione fisica. Nel curling l’Italia, a Pechino 2022, ha vinto la prima medaglia olimpica (mai vinta ai mondiali). Per raggiungere questo risultato in uno sport poco praticato e non vincente bisogna superare molti limiti mentali derivati dall’essere una nazione di secondo piano rispetto a quelle tradizionalmente forti in questa disciplina.

Si può dire che l’allenamento deve incontrare la mentalità dell’atleta in un rapporto in cui tutto deve partecipare alla realizzazione del sogno personale di una giovane che dedica così tanto tempo alla sua realizzazione. Quando ciò avviene, le prestazioni diventano veramente efficaci e s’instaura un processo di continuo desiderio di raggiungere nuovi obiettivi.

 

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