Di Natale in relazione al rigore sbagliato 4 anni fa contro la Spagna e a quello messo a segno ieri ha detto “Non ho mai dimenticato, è un filo sottile che mi porto dentro, finalmente ho cancellato un fantasma: era un gol che aspettavo da quattro anni.” Non è una frase retorica questa esperienza è comune a molti atleti. Ho riportato in un blog di alcuni giorni fa di una ragazza che si portò l’incubo delle olimpiadi sino a quella successiva, anche questa volta 4 anni, in cui vinse la medaglia d’argento. Si dovrebbe raccogliere il racconto di questi fantasmi che agitano per molti anni la vita degli atleti migliori , sarebbe molto educativo per i più giovani sapere che quando l’impegno e la volontà spingono al massimo, gli errori sono vissuti con più facilità in modo drammatico, proprio perché si è stati coinvolti in modo totale e allora bisogna aspettare che si ripresenti un’occasione della stessa importanza per superarla. Altrimenti l’incubo resta al suo posto e solo il tempo potrà ridurne l’influenza.
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