L’ABC della preparazione psicologica

Spesso mi viene chiesto quale sia l’ABC del mental coaching. Per me consiste nel conoscere cosa fa, cosa si dice e sente un atleta dopo che ha commesso un errore. Tutti sappiamo che è facile sbagliare e che l’errore è una aspetto sempre presente in ogni gara. Non esistono atleti che non sbagliano, e i fuoriclasse sono atleti che fanno meno errori degli altri. Quindi se non si ha ancora un’esperienza diretta di lavoro con atleti è importante leggere le loro storie, con lo scopo di capire come hanno imparato a reagire a una sconfitta o a un periodo negativo. In tal caso prima di affidarsi alle tecniche psicologiche (dalla PNL alle molte tecniche cognitivo-comportamentali, alla gestalt piuttosto che a quelle di stress management) bisognerebbe capire il valore dell’errore nello sport.

Ad esempio, la lettura del libro di Andre Agassi mette in mostra come il modo di vivere l’errore sia strettamente collegato al rapporto che si ha con lo sport. Il libro di Alessandro Del Piero, mette invece in evidenza l’importanza della motivazione che sin da bambino può guidare un giovane attraverso le migliaia di ripetizioni  che sono necessarie per imparare a calciare senza sbagliare. Lo stesso emerge nel racconto di Johnny Wilkinson (rugby) che per acquisire la convinzione necessaria a mettere l’ovale fra i pali per anni si è allenato a ripetere questi calci per mezzo di una routine sempre uguale. Oppure come interpretare la frase apparentemente paradossale di Michael Jordan quando dice “Nella mia vita ho fallito spesso e ho continuato a sbagliare. Ed è per questo che ho avuto successo”.

In altre parole l’ABC del mental coaching consiste nell’entrare (anche attravreso la lettura) dentro il mondo degli atleti e ascoltarli mentre si raccontano, prima di fornire loro una soluzione preconfezionata.

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